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ECONOMIA

Politica Economica

Il giorno del Def. Renzi: "Il documento è buono". Delrio: "Le coperture ci sono"

Giornata intensa ieri a palazzo Chigi con il premier che ha incontrato prima il commissiario alla spending review Cottarelli e poi il ministro Padoan. Tema del giorno il Def che sarà presentato oggi. Il sottosegretario Delrio: "Le coperture ci sono e ci sarà anche il taglio dell'Irap"

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Pier Carlo Padoan e Matteo Renzi
L’appuntamento è per le 19.30 di oggi, momento in cui il governo presenterà il documento di economia e finanza. Il consiglio dei ministri che deve dare il via libera al Def è infatti convocato per le 18 e ”la cosa più logica – ha detto il premier Matteo Renzi ai giornalisti – è aspettare la conferenza stampa alle 19,30”. Premier che ha rassicurato “il documento è buono, rimane solo da capire qualcosa”.

"Il Paese si trova in condizioni eccezionali", con un aumento della povertà e della disoccupazione. E' il messaggio contenuto in una bozza del Programma nazionale di riforme che andrà domani in Consiglio dei ministri con il Def, anticipato dall'agenzia di stampa AdnKronos. "L'economia italiana ha ora ritrovato un percorso di sviluppo, ma la ripresa è ancora fragile e va consolidata". "Per riuscire in questa sfida c'è bisogno di una politica economica incentrata su misure strutturali con una strategia articolata - si legge -, con azioni e misure funzionali e coerenti che producano i loro risultati nei prossimi due-tre anni". "Nei prossimi mesi il Governo intende concentrare tutti gli sforzi in una terapia d'urto che possa impattare sulle determinanti chiave della domanda e della competitività, senza tralasciare la qualità della spesa pubblica, che va ridimensionata e indirizzata verso un migliore e più efficiente utilizzo" prosegue il testo. "E' tuttavia chiaro che gli sforzi che si chiedono al Paese, anche per affrontare gli squilibri macroeconomici, dovranno essere valutati attentamente nelle loro implicazioni e conseguenze solo dopo averli inseriti in un programma generale di riforme più ampio e cadenzato",
 
In attesa del passaggio finale e della presentazione, ieri a palazzo Chigi sono passati il commissario alla spending review Carlo Cottarelli, il deputato del Pd Yoram Gutgeld, già consigliere economico di Matteo Renzi e, nel tardo pomeriggio, il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan. Ed in serata il sottosegretario Graziano Delrio, sentito dal Tg1, ha detto: "Le coperture ci sono, arriveranno in gran parte dalla spending review e taglieremo l'Irap come promesso".
 
Sul tavolo, non solo il documento di economia e finanza, ma anche il taglio della spesa e le nomine ai vertici delle società partecipate, tutte questioni che si legano l’una all’altra. I punti su cui si lavora sono soprattutto due: il taglio dell'Irap (che per quest'anno oscilla ancora tra il 5% e il 10%) e la curva delle detrazioni Irpef. L'obiettivo del governo resta quello di coprire l'intero taglio delle tasse in busta paga con la spending review, non facendo quindi ricorso a nessun altro tipo di copertura. E, parlando di stipendi dei manager pubblici, Renzi ha detto: “La nostra prima scelta è stare vicino alle persone che guadagnano meno, sugli stipendi dei dirigenti ne parleremo dopo il Def e sarete contenti”.
 
Tornando al Def, il documento dovrebbe indicare per quest’anno un tasso di crescita del Pil dello 0.8%. Stima che rivedrebbe dunque al ribasso le più ottimistiche previsioni del governo Letta, fissate all'1%. Mentre la Commissione Ue prevede invece per quest'anno un aumento ancora più contenuto, dello 0,6%. Il rapporto deficit/pil dovrebbe invece essere contenuto al 2,6% come calcolato in questo caso da Bruxelles.
 
Questo anche se i dati arrivati dall’Istat non sono concordi. L’istituto di statistica ha infatti certificato che nel 2013 il deficit italiano ha raggiunto il 3% del Pil (se si considerano anche gli oneri per gli swap sui derivati, che d'altra parte Bruxelles include ai fine del conteggio per i parametri di Maastricht). E proprio il capitolo del disavanzo sarà centrale nel documento programmatico, la Bibbia del conti pubblici, che dovrà passare anche al vaglio dell'Unione. 
 
Il Documento conterrà anche gli impegni che il governo attuerà la prossima settimana con il decreto taglia-tasse. Non indicherà nel dettaglio i capitoli di spesa, ma gli importi che ci si propone di realizzare con la spending review. Per il 2014 saranno pari a 6,6 miliardi, quanto serve per aumentare di 80 euro al mese le buste paga dei redditi medio bassi, con il meccanismo delle detrazioni. Questo è infatti il criterio indicato dal ministero dell'Economia, anche se a Palazzo Chigi non è ancora completamente tramontata l'ipotesi di una decontribuzione tramite l'Inps: avrebbe il pregio di spalmare l'aiuto anche sui redditi bassissimi che non pagano tasse (i cosiddetti incapienti) con i benefici massimi tra i 10 e i 15.000 euro. Quanto agli altri risparmi, spazio anche alle sforbiciate sulle municipalizzate e su alcuni enti quali la Motorizzazione o l'Aci.
 
Il viceministro dell’Economia Enrico Morando ha spiegato che “il del nostro lavoro in queste ultime ore riguarda il taglio della spesa da 32 miliardi nel 2016. Non saranno molto sexy per i giornali, ma sono in assoluto i più importanti perché se nel 2014 possiamo agire con operazioni straordinarie nel 2016 devono esserci tagli per 32 miliardi. Altrimenti viene giù tutto il castello”. Morando ha poi sottolineato la necessità di rispettare il dogmatismo europeo senza sforamenti del tetto del 3% del rapporto deficit/pil e senza utilizzo del margine che ci separa da quel 3%. “Almeno nel contesto attuale – ha osservato - , senza intesa preventiva e senza aver presentato il Def (documento di economia e finanza) col piano di rientro, utilizzare questo margine non è possibile”.