ITALIA
L'inchiesta
Delitto di Natale, Salvini a Pesaro: "Bruzzese aveva chiesto di uscire dal programma di protezione"
"L'episodio di Pesaro è un gesto di estrema debolezza. Un segnale di arroganza, di violenza ma di debolezza. Lo Stato è più forte e, alla fine, la battaglia sarà vinta. Se pensano di spaventare qualcuno, hanno sbagliato sia città che ministro", dice il vicepremier

È caccia ai due killer di Natale a Pesaro. Dietro l'agguato costato la vita a Marcello Bruzzese, fratello di un collaboratore di giustizia, appare ormai chiara la pista di una vendetta di 'ndrangheta. L'uomo, 51enne di origini calabresi, era sotto protezione e da tre anni viveva con la moglie e i figli in un appartamento messo a disposizione dal ministero dell'Interno nel cuore della città marchigiana. E oggi nel capoluogo marchigiano vertice investigativo al quale ha preso parte il ministro dell'interno.
Salvini: 'Ndrangheta problema europeo"
La 'ndrangheta "non è problema calabrese ma europeo, visto che ci sono infiltrazioni in diversi Paesi europei. E con altre polizie europee stiamo tentando di confiscare beni per mezza Europa", ha detto Matteo Salvini a Pesaro, rispondendo alle domande dei giornalisti sulla circostanza che l'ordine per l'agguato costato la vita nella città marchigiana al fratello di un collaboratore di giustizia sarebbe arrivato dalla Calabria.
"Consorzio criminale più pericoloso del continente"
"Che la 'ndrangheta sia il consorzio criminale più pericoloso in Italia e all'estero è evidente - ha detto il ministro - stiamo lavorando con i colleghi austriaci, tedeschi e francesi; che sia l'associazione criminale ancora più resistente e ad alto tasso d'infiltrazione è chiaro. Alla 'ndrangheta e agli 'ndranghetisti ci stiamo dedicando con assoluta, totale e completa attenzione".
"Episodio di Pesaro segnale di debolezza"
"L'episodio di Pesaro è un gesto di estrema debolezza. Un segnale di arroganza, di violenza ma di debolezza. Lo Stato è più forte e, alla fine, la battaglia sarà vinta. Se pensano di spaventare qualcuno, hanno sbagliato sia città che ministro", dice Salvini.
Il ministro: "Bruzzese aveva chiesto di uscire da programma di protezione"
"Questo signore, al quale va una preghiera, da oltre due anni e mezzo aveva chiesto di uscire dal sistema di protezione", spiega il ministro in riferimento a Marcello Bruzzese, ammazzato il 25 dicembre nel centro marchigiano. "Vedremo cosa non ha funzionato nel sistema di protezione, anche se il lavoro delle forze dell'ordine e' eccellente. Per fortuna i dati ci dicono che le Marche e i marchigiani sono piu' forti di qualunque infiltrazione criminale, e i dati lo confermano".
"Marche non sono terra di infiltrazioni mafiose"
"Questa - ha sottolineato Salvini - non e' terra di infiltrazioni mafiose, ma e' terra sana che reagisce, dove i cittadini sono pronti a collaborare, a denunciare, a segnalare". Uno stato di salute, quello della societa' pesarese, dimostrato anche la drastica diminuzione dei reati del 2018: -13% complessivamente e -30% dei furti nelle abitazioni. "Questo ci conforta - ha detto Salvini - ma e' ovvio che taluni segnali non vanno assolutamente sottostimati. Alcuni segnali di infiltrazioni criminali si stanno vagliando, ma far passare Marche e marchigiani come terra di criminalita' organizzata e' qualcosa che questa comunita' non merita". Sulla protezione di Marcello Bruzzese, Salvini ha rimarcato che "lo stesso aveva chiesto di uscire dal sistema, perche' non riteneva ve ne fossero piu' le condizioni". "A quanto mi consta - ha sottolineato -, senza entrare nel merito di scelte che spettano ad altri - la procedura era in corso. C'era un ragionamento di tipo economico, su come chiudere la partita, come accade in altre fattispecie".
