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POLITICA

Firenze

Denis Verdini, chiesto il processo per bancarotta

L'esponente di Forza Italia era amministratore della Società Toscana di Edizioni fallita nel 2014

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La procura di Firenze ha chiesto il processo per bancarotta fraudolenta per Denis Verdini come amministratore di fatto e socio di maggioranza della Società Toscana di Edizioni fallita nel 2014. Stessa richiesta per altri coindagati tra cui il deputato Massimo Parisi (Forza Italia), Girolamo Strozzi, Enrico Luca Biagiotti, Pierluigi Picerno. L'onorevole Parisi, coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana, è stato componente del cda della stessa società fino al 2008 e considerato amministratore di fatto del gruppo editoriale. Strozzi invece ha svolto la funzione di presidente fino al 2012 mentre Biagiotti era membro del cda e Picerno amministratore e poi liquidatore della stessa società.

Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero realizzato 'atti di distrazione' di capitali dalla società editoriale, causandone la bancarotta. Tra questi episodi, la distrazione di 2.600.000 euro effettuata con contratto preliminare del 2004 con cui la Ste si obbligava ad acquistare da Verdini e Parisi quote di un'altra società, la Nuova Toscana Editrice srl, dotata di un capitale sociale di 62.000 euro e oberata, al bilancio del 2001,  di debiti complessivi per 660.260 euro e che nel 2004 risultava in perdita per 839.436 euro. Inoltre, poiché per l'accusa la Ste, a sua volta, si trovava in uno stato di difficoltà economica fin dalla sua costituzione e registrava nell'anno 2004 una perdita che aveva intaccato il capitale sociale, questa operazione per gli inquirenti è priva di valide ragioni economiche.

Operazione che proseguì con il versamento dalla Ste ai conti bancari di Verdini e Parisi di 1.300.000 euro ciascuno, in data antecedente alla stipulazione del contratto definitivo, cosa che non avviene e per la quale la Ste non farà mai valere le sue ragioni contro Verdini e Parisi. Successivamente, nel giugno 2009 la Ste cedeva quel contratto preliminare - mai perfezionato e comprensivo della posizione creditoria verso Verdini e Parisi -, al prezzo di 2.600.000 euro agli imprenditori Antonella Pau e Giuseppe Tomassetti. Questi si obbligarono a sottoscrivere un aumento di capitale di 200.000 euro entro il 31 dicembre 2010 e versarono 800.000 euro tra giugno e dicembre 2009 senza garanzie per il prezzo residuo. Secondo la procura di Firenze l'operazione fu fatta solo per rendere definitiva l'attribuzione di 2.600.000 euro a Verdini e Parisi.