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MONDO

Mosca

Delitto Nemtsov, secondo la polizia a sparare è stato ex tenente ceceno. Ora i fermati sono 7

L'omicidio, secondo una delle piste, potrebbe essere stato motivato da ''commenti controversi del politico sull'Islam'', ha sostenuto una fonte vicina alle indagini citata da Interfax, evocando quindi l'ipotesi di una vendetta islamica legata al sostegno dell'oppositore a Charlie Hebdo

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Sarebbe stato l'ex tenente ceceno Zaur Dadayev, appartenente al Battaglione Sever, a sparare all'oppositore russo Boris Nemtsov: lo afferma una fonte vicina all'inchiesta sentita da Interfax, che cita i risultati dei test medico-legali.

"Tuttavia questo potrà essere provato al 100% quando sarà trovata l'arma del delitto", ha aggiunto. Insieme a Dadayev è stato incriminato anche il cugino Anzor Gubashev, che potrebbe quindi aver guidato l'auto della fuga. 


I fermati sono sette
Secondo l'agenzia Rosbalt, che cita fonti della polizia, nel corso di una operazione delle forze speciali in Cecenia, distretto di Shelkovsky, sono stati arrestati altri due uomini, "il cui grado di implicazione nell'uccisione è al momento oggetto di verifiche" con interrogatori diretti.

I due sarebbero finiti in manette per le recenti frequentazioni con gli altri sospettati, in particolare con Zaur Dadayev. Da cinque i fermati diventano dunque sette.

Anche il ceceno morto suicida era un ex poliziotto del Battaglione Sever
Beslan Shavanov, il ceceno braccato per l'omicidio di Boris Nemtsov e fattosi saltare in aria sabato scorso a Grozny, faceva parte del Battaglione Sever (Nord) della polizia cecena, come Zaur Dadayev.

E' quanto scrive il sito specializzato sul Caucaso del Nord, Caucasian Knot, secondo una cui fonte Shavanov (30 anni e originario del villaggio Alkhazurovo) si sarebbe licenziato poco tempo prima della morte di Nemtsov - avvenuta in un agguato a Mosca il 27 febbraio - per "motivi di salute". Lo stesso sito riferisce che il corpo di Shavanov si trova all'obitorio dell'ospedale di Grozny e che oggi dovrebbe essere restituito alla famiglia per la sepoltura nel cimitero locale. Ad Alkhazurovo vivono ancora i genitori dell'uomo e altri parenti.

Shavanov invece era di base a Grozny, ma di recente si era recato a Mosca per dei trattamenti medici, ha riferito a Caucasian Knot un abitante del villaggio, citato semplicemente come Hassan. "Il fatto che possa essere stato coinvolto nell'uccisione di Nemtsov non mi entra nella testa - ha raccontato Hassan - mi ricordo che al tempo della prima guerra cecena, Nemtsov che allora era governatore, aveva raccolto un milione di firme contro la guerra. Era contrario alla guerra fin dall'inizio, e per la sua posizione in Cecenia era molto
rispettato Più di tutto mi ha colpito il fatto che nel suo omicidio siano coinvolti i nostri ragazzi". 

Il Battaglione Sever
Il Battaglione Sever è stato istituto in Cecenia nel 2006 per volere del 'capo' della Repubblica cecena, il putiniano Ramzan Kadyrov, come parte della sua guardia personale, poi incorporata nel ministero degli Interni russo.

Zaur Dadayev, ora incriminato per la morte di Nemtsov di cui si è riconosciuto colpevole, ha militato nel Sever per 10 anni prima di essere licenziato; era il vice del comandante Alimbek Delimkhanov, fratello di Adam Delimkhanov, consigliere
e cugino di Kadyrov nonché deputato della Duma russa.

Il leader di Grozny ha ora incaricato il segretario del comitato investigativo della Cecenia di indagare sulle circostanze del licenziamento di Dadayev , "esaminare il suo comportamento, l'umore prima di lasciare il servizio". I membri del Sever, ricorda Caucasina Knot, vivono in caserme e posson lasciare i confini della Cecenia solo "in casi determinati" e previo permesso. 

La pista islamica
Proprio Dadayev avrebbe confessato di essere la mente e unico organizzatore dell'assassinio, adducendo come movente le critiche avanzate dal politico all'islam e il suo appoggio al settimanale francese Charlie Hebdo.

"Dadayev ha confessato di fatto di essere l'organizzatore del crimine" per le reiterate critiche di Nemtsov contro i musulmani che vivono in Russia, contro il profeta Maometto e l'islam, ha detto a Rosbalt una fonte di polizia molto vicina alle indagini. 

Dadayev avrebbe rivelato agli inquirenti tutti i dettagli dell'assassinio, riconoscendo anche la partecipazione ai fatti di altre quattro persone fermate. 

I dubbi
Ilya Yashin, uno stretto alleato dell'ex vicepremier russo, ha respinto l'ipotesi di una 'pista islamica'. Secondo Yashin, Nemtsov non è stato un netto critico del radicalismo islamico e i suoi attacchi sono stati concentrati prevalentemente contro il presidente Vladimir Putin e contro il suo governo. "Se le autorità russe hanno le prove che i due uomini accusati siano i suoi assassini, queste devono essere rese pubbliche", ha detto l'oppositore, aggiungendo di credere "che gli organizzatori del delitto siano in Russia, all'interno del governo di Mosca".

Lo stesso luogo dove è avvenuto l'omicidio, proprio accanto al Cremlino, "fa pensare che gli assassini non avrebbero potuto agire senza il sostegno da parte delle autorità", riferisce ancora Yashin, per il quale è quindi "molto importante che i mandanti vengano catturati, perché se rimanessero liberi, Nemtsov potrebbe non essere l'ultimo".