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POLITICA

L'ex senatore ha incontrato i familiari

Dell'Utri resta detenuto a Beirut. La Cassazione verso il rinvio

L'Italia ha chiesto alle autorità libanesi l'estradizione. Oggi la Suprema Corte potrebbe far slittare la decisione sulla condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa

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E' quasi sicuro che Marcello Dell'Utri - nonostante sia in custodia cautelare a Beirut, inseguito da un mandato di arresto internazionale - sia riuscito a guadagnare comunque tempo nella corsa verso la prescrizione dell'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per la quale è stato condannato nell'appello bis a sette anni di carcere. Anche se i termini della consumazione del reato verranno congelati, la Cassazione difficilmente potrà negare il rinvio dell'udienza fissata per oggi. E il primo luglio dovrebbe scattare l'estinzione del reato per il quale l'ex braccio destro di Silvio Berlusconi è imputato per aver fatto da cerniera tra Cosa Nostra e l'ex premier.

I certificati dei difensori
A chiederlo sono stati gli avvocati Massimo Krogh, un tempo 'ermellino' presso la Sesta sezione penale della Suprema Corte, e il collega, più giovane, Giuseppe Di Peri. Tutti e due hanno fatto presente di avere problemi di salute che gli rendono impossibile partecipare al dibattimento in calendario davanti alla Prima sezione penale presieduta da Cristina Siotto. Il fascicolo di Dell'Utri era già stato studiato dal consigliere relatore Margherita Cassano che sarà anche incaricata di scrivere la sentenza, quando si terrà la nuova udienza.
Krogh avrebbe provveduto almeno una settimana fa ad inviare in cancelleria, presso la Prima sezione penale della Suprema Corte, la sua richiesta di rinvio dell'udienza con allegata certificazione medica di ricovero in clinica. Di Peri, invece, solo sabato ha inviato un fax sul suo stato di malattia.

Comunque sia, difficilmente i supremi giudici potranno prendere una decisione diversa da quella di far slittare l'udienza per Dell'Utri. Oggi sentiranno il parere che sul differimento esprimerà Aurelio Galasso, rappresentante della Procura generale della Cassazione che potrebbe anche chiedere tramite le Asl - di Napoli e Palermo - la verifica delle condizioni dei due legali, anche se l'ipotesi è remota.
Probabilmente saranno chiamati ad esprimersi, dal presidente Siotto, il rappresentante dell'Avvocatura dello Stato e le altre due parti civili, tra le quali figura il Comune di Palermo. Poi il collegio dovrebbe riunirsi brevemente in camera di consiglio e deliberare il rinvio rendendo pubblica la decisione. Ma potrebbe anche riservarsi di esaminare la richiesta di differimento insieme alle altre cause in decisione e far conoscere l'esito solo nel momento della lettura di tutti i verdetti. Ossia a fine giornata. Si allunga, dunque, l'attesa di Dell'Utri che certo non ha fretta di arrivare alla conferma del verdetto emesso il 25 marzo 2013 dalla Corte di Appello di Palermo che ha dato per assodati i suoi rapporti con la mafia fino al 1992.

L'estradizione
Per Dell'Utri, che finora non è stato sentito dalla magistratura libanese che non lo ritiene al momento necessario, è stata avviata dall'Italia la richiesta di estradizione sul cui esito nulla è scontato. E' stato il procuratore generale presso la Corte di Cassazione libanese, Samir Hammud, a spiegare i motivi per i quali ha rinunciato a convocare, almeno per ora, l'ex senatore di Forza Italia, dopo che per lunghe ore giornalisti, funzionari dell'ambasciata italiana e dell'Interpol giunti da Roma avevano atteso a Palazzo di Giustizia di Beirut il suo arrivo per un possibile interrogatorio. L'alto magistrato ha sottolineato di avere approvato due giorni fa l'esecuzione del mandato di arresto di Dell'Utri giunto alla polizia libanese tramite Interpol con la procedura che viene definita di "segnalazione rossa". In base al trattato bilaterale in vigore dal 1975, tale richiesta dovrà essere trasmessa a Beirut entro il termine di 30 giorni. Solo allora il procuratore generale dovrà sentire Dell'Utri e presentare una relazione al ministero della Giustizia per raccomandare la concessione o meno dell'estradizione. Ma sarà l'autorità esecutiva a decidere, con un provvedimento che dovrà essere firmato dallo stesso ministro della Giustizia, dal primo ministro e dal presidente della Repubblica.

Nel pomeriggio di ieri la moglie e un figlio dell'ex senatore, giunti ieri dall'Italia, hanno potuto incontrarlo nella sezione dei servizi di Intelligence del Comando della polizia, nell'area tra l'ospedale francese Hotel Dieu e la zona del Museo. Durante il colloquio, durato circa 15 minuti, i familiari gli hanno consegnato alcuni libri e farmaci. Mentre non gli è consentito vedere la televisione o ricevere giornali, essendo sottoposto a regime di isolamento. Dell'Utri avrebbe affidato la sua difesa in Libano ad un esperto avvocato libanese, Nasser Al Khalil. Ma questi non ha ancora confermato di avere ricevuto l'incarico.