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ECONOMIA

Il commento

Dietro le "porte girevoli"

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di Lucy P. Marcus (CEO of Marcus Venture Consulting)
“Onestamente” ha detto Bill Gates durante il meeting Cop 21 tenutosi a Parigi a novembre “Sono rimasto sorpreso che i colloqui sul clima storicamente non abbiano avuto in agenda il tema della ricerca e dello sviluppo in alcuna forma o modo”. Sono rimasta anche io sorpresa, e la questione che Gates solleva arriva al cuore della relazione tra il mondo del business e il governo nel risolvere i problemi più difficili delle nostre società: dall’assicurare l’abitabilità del pianeta alla promozione di una crescita economica inclusiva e stabile. A dire il vero, in alcune zone le autorità governative semplicemente non considerano fare business una parte della soluzione nella fase iniziale. L’esempio recente più eclatante è l’attuale crisi dei rifugiati: i governi in Europa e nel mondo ancora non includono pienamente le imprese nelle ipotesi sulla gestione del flusso dei richiedenti asilo. Certo in molti casi gli imprenditori hanno scelto di rimanere a “bordo campo”, ma sia loro che i governi devono “aggiustare il loro pensiero”. Ma in altri settori, le aziende sono  più che desiderose di avere visibilità ed essere ascoltate e di esercitare un’influenza. Quando si tratta di tecnologia, ricerca e sviluppo, accordi commerciali e simili, il beneficio per le aziende è diretto e chiaro, e qui la sorpresa di Gates è comprensibile, perché i leader aziendali in genere agiscono come lobby nel partecipare e cambiare il modo in cui i governi pensano e agiscono. Ma sorgono pericoli quando il business si avvicina troppo al governo. A volte il rischio comporta la proverbiale "porta girevole" tra governo e  imprese , per cui il personale scivola da posizioni di lavoro di alto livello nel settore privato a cariche elevate in posti pubblici per poi tornare ai posti di prima . Un ciclo che spesso assomiglia alla volpe a guardia del pollaio, con quelli che controllano troppo vicino a coloro che essi controllano. Il più evidente esempio di questo è il rapporto tra finanza e banking, dove gli ex dipendenti di un’impresa come la Goldman Sachs occupano alcuni dei posti più importanti sul piano monetario e del controllo, e non solo negli Stati Uniti.
 
Mario Draghi, il presidente della Banca Centrale Europea, è stato vice Chairman and Managing Director della Goldman Sachs International, e Mark Carney, governatore della Bank of England, ha lavorato 13 anni per la Goldman Sachs.  Ma semplicemente avvicinarsi alla porta girevole nel mondo della finanza non è una soluzione. Una ricerca della Federal Reserve ha mostrato che la regolamentazione e la legislazione in questo campo deve trovare un equilibrio, a pena di ignorare "la capacità delle agenzie di regolamentazione a cercare e trattenere i talenti ". In settori come la difesa,  la porta girevole si muove rapidamente. Secondo il Boston Globe, dal 2004 al 2008 , circa quattro quinti dei generali statunitensi a tre e quattro stelle in pensione sono andati a lavorare come consulenti o dirigenti della Difesa. Allo stesso modo, il gruppo statunitense Cittadini per la responsabilità e l'etica ha dimostrato fino a che punto le carriere conducono dal Dipartimento della Difesa statunitense all'industria della difesa. Gli scandali societari spesso rivelano dove affari e governo sono troppo vicini per stare bene, come quando membri senior del team esecutivo e del board della Toshiba, ad esempio, siedono nelle commissioni e nei panel del governo giapponese.
 
Allo stesso modo, lo stretto rapporto della Volkswagen con il governo tedesco ha portato alle accuse che le autorità di regolamentazione siano state superficiali nel controllo della società , ponendo le basi per lo scandalo delle emissioni in cui la casa automobilistica è ora coinvolta. Ma legami stretti tra mondo degli affari e governo sono anche necessari. Economie forti hanno bisogno di forti affari e commerci, e questo richiede buone relazioni con chi fa politica. Quando i funzionari del governo viaggiano all'estero per incoraggiare la cooperazione economica, gli amministratori delegati di alcune delle più grandi aziende del paese dovrebbero andare. Il punto è se tali aziende siano così importanti per l’economia e la reputazione del paese tanto che il governo non possa controllarli in modo corretto. A loro viene dato un eccessivo margine di manovra perché , come molte imprese finanziarie , sono troppo importanti per fallire. Questa complessa danza tra il business e il governo è senza fine e in continua evoluzione.
 
Questo è materia di incontri come quello del World Economic Forum, dove imprenditori e governi parlano duramente negli incontri ufficiali e piacevolmente dietro le quinte. E il bisogno di fare entrambe le cose è diventato più evidente che mai in un’era di crescita economica lenta e di privatizzazioni di servizi un tempo erogati dal pubblico. Il rapporto di lavoro è importante e non dovrebbe essere condannato, ma deve essere riconosciuto apertamente.
 
Questo ci riporta a Gates, che ha annunciato a Parigi una iniziativa per investire un totale di 20 milioni di dollari sulla ricerca e sviluppo sul clima nei prossimi 5 anni. Il piano di Gates mette in evidenza una componente spesso nota del rapporto tra governo e imprese: il ruolo vitale dei governi nel finanziare le prime fasi sperimentali della ricerca, che poi il mondo delle imprese trasforma in  soluzioni commercialmente valide. Tutto questo è necessario per costruire economie più forti. Ma sebbene Gates abbia avuto ragione nel chiedere perché le negoziazioni sul cambiamento climatico non abbiano incluso la ricerca e lo sviluppo, non bisogna fingere che tutto questo sia semplice. La necessità di porte girevoli, sia di personale che di idee, tra il governo e le imprese non può essere un motivo per consentire alle aziende di ottenere influenza indebita sulla politica pubblica o per i regolatori di essere tenuti deboli. Né può essere un motivo per dare alle imprese in crisi per il loro cattivo comportamento o per decisioni sbagliate una rete di salvataggio. Questo è particolarmente vero in un momento in cui la fiducia nel pubblico è a livelli bassi. Piuttosto che fingere che questo rapporto simbiotico non esista o, peggio, che non sia necessario, sia imprese che governo devono peccare per eccesso di trasparenza. Come l’interrogativo di Gates  mostra chiaramente, nella nostra paura di permettere che il rapporto vada troppo lontano, rischiamo di non permettergli di andare abbastanza lontano.