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MONDO

Il negoziato

Dialogo di pace in Libia, momento cruciale

La tregua continua a essere rispettata, mentre proseguono senza incidenti sia la produzione che l’export di petrolio e gas 

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di Leonardo SguraIl Cairo
Il dialogo tra autorità della Cirenaica e della Tripolitania prosegue. A piccoli passi, ma quotidiani, la pace libica sembra prendere finalmente forma dopo quasi un decennio di conflitto. La tregua continua a essere rispettata, mentre proseguono senza incidenti sia la produzione che l’export di petrolio e gas, riprese da alcune settimane dopo che Haftar ha deciso di rimuovere il blocco iniziato a fine gennaio.

Stephanie Williams, capo della missione Onu in Libia, annuncia che venerdì si riunirà a Ginevra la commissione militare congiunta 5+5 per iniziare a mettere nero su bianco gli accordi di massima su disarmo, cessate il fuoco e sorveglianza armata del territorio raggiunti a Hurgada, in Egitto, in un vertice di due settimane fa. 

Oggi è iniziato al Cairo un dialogo di tre giorni in cui Tripoli e Tobruk dovranno definire l’assetto costituzionale del paese per il dopo elezioni, ipotizzate per la prossima primavera. 

In Marocco, a Bouznika, nei giorni scorsi le due parti avevano raggiunto una intesa di massima anche sui futuri assetti economici e politici. 

E a inizio novembre sarà la Tunisia ad ospitare un confronto che di fatto riprenderà il lavoro della Conferenza di Pace tenuta a Berlino lo scorso gennaio. L’Onu ha previsto sessioni di lavoro anche virtuali, a causa della pandemia Covid. 

“L’obiettivo generale del dialogo – si legge in una nota Unsmil – sarà di generare consenso su un quadro di accordi di governance unificati che porteranno allo svolgimento delle elezioni nel più breve tempo possibile, al fine di ripristinare la sovranità della Libia e la legittimità democratica delle istituzioni libiche”. “Le Nazioni Unite – prosegue la nota – sollecitano un completo ritiro di tutte le manovre e rinforzi militari per consentire un cessate il fuoco duraturo, compresa una zona smilitarizzata nella Libia centrale. 

Se un problema resta, ed è un problema che al momento va oltre il dialogo di pace, riguarda l’accordo tra Tripoli e Turchia dello scorso autunno, con cui Ankara ritiene di aver ottenuto il via libera per lo sfruttamento di una zona del Mediterraneo che invece è sotto la sovranità di Grecia e Cipro. Ieri un’ampia delegazione diplomatica europea è tornata a ripetere ad Al Serraj che l’accordo è illegittimo perché viola il diritto internazionale marittimo.