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ECONOMIA

Via libera atteso venerdì 10 aprile

Def da martedì sul tavolo del Consiglio dei ministri. Previsti 10 miliardi di tagli alla spesa

Il documento economico-finanziario, una volta ottenuto il via libera dal governo, passerà poi alle Camere ed entro il 30 aprile dovrà essere trasmesso a Bruxelles. Dovrebbe prevedere per il 2015 una crescita dello 0,7-0,8% e un rapporto deficit/pil al 2,6%. Il governo punta poi ad utilizzare la clausola di flessibilità sulle riforme e ottenere dalla spending review circa 10 miliardi nel 2016

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Palazzo Chigi
Roma
Il governo è alle prese con il Def che sarà sul tavolo del Cdm martedì prossimo alle 13.30. Il via libera è atteso tre giorni dopo, venerdì 10 aprile, dopo le festività pasquali. Nel documento, da quanto si apprende, si esprimerà l'idea che per l'Italia il peggio è passato, anche se resta d'obbligo la prudenza. Successivamente il documento passerà alle Camere per la risoluzione parlamentare ed entro il 30 aprile dovra' essere trasmesso a Bruxelles.

Secondo quanto trapelato dal ministero dell'Economia, il Def prevede per il 2015 una crescita dello 0,7-0,8% e un rapporto deficit/pil al 2,6%. Il governo punta poi ad utilizzare la clausola di flessibilità sulle riforme e ad ottenere dalla spending review circa 10 miliardi nel 2016. L'obiettivo è disinnescare quest'anno le clausole di salvaguardia che comporterebbero un aumento di Iva e accise per 16,8 miliardi. Poi, il pareggio di bilancio, previsto al 2017, potrebbe slittare ulteriormente di uno o due anni. Entro il 2015 arriverà anche l'atteso riordino della tassazione locale, che assorbirà Imu e Tasi e diversi altri balzelli locali, che già si sta studiando e che sarà presentato con la legge di Stabilità. In questo modo la nuova 'local tax' potrà partire dal 2016. L'indicazione, secondo quanto confermano fonti di governo, sarà contenuta nel Documento di economia e finanza.

Come riferito in audizione dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, l'intenzione è quella di essere "il più espansivi possibili" a "sostegno dell'occupazione e degli investimenti a livello locale". Il governo punta a sfruttare la flessibilità europea connessa al percorso di attuazione delle riforme. E conta anche di avvantaggiarsi dei minori interessi dovuti al taglio dello spread, come dell'euro debole e del calo dei prezzi del petrolio, oltre all'effetto del Qe.

Nel pacchetto anche l'avvio del processo di revisione delle agevolazioni fiscali, non solo per i cittadini ma anche per le imprese; e il piano sulle partecipate su cui ancora si sta discutendo quale sarà il punto di caduta (rispetto a quanto aveva 'suggerito' l'ex commissario alla Spending Carlo Cottarelli che aveva previsto la mano pesante con la riduzione da 8mila a mille in tre anni). Dopo l'ok del Consiglio dei ministri, il documento verrà immediatamente trasmesso al Parlamento per il voto sulla risoluzione ed entro il 30 aprile dovrà essere trasmesso a Bruxelles.