POLITICA
Libano
Dell'Utri lascia gli arresti, ora è ricoverato in ospedale a Beirut
L'ex senatore del Pdl lascia il Comando di polizia e adesso si trova nella struttura ospedaliera dell'Al Hayat. La notizia confermata dal suo avvocato libanese. Sull'estradizione pesa la richiesta libanese di ottenere la documentazione in arabo

Marcello Dell'Utri ha lasciato la sede del Comando della polizia a Beirut, dove era detenuto da sabato, ed è stato ricoverato presso l'ospedale Al Hayat. A comunicarlo è il suo avvocato libanese, Nasser Al Khalil.
Il trasferimento in ospedale di Dell'Utri, che ha 73 anni e ha recentemente subito un intervento di angioplastica, è stato disposto dal procuratore generale presso la Corte di Cassazione, che segue il suo caso, dopo un'istanza del legale libanese. L'alto magistrato, ha spiegato Al Khalil, ha preso la decisione sulla base di un referto stilato da un cardiologo che ha visitato Dell'Utri nel centro di detenzione e ha ritenuto necessario un monitoraggio continuo, anche se le sue condizioni non destano preoccupazioni. Dell'Utri rimane comunque agli arresti ed è stato trasferito all'ospedale Al Hayat perché il nosocomio è dotato di un piccolo padiglione
sorvegliato dalla polizia riservato ai detenuti.
Non conferma e non smentisce invece Giuseppe Di Peri, il legale palermitano dell'ex senatore del Pdl, la notizia del ricovero. Secondo Di Peri, confermerebbe quanto già dichiarato in un comunicato stampa e rientrerebbe "nel quadro clinico di una persona che non sta bene e la cui salute potrebbe subire delle alterazioni in seguito al forte stress a cui è sottoposta".
La richiesta d'estradizione
L'avvocato libanese ha poi precisato che il ricovero è stato disposto per "ragioni umanitarie" che nulla hanno a che vedere con la procedura di estradizione richiesta dall'Italia, precisando che la richiesta documentata di estradizione non è ancora arrivata dal nostro Paese. E rischiano di complicarsi le procedure. Secondo indiscrezioni, a corredo della richiesta, il ministero della Giustizia dovrebbe allegare tutti gli atti tradotti in arabo del processo della corte d'appello di Palermo con la condanna dell'ex senatore a 7 anni. La Procura generale si è mobilitata per recuperare il materiale, che è vastissimo: non si tratterebbe infatti solo dell'ultima sentenza, che comunque è lunga circa 500 pagine, e di tutti i verbali delle udienze e delle deposizioni dei testi sentiti al processo di secondo grado, ma anche, secondo un'interpretazione del trattato di estradizione Italia-Libano, dei due verdetti precedenti (il primo del tribunale e la prima sentenza d'appello poi annullata dalla Cassazione). Una mole enorme di carte - si tratta di una vicenda giudiziaria di vent'anni - che verrà trasmessa in via Arenula e poi tradotta.
Resta in stallo quindi la situazione giudiziaria di Dell'Utri. La Procura libanese è in attesa di esaminare la richiesta di estradizione presentata dall'Italia, e il 12 maggio scadrà il fermo provvisorio sull'ex senatore. Tre giorni prima, il 9 maggio, la Cassazione dovrebbe pronunciari definitivamente sulla sua condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Il trasferimento in ospedale di Dell'Utri, che ha 73 anni e ha recentemente subito un intervento di angioplastica, è stato disposto dal procuratore generale presso la Corte di Cassazione, che segue il suo caso, dopo un'istanza del legale libanese. L'alto magistrato, ha spiegato Al Khalil, ha preso la decisione sulla base di un referto stilato da un cardiologo che ha visitato Dell'Utri nel centro di detenzione e ha ritenuto necessario un monitoraggio continuo, anche se le sue condizioni non destano preoccupazioni. Dell'Utri rimane comunque agli arresti ed è stato trasferito all'ospedale Al Hayat perché il nosocomio è dotato di un piccolo padiglione
sorvegliato dalla polizia riservato ai detenuti.
Non conferma e non smentisce invece Giuseppe Di Peri, il legale palermitano dell'ex senatore del Pdl, la notizia del ricovero. Secondo Di Peri, confermerebbe quanto già dichiarato in un comunicato stampa e rientrerebbe "nel quadro clinico di una persona che non sta bene e la cui salute potrebbe subire delle alterazioni in seguito al forte stress a cui è sottoposta".
La richiesta d'estradizione
L'avvocato libanese ha poi precisato che il ricovero è stato disposto per "ragioni umanitarie" che nulla hanno a che vedere con la procedura di estradizione richiesta dall'Italia, precisando che la richiesta documentata di estradizione non è ancora arrivata dal nostro Paese. E rischiano di complicarsi le procedure. Secondo indiscrezioni, a corredo della richiesta, il ministero della Giustizia dovrebbe allegare tutti gli atti tradotti in arabo del processo della corte d'appello di Palermo con la condanna dell'ex senatore a 7 anni. La Procura generale si è mobilitata per recuperare il materiale, che è vastissimo: non si tratterebbe infatti solo dell'ultima sentenza, che comunque è lunga circa 500 pagine, e di tutti i verbali delle udienze e delle deposizioni dei testi sentiti al processo di secondo grado, ma anche, secondo un'interpretazione del trattato di estradizione Italia-Libano, dei due verdetti precedenti (il primo del tribunale e la prima sentenza d'appello poi annullata dalla Cassazione). Una mole enorme di carte - si tratta di una vicenda giudiziaria di vent'anni - che verrà trasmessa in via Arenula e poi tradotta.
Resta in stallo quindi la situazione giudiziaria di Dell'Utri. La Procura libanese è in attesa di esaminare la richiesta di estradizione presentata dall'Italia, e il 12 maggio scadrà il fermo provvisorio sull'ex senatore. Tre giorni prima, il 9 maggio, la Cassazione dovrebbe pronunciari definitivamente sulla sua condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.