"Chi ha sbagliato salterà"
"Signora stia tranquilla chi ha sbagliato salterà...". Con queste parole il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha risposto, uscendo dalla Prefettura di Pesaro, a una signora che, tra la folla di persone che lo attendevano, gli aveva urlato: "Non si può morire in questo modo a Pesaro".
Il sindaco Ricci: "Non è arrivata la 'Ndrangheta a Pesaro"
La vittima dell'agguato a Pesaro, fratello di un pentito di 'ndrangheta, "non era componente attivo della criminalità, ma solo protetto e lui stesso si sentiva abbastanza protetto". La rassicurazione è stata fornita al sindaco di Pesaro Matteo Ricci durante il Comitato per l'ordine e sicurezza che si è tenuto in Prefettura con la partecipazione del ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Per essere chiari - ha aggiunto il sindaco - non è arrivata la 'ndrangheta a Pesaro. Ma lo Stato ha portato persone a proteggersi dalla 'ndrangheta perché ritiene questo territorio più sicuro di altri". Ricci ha apprezzato che lo "Stato abbia dimostrato la sua presenza perché è successa una cosa grave e c'è una paura nuova in città: era necessario dare un messaggio chiaro sul tema dei collaboratori di giustizia". In ogni caso, ha riferito ancora Ricci, "abbiamo chiesto una riduzione dei collaboratori di giustizia sul nostro territorio. Anche la Procura è del parere che ve ne siano tanti nelle Marche, proprio perché ritenute un territorio più sicuro rispetto ad altri. E' stato apprezzato - ha detto ancora il sindaco a proposito della riunione del comitato - il lavoro dell'amministrazione sulle telecamere che stanno dando un contributo alle indagini dei carabinieri e della procura. E' importante tenere sempre la guardia alta".
Fascicolo per omicidio volontario con aggravante mafiosa
La procura distrettuale antimafia di Ancona e quella ordinaria di Pesaro hanno aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio volontario con l'aggravante mafiosa. La modalità dell'esecuzione lascia pochi dubbi agli investigatori. Al centro dell'indagine l'identità degli autori, i mandanti e il movente dell'omicidio, che non è escluso essere legato ai conflitti di inizio anni Duemila per il dominio di Gioia Tauro, nei quali era coinvolto il fratello pentito della vittima, Girolamo.
Salvini: 'Ndrangheta problema europeo"
La 'ndrangheta "non è problema calabrese ma europeo, visto che ci sono infiltrazioni in diversi Paesi europei. E con altre polizie europee stiamo tentando di confiscare beni per mezza Europa", ha detto Matteo Salvini a Pesaro, rispondendo alle domande dei giornalisti sulla circostanza che l'ordine per l'agguato costato la vita nella città marchigiana al fratello di un collaboratore di giustizia sarebbe arrivato dalla Calabria.
"Consorzio criminale più pericoloso del continente"
"Che la 'ndrangheta sia il consorzio criminale più pericoloso in Italia e all'estero è evidente - ha detto il ministro - stiamo lavorando con i colleghi austriaci, tedeschi e francesi; che sia l'associazione criminale ancora più resistente e ad alto tasso d'infiltrazione è chiaro. Alla 'ndrangheta e agli 'ndranghetisti ci stiamo dedicando con assoluta, totale e completa attenzione".
"Episodio di Pesaro segnale di debolezza"
"L'episodio di Pesaro è un gesto di estrema debolezza. Un segnale di arroganza, di violenza ma di debolezza. Lo Stato è più forte e, alla fine, la battaglia sarà vinta. Se pensano di spaventare qualcuno, hanno sbagliato sia città che ministro", dice Salvini.
