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ITALIA

Inviata lettera di messa in mora

Debiti pubblica amministrazione: Ue apre procedura d'infrazione contro l'Italia

Il ministro Padoan: "una scelta incomprensibile". Secondo i dati della Commissione, le Pa italiane impiegano in media 170 giorni per pagare le imprese che forniscono loro beni e servizi, contro i 30-60 previsti dalle normative. 

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Un ufficio della pubblica amministrazione
La Commissione Ue ha aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia per i ritardi sui pagamenti da parte della pubblica amministrazione. I compensi arrivano troppo in ritardo: questo il giudizio di Bruxelles, che accusa l’Italia di non rispettare correttamente le relative direttive Ue.

Imprese pagate con ritardi anche di 210 giorni
Le imprese non sarebbero infatti pagate a 30-60 giorni come previsto dalle regole Ue, ma i ritardi raggiungerebbero fino a 210 giorni. In media le Pa italiane, secondo le informazioni della Commissione, impiegano 170 giorni per pagare le imprese che forniscono loro beni e servizi e 210 giorni per i lavori pubblici. Alcune applicano poi tassi d'interesse per i pagamenti in mora inferiori a quelli previsti dalla direttiva Ue. Inoltre, altre Pa ritardano deliberatamente i rapporti sull'avanzamento dei lavori in modo da ritardare anche il pagamento alle imprese.

Lettera di messa in mora
Bruxelles ha quindi deciso di inviare una lettera di messa in mora all'Italia, primo passo della procedura d'infrazione, per chiedere chiarimenti. Il governo italiano ha ora due mesi di tempo per rispondere e se le informazioni fornite non saranno ritenute sufficienti la Commissione, constatando a quel punto la violazione delle norme Ue, invierà un parere motivato. Oltre all'Italia, anche la Slovacchia ha ricevuto oggi una lettera di mora per  non aver attuato correttamente nella legislazione nazionale la direttiva sul ritardo dei pagamenti.

Decisione incomprensibile secondo il ministro Padoan
A dirsi sorpreso dell’iniziativa europea è stato il ministro dell’Economia Carlo Padoan, che ha definito “incomprensibile” la decisione presa da Bruxelles. “Questo governo ha rafforzato e accelerato le misure per risolvere il problema dei ritardi nei pagamenti della pa” ha dichiarato il ministro, lasciando intendere che si aspettasse un approccio maggiormente premiale da parte dell’Ue e del Commissario europeo per l'industria e l'imprenditoria, Antonio Tajani.

Scontro politico
L’apertura della procedura è diventata quindi terreno di confronto politico. A dirsi molto critico riguardo l’iniziativa è stato il sottosegretario alle politiche europee, Sandro Gozi. Per lui la scelta del commissario Tajani è irresponsabile nonché una strumentalizzazione del proprio incarico. Dall’opposizione arriva invece sostegno per l'operazione, definita come ragionata e cosciente: la procedura sarebbe potuta essere attivata anche prima delle elezioni europee, ha dichiarato Renato Brunetta, con implicazioni politiche molto importanti.