ITALIA
Il 25 settembre 2005
Dieci anni fa la morte di Aldrovandi, il padre: "Chi lo ha ucciso non merita di indossare divisa"
Il giovane viene fermato dalla polizia in un parco pubblico di Ferrara, ma qualcosa va storto e muore per asfissia, a causa dello schiacciamento del torace

Sono passati esattamente dieci anni dalla tragica morte di Federico Aldrovandi, a soli 18 anni. Era il 25 settembre 2005 quando viene fermato dalla polizia in un parco pubblico di Ferrara, ma qualcosa va storto e giovane muore per asfissia, a causa dello schiacciamento del torace. Il corpo trovato con 54 tra lesioni ed ecchimosi, rimane sulla strada a lungo, i genitori vengono avvisati del decesso solo 5 ore dopo.
È l'inizio per la famiglia di una battaglia legale durata anni, per dimostrare che quello da loro definito un grave abuso di potere. Un fatto confermato anche dalle sentenze che hanno portato alla condanna in cassazione di 4 agenti, accusati di omicidio colposo per eccesso nell'utilizzo della forza. Tutti e quattro sono tornati in servizio un anno fa, seppure con mansioni amministrative.
Il reintegro non dà pace alla famiglia. Oggi il padre di Federico dalle colonne di Repubblica ripete: "Chi ha ucciso mio figlio non merita di indossare una divisa". E ancora: "Mio figlio gridava 'basta, aiuto' mentre veniva percosso a morte da quegli individui: non lo posso cancellare dalla mente. Resto battagliero e andrò fino in fondo: devono lasciare la polizia".
Ma 10 anni non sono bastati ad alcuni sindacati di polizia, come il SAP, che - nonostante la sentenza definitiva di condanna in cassazione - dicono ancora che "non fu abuso di potere, gli agenti seguirono il protocollo".
È l'inizio per la famiglia di una battaglia legale durata anni, per dimostrare che quello da loro definito un grave abuso di potere. Un fatto confermato anche dalle sentenze che hanno portato alla condanna in cassazione di 4 agenti, accusati di omicidio colposo per eccesso nell'utilizzo della forza. Tutti e quattro sono tornati in servizio un anno fa, seppure con mansioni amministrative.
Il reintegro non dà pace alla famiglia. Oggi il padre di Federico dalle colonne di Repubblica ripete: "Chi ha ucciso mio figlio non merita di indossare una divisa". E ancora: "Mio figlio gridava 'basta, aiuto' mentre veniva percosso a morte da quegli individui: non lo posso cancellare dalla mente. Resto battagliero e andrò fino in fondo: devono lasciare la polizia".
Ma 10 anni non sono bastati ad alcuni sindacati di polizia, come il SAP, che - nonostante la sentenza definitiva di condanna in cassazione - dicono ancora che "non fu abuso di potere, gli agenti seguirono il protocollo".