Il ministro: "Bruzzese aveva chiesto di uscire da programma di protezione"
"Questo signore, al quale va una preghiera, da oltre due anni e mezzo aveva chiesto di uscire dal sistema di protezione", spiega il ministro in riferimento a Marcello Bruzzese, ammazzato il 25 dicembre nel centro marchigiano. "Vedremo cosa non ha funzionato nel sistema di protezione, anche se il lavoro delle forze dell'ordine e' eccellente. Per fortuna i dati ci dicono che le Marche e i marchigiani sono piu' forti di qualunque infiltrazione criminale, e i dati lo confermano".
"Marche non sono terra di infiltrazioni mafiose"
"Questa - ha sottolineato Salvini - non e' terra di infiltrazioni mafiose, ma e' terra sana che reagisce, dove i cittadini sono pronti a collaborare, a denunciare, a segnalare". Uno stato di salute, quello della societa' pesarese, dimostrato anche la drastica diminuzione dei reati del 2018: -13% complessivamente e -30% dei furti nelle abitazioni. "Questo ci conforta - ha detto Salvini - ma e' ovvio che taluni segnali non vanno assolutamente sottostimati. Alcuni segnali di infiltrazioni criminali si stanno vagliando, ma far passare Marche e marchigiani come terra di criminalita' organizzata e' qualcosa che questa comunita' non merita". Sulla protezione di Marcello Bruzzese, Salvini ha rimarcato che "lo stesso aveva chiesto di uscire dal sistema, perche' non riteneva ve ne fossero piu' le condizioni". "A quanto mi consta - ha sottolineato -, senza entrare nel merito di scelte che spettano ad altri - la procedura era in corso. C'era un ragionamento di tipo economico, su come chiudere la partita, come accade in altre fattispecie".
"Chi ha sbagliato salterà"
"Signora stia tranquilla chi ha sbagliato salterà...". Con queste parole il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha risposto, uscendo dalla Prefettura di Pesaro, a una signora che, tra la folla di persone che lo attendevano, gli aveva urlato: "Non si può morire in questo modo a Pesaro".
Il sindaco Ricci: "Non è arrivata la 'Ndrangheta a Pesaro"
La vittima dell'agguato a Pesaro, fratello di un pentito di 'ndrangheta, "non era componente attivo della criminalità, ma solo protetto e lui stesso si sentiva abbastanza protetto". La rassicurazione è stata fornita al sindaco di Pesaro Matteo Ricci durante il Comitato per l'ordine e sicurezza che si è tenuto in Prefettura con la partecipazione del ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Per essere chiari - ha aggiunto il sindaco - non è arrivata la 'ndrangheta a Pesaro. Ma lo Stato ha portato persone a proteggersi dalla 'ndrangheta perché ritiene questo territorio più sicuro di altri". Ricci ha apprezzato che lo "Stato abbia dimostrato la sua presenza perché è successa una cosa grave e c'è una paura nuova in città: era necessario dare un messaggio chiaro sul tema dei collaboratori di giustizia". In ogni caso, ha riferito ancora Ricci, "abbiamo chiesto una riduzione dei collaboratori di giustizia sul nostro territorio. Anche la Procura è del parere che ve ne siano tanti nelle Marche, proprio perché ritenute un territorio più sicuro rispetto ad altri. E' stato apprezzato - ha detto ancora il sindaco a proposito della riunione del comitato - il lavoro dell'amministrazione sulle telecamere che stanno dando un contributo alle indagini dei carabinieri e della procura. E' importante tenere sempre la guardia alta".
Fascicolo per omicidio volontario con aggravante mafiosa
La procura distrettuale antimafia di Ancona e quella ordinaria di Pesaro hanno aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio volontario con l'aggravante mafiosa. La modalità dell'esecuzione lascia pochi dubbi agli investigatori. Al centro dell'indagine l'identità degli autori, i mandanti e il movente dell'omicidio, che non è escluso essere legato ai conflitti di inizio anni Duemila per il dominio di Gioia Tauro, nei quali era coinvolto il fratello pentito della vittima, Girolamo.