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MONDO

Il bilancio

A dieci anni da Katrina. New Orleans non è più una città per neri

Dieci anni fa l'uragano Katrina distruggeva la città di New Orleans in Lousiana. Fu una delle peggiori catastrofi della storia degli Stati Uniti che provocò 80 miliardi di danni e sfiancò la popolazione. Oggi sono stati fatti progressi tangibili ma restano le vecchie divisioni 

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L'uragano Katrina colpisce New Orleans (Getty)
di Paola Cutini
Il 29 agosto del 2005 New Orleans sembrava una città post apocalittica. L'urgano Katrina, con i suoi venti a 280 chilometri orari e la sua portata di acqua, si scagliò con violenza sugli stati americani che si affacciano sul Golfo del Messico e poi colpì duramente New Orleans, in Lousiana. Gli argini del Mississipi non ressero, i quattro quinti della città furono sommersi dall'acqua. Morirono quasi duemila persone. Si contarono oltre un milione di sfollati.

Catastrofe annunciata
Eppure, in parte, la catastrofe era stata annunciata. Il 23 agosto 2005 , quasi una settimana prima che Katrina si scatenasse su New Orleans, i rilevatori del National Hurricane Center registrarono perturbazioni a sud delle Isole Bahamas prevedendone lo spostamento verso il Golfo del Messico: una tempesta tropicale che diventava sempre più pericolosa con l'avvicinarsi alla terraferma. Il 28 agosto Katrina fu dichiarata uragano di categoria 5 e il sindaco, Ray Nagin, ordinò l’evacuazione obbligatoria dalla città.

L'inferno del Superdome
In molti - i più ricchi - fuggirono per mettersi in salvo. Quelli che erano rimasti, si rifugiarono sui tetti aspettando un aiuto. I più disperati restarono bloccati nel Superdome, il maestoso stadio poi diventato simbolo della tragedia, dove le autorità fecero rifugiare migliaia di persone fornendo loro cibo e acqua per diversi giorni. All'interno della struttura gli sfollati erano al riparo dall'acqua, ma non dalla malvagità del genere umano costretto in cattività: si verificarono furti, risse, stupri. 

La risposta dell'amministrazione Bush
Katrina il 29 agosto scatenò la sua furia, provocando una delle più devastanti catastrofi degli Stati Uniti: i danni economici furono calcolati in più di 80 miliardi di dollari e gli americani furono costretti a chiedere alla Nato e all'Unione Europea aiuti umanitari. Una tragedia, peggiorata dalla lenta e inefficace risposta dell'amministrazione Bush, accusato di esser troppo occupato con la guerra al terrorismo e di essere incapace di provare compassione. 

Due identità
A dieci anni di distanza molte strade, ponti, e interi quartieri sono stati ricostruiti. Ma la città ora è contemporaneamente uguale e diversa al 2005. Come la vecchia New Orleans, il centro post Katrina ha oggi due identità: una in vivace e in espansione, l'altra ostaggio di povertà e violenza. 

'Non è un posto per neri'
Le disuguaglianze razziali in città non sono sparite ma aumentate. Secondo il Data Center con sede a New Orleans il reddito medio delle famiglie nere è del 54% inferiore a quello delle famiglie bianche. In una recente classifica di 300 città americane sulla disparità di reddito New Orleans ha conquistato il secondo posto, un risultato in cui pesano molto le differenze razziali. Il muro fra neri e bianchi resta anche sul fronte immobiliare, con gli afroamericani che incontrano le maggiori difficoltà per comprare, affittare o ristrutturare le case. A partire dal 2013, in città ci sono 100mila residenti neri meno rispetto al 2000, e quelli che sono rimasti sono più poveri. La popolazione bianca è diminuita di circa 11mila unità ma mediamente è più ricca.

Flusso di denaro
Il New York Times afferma che ora in città ci sono molti ottimisti, sicuri di ricevere un grande afflusso di soldi e nuovi imprenditori pronti a investire. La costruzione, quindi, continua, ma forse al prezzo dell'anima - nera - di New Orleans.