Migranti
Di Maio insiste: non lasceremo donne e bambini in mare. Ma Salvini replica: non cediamo ai ricatti
Il vicepremier 5 stelle: "Non arretriamo su politiche migratorie ma diamo lezione a Ue". Il ministro dell'Interno rilancia: "Vergognoso il silenzio della Ue". Giorgia Linardi, portavoce Sea Watch: governo diviso, l'offerta italiana non è credibile. Appello degli arcivescovi di Malta: "L'Europa mostri compassione e solidarietà concreta verso i più vulnerabili"

Sulla politica migratoria "che ha permesso di ridurre in maniera considerevole gli sbarchi non vogliamo tornare indietro, non arretriamo, ma quando si parla di donne e bambini l'Italia deve dare un lezione a tutta l'Europa". Lo ha dichiarato il vice premier, Luigi di Maio, parlando della due navi - Sea Watch 3 e Sea Eye - con una cinquantina di persone a bordo in balìa del Mediterraneo da due settimane.
"Ci sono 10 persone tra donne e bambini da 14 giorni in mezzo al mare a un miglio dalle coste maltesi, la Ue nasconde la testa sotto la sabbia, Malta finge di non vedere - ha detto Di Maio, a margine di un incontro a Novi Ligure con i lavoratori della Pernigotti - di fronte a questo, noi come Italia diciamo che siamo disponibili a prendere queste 10 persone, donne e bambini, perché nessun bambino può essere lasciato per 14 giorni in mezzo al mare perchè l'Europa e Malta non fanno il loro lavoro".
"Se le Ong dicono che non sono disponibili a farli scendere allora - ha proseguito Di Maio - dico che le Ong non dispongono della vita delle persone, anzi chiederemo accertamenti per sapere dove hanno prelevato queste persone, per sapere se sono state consegnate da qualche scafiste o salvate in mare". E poi: "Chiedo all'Ue di dare l'input a Malta di farli sbarcare in quel Paese", ha detto Di Maio, questa sera a Pescara. Il ministro ha ricordato che "l'Italia ha dato la disponibilità a ricevere bambini e mamme, in tutto 10 persone delle 49 presenti sulle imbarcazioni. Se Malta non li fa sbarcare - ha rim rcato - noi non possiamo neanche prendere loro".
Salvini: vergognoso silenzio della Ue, non cediamo ai ricatti
Tuttavia Matteo Salvini ribadisce la sua posizione. "Vergognoso l’atteggiamento dell’Europa che tace. Evidentemente le lezioncine di umanità vanno indirizzate solo all’Italia. Non cediamo ai ricatti e alle menzogne", dichiara il ministro dell'Interno in merito alla vicenda delle navi Sea Eye e Sea Watch 3. "Due navi ong sono in acque territoriali maltesi: le persone a bordo devono essere fatte sbarcare a La Valletta", aggiunge il vicepremier. in alternativa, dice, "visto che le navi delle ong hanno bandiera olandese e tedesca, chiedano aiuto a Berlino e Amsterdam per attivare immediatamente un corridoio umanitario. A questo proposito non risulta che Olanda e Malta abbiano mai attivato corridoi umanitari come invece fatto dall'Italia".
Portavoce Sea Watch: governo diviso, l'offerta dell'Italia non è credibile
"La dichiarazione del vice premier Luigi Di Maio è stata prontamente smentita da Matteo Salvini: l'Italia resta in una posizione che, rispetto alle intenzioni, non è chiara. È un'opzione che non possiamo prendere sul serio". Lo afferma Giorgia Linardi, portavoce della Ong tedesca Sea Watch. "La trattativa sulla redistribuzione dovrebbe avvenire dopo lo sbarco. Non prima di garantire un porto. È scandaloso. È una violazione del diritto internazionale che regola le operazioni di soccorso in mare", dice Linardi, secondo cui "parlare di 'invasione' è pura propaganda. Non c'è alcuno ostacolo: queste persone non possono costituire un problema nel continente più ricco al mondo". I migranti a bordo, prosegue, "hanno chiesto al comandante di essere divisi tra i vari stati Ue: si chiedono come mai non sia possibile. Ed è difficile dar loro una risposta". "Vediamo uno spiraglio nell'annuncio della Commissione europea che ha dichiarato l'avvio di un dialogo con i paesi membri per la redistribuzione. Sappiamo che Germania, Francia e Olanda hanno dato già disponibilità: speriamo che una soluzione venga raggiunga presto", dichiara Linardi.
Il monito di Malta
"Piuttosto che fare tali dichiarazioni contro Malta e la solidarietà europea, l'Italia dovrebbe partecipare al ricollocamento dei migranti attualmente in corso". Così in una nota rilanciata su Twitter, il ministro degli Interni di Malta, Michael Farrugia, replica al governo italiano sulla vicenda dei migranti a bordo della Sea Watch. E in particolare al vicepremier Luigi Di Maio dice: "Il governo di Malta raccomanda al vicepremier italiano di valutare questi fatti prima di fare dichiarazioni pubbliche ed evitare di farne di simili in futuro". E ricorda: "La nave della ong ha messo in salvo i migranti in un'area che era fuori dalla zona di ricerca e salvataggio di Malta. Si tratta di un'area più vicina all'Italia che a Malta. La ong ha quindi chiesto all'Italia un porto sicuro in cui sbarcare ma l'Italia ha rifiutato. Da qui il motivo per cui la nave è stata costrettaa navigare oltre, e cercare rifugio nelle acque territoriali maltesi. L'Italia ha chiuso i porti a tutte le ong e anche ad altri soccorritori mentre doveva farli sbarcare in accordo con il diritto internazionale".
Sea Eye: amiamo l'Italia, non è 'Salvinia'
"Amiamo l'Italia perchè Italia non significa Salvinia. Grazie per la vostra solidarietà" scrive in un tweet la ong Sea Eye che, come la Sea Watch, ha la sua nave 'Professor Albrecht Penck' con 17 migranti a bordo ferma vicino a Malta senza ancora l'ok allo sbarco. Sea Eye ha postato il commento a corredo della foto di manifestanti che invitano l'Italia ad aprire i porti.
L'arcivescovo di Malta sale a bordo della 'Lifeline'
"La vita umana non ha prezzo e le trattative non dovrebbero mai avvenire a spese delle persone che sono in difficoltà". Lo ha detto l'arcivescovo di Malta mons. Charles Scicluna, che stamane è salito a bordo della MV Lifeline, ormeggiata nel Grande Porto di Malta. In una nota diffusa sul sito della Chiesa cattolica maltese e rilanciato da Agensir, si riferisce che l'arcivescovo ha incontrato i membri dell'equipaggio e ha nuovamente lanciato un appello perché "l'Europa agisca senza ulteriore ritardo per salvare i nostri fratelli e sorelle" che sono ancora in mare. Secondo monsignor Scicluna, sebbene "il fenomeno dell'immigrazione richieda soluzioni a livello europeo", è "una grande ingiustizia che questi fratelli e sorelle siano diventati vittime dei negoziati tra i leader europei". I tre vescovi dell'isola nei giorni scorsi hanno lanciato ripetutamente un appello affinché "l'Europa mostri compassione e solidarietà concreta verso i più vulnerabili".