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POLITICA

Depositate oggi le motivazioni

Cassazione: ad Arcore "serate disinvolte e spregiudicate" ma Berlusconi ignorava che Ruby era minore

Per la Suprema corte è "tutto da provare se, come e quando il dato della minore eta' di Karima El Mahroug venne portato a conoscenza di Silvio Berlusconi", prima della sera in cui Ruby venne fermata dalla polizia

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Karima El Mahroug
Roma
E' tutto da dimostrare che Berlusconi fosse realmente a conoscenza della minore età di Ruby quando la ragazza marocchina frequentava le "serate disinvolte e spregiudicate" che si svolgevano ad Arcore. Così la Cassazione spiega nelle sue motivazioni la sentenza con cui il 10 marzo scorso i giudici della sesta sezione penale della Suprema corte  hanno confermato l'assoluzione dell'allora premier dai reati di prostituzione minorile e concussione aggravata decisa dalla corte d'appello di Milano il 18 luglio 2014.

Emilio Fede e Lele Mora non avevano interesse a dire della minore età di Ruby
Infatti "accertato l'interesse personale e utilitaristico di Fede ad alimentare e preservare il sistema delle 'disinvolte e spregiudicate' serate ad Arcore, la corte d'appello di Milano - spiega la Cassazione - ritiene che nulla induceva ad accreditare l'ipotesi accusatoria secondo cui Fede, in contrasto con i propri interessi, avrebbe rivelato a Berlusconi la minore età della giovane marocchina, mettendo così a rischio, almeno in astratto, la partecipazione di Ruby alle serate, che lo stesso Fede, tramite l'amico Mora, promuoveva e incentivava". Ai giudici è apparsa evidente "l'ambivalenza dei rapporti tra il giornalista Emilio Fede e Berlusconi", che non erano  "totalmente disinteressati, ma erano motivati anche da opportunità di ritorno economico". Infatti dalle telefonate intercorse tra l'ex direttore del Tg4 e Lele Mora, agente del mondo dello spettacolo, è risultato che i due sfruttando "le gravi difficolta' economiche in cui versava Mora e agendo in sinergia tra loro, avevano convinto il facoltoso amico ad erogare una notevole somma di denaro" di cui una parte non trascurabile era stata girata a beneficio proprio di Fede "che l'aveva pretesa quale prezzo della sua mediazione".

Quando Berlusconi venne a conoscenza dell'età di Ruby
​Per
 la Corte d'appello e per la Suprema corte "l'aspetto fisico" e "il modo di comportarsi di Ruby" "non tradivano minimamente la sua età effettiva" e così Silvio Berlusconi venne a conoscenza della minore età di Ruby solo in occasione della sera del 27 maggio 2010, quando la ragazza fu portata in questura per accertamenti e l'allora premier contattò telefonicamente Pietro Ostuni (capo di gabinetto del questore di Milano) per comunicare che Ruby gli era stata segnalata come nipote dell'allora presidente egiziano Mubarak e che poteva essere affidata alla consigliera regionale Nicole Minetti.

Nessuna concussione nella telefonata in Questura
Nella telefonata, secondo i Supremi giudici, non può configurarsi il reato di concussione perché, come riferito dallo stesso Ostuni, Berlusconi in quella occasione "si limito' a segnalare il caso" di Ruby e "a indicare la persona che, portandosi in Questura, si sarebbe potuta far carico della ragazza minorenne fermata". Lo stesso Capo di gabinetto  escluse "di essere stato destinatario di un ordine cogente, da lui avvertito come ineludibile". Inoltre non può considerarsi una pressione neanche "l'asserita parentela della giovane con il presidente egiziano, circostanza rivelatasi, nel breve volgere di qualche minuto, falsa e quindi priva di qualunque idoneità ad ingannare il funzionario e ad indurlo a soddisfare la richiesta rivoltagli". Insomma, si legge nelle motivazioni, il capo gabinetto del questore di Milano ha tenuto un atteggiamento "rivelatosi non consono a un dirigente della Polizia".