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SALUTE

Inquinamento

Di amianto ancora si muore: 4000 l'anno in Italia

La Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto. Legambiente: migliaia di morti ogni anno, anche in Italia, malgrado sia stato messo fuori legge da oltre 20 anni. Ed il peggio deve ancora arrivare 

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di Valerio Rossi Albertini
Secondo uno studio di Legambiente, ogni anno in Italia le morti correlate all’amianto sono circa quattromila, nonostante l’amianto sia stato bandito ormai da oltre venti anni.
Il dato non è sorprendente per due ragioni. La prima è che sono ancora presenti sul territorio oltre 30 milioni di tonnellate da smaltire; la seconda è che gli effetti devastanti sulla salute dell’amianto sono lenti, ma spesso inesorabili.

Guardiamo ai numeri, spesso contengono le verità che non riusciamo ad intuire. In Italia siamo 60 milioni, che corrisponde a mezza tonnellata per ogni abitante. La pessima notizia è che la mia mezza tonnellata, potrebbe sterminare l’intera popolazione mondiale, come si può facilmente capire osservandone il meccanismo di azione. L’amianto è una sostanza fibrosa, i cui filamenti hanno uno spessore mille volte inferiore a quello di un capello. Sono dunque leggerissimi e fragili. Si spezzano in frammenti che somigliano ad aghi e volano nell’aria più agilmente del polline e della polvere domestica, penetrando in ogni anfratto e in ogni interstizio. Appartengono alla categoria delle nanoparticelle, corpuscoli microscopici contro i quali il nostro apparato di respirazione non ha difese efficaci perché, nel corso dell’evoluzione, non ci siamo mai trovati a fronteggiare un tale nemico e non abbiamo quindi sviluppato, darwinianamente, contromisure idonee a neutralizzarlo. Gli aghi di amianto passano attraverso le barriere respiratorie, come un banco di sardine attraverso una tonnara, e arrivano dove non dovrebbero mai arrivare, a depositarsi sulla superficie degli alveoli polmonari o, a volte, addirittura a conficcarsi al loro interno. A questo punto, il sistema immunitario prova a reagire, attivando le proprie difese, come se si trattasse di un’invasione da parte di microoganismi ordinari ma, disgraziatamente, stavolta si tratta di materia inorganica, governata da una chimica molto diversa. I ripetuti tentativi di eliminare gli intrusi spesso approdano solo ad un’infiammazione cronica e all’attivazione di reazioni biochimiche che possono sfociare nell’insorgenza di una neoplasia conosciuta come mesotelioma della pleura, tuttora fatale nella maggior parte dei casi. Ma perché ciò accada occorre molto tempo, dell’ordine delle decine di anni.

Ecco perché l’amianto è così insidioso. E’ un sicario paziente, tacito e subdolo. Lo possiamo aspirare ed ingerire senza avvertirne l’odore e il sapore, possiamo toccarlo senza sentirlo e guardarlo senza vederlo. Però c’è! Sta intorno a noi, in forme insospettabili e in luoghi dove non ci aspetteremmo di trovarlo, nella tettoia di un casale di campagna, nella canna fumaria di fronte alla nostra finestra o nella cara fioriera in cui la nonna coltivava i suoi gerani. Questi sono infatti alcuni dei camuffamenti dell’amianto, che non si trova solo in schiume o tessuti lanuginosi, ma anche in alcuni cementi che lo contengono, noti col nome solenne e altisonante di Eternit, ma in realtà solo un cavallo di troia per fibre letali. L’Eternit non sarebbe di per se pericoloso, finché integro e in buono stato di conservazione, ma, a dispetto di quanto vorrebbe evocare, è tutt’altro che eterno. Quando comincia ad invecchiare e a deteriorarsi, per usura meccanica o per l’esposizione agli agenti atmosferici, si sfalda, si apre e rilascia il suo carico. Quindi, se abbiamo il sospetto che una copertura sia di Eternit e, soprattutto, se la vediamo mal ridotta, rivolgiamoci ad una delle molte ditte specializzate e certificate ed evitiamo di intervenire da soli. Il “fai da te” è tassativamente proibito, perché, in questi casi, distrazioni e leggerezze possono esporre a pericoli tanto grandi, quanto ingiustificati.