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MONDO

Iraq

Diga di Mosul, governo ai cittadini: Non si può escludere il crollo. Gli Usa: "Rinforzata sicurezza"

Il governo iracheno invia un documento per avvisare del pericolo di un possibile crollo della diga di Mosul. Gli Usa: "Daesh potrebbe danneggiarla, rinforzata la sicurezza" e avvertono che sarebbe meglio evacuare subito l'area a rischio. Usa pronti a sostenere Baghdad per ripresa Mosul 

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La diga di Mosul (Lapresse)
Il governo iracheno alla fine ha deciso di ammettere un possibile crollo della diga di Mosul. Lo ha fatto con una comunicazione alla popolazione in cui si precisa che il rischio di un cedimento strutturale è molto basso, ma che non si può escludere del tutto. Inoltre, fa sapere che la diga verrà riparata (a occuparsi dei lavori sarà l'azienda italiana Trevi, che ha vinto l'appalto con Baghdad) prima che venga lanciata qualsiasi operazione contro il Daesh nell'area. Le autorità comunque, hanno preferito avvisare preventivamente gli iracheni, in caso il livello dell'acqua raggiunga i 319 metri (attualmente è a circa 307), determinando il collasso dell'opera. In questo caso, nel documento si precisa che ci sarà veramente poco tempo per prendere le misure necessarie a salvarsi la vita se il livello delle acque Tigri raggiungerà i 15 metri in un periodo da una a quattro ore dopo l'evento. L'alluvione, inoltre, raggiungerà la provincia di Tikrit in uno o due giorni e in tre o quattro arriverà a Baghad un'onda di dieci metri. A questo proposito, il governo centrale avvisa che per salvarsi sarà necessario raggiungere zone sopraelevate e gli abitanti di Mosul, Tikrit e Samarra dovranno stare ad almeno sei chilometri dal fiume. L'esecutivo, comunque, ha assicurato che avviserà tutti preventivamente se la diga stesse per cedere e fornirà i servizi necessari. A questo proposito, si chiede il contributo dei media che dovranno diffondere tempestivamente ogni comunicazione ufficiale e avvisi sulla situazione.

Secondo un rapporto reso noto dagli Usa il 30 gennaio e a differenza di quanto sostiene Baghdad, però i rischi di collasso non sarebbero così remoti e rischierebbero di causare la morte di 500 mila persone. Ciò a seguito di due motivi fondamentali: il primo è la mancanza di manutenzione regolare della struttura - soprattutto negli ultimi anni a seguito del conflitto con il Daesh che per un periodo ha conquistato la diga -, che avrebbe peggiorato una situazione a livello infrastrutturale già precaria, con interventi-tampone piuttosto che risolutivi. Il secondo è invece legato all'offensiva anti-Isis in corso in tutto il paese, che si sta orientando verso nord. I miliziani dello Stato Islamico sono sempre più sotto pressione in Iraq e si stanno chiudendo a Mosul per organizzare l'ultima difesa e gestire la "ritirata strategica" una volta soverchiati. In questo contesto, pensano di attaccare la diga di Mosul (da qui la sicurezza in tutta l'area è stata rinforzata). In primis perché se la struttura dovesse cedere, loro guadagnerebbero tempo prezioso, in quanto "il nemico" dovrebbe distrarsi per gestire il disastro. Poi, garantirebbe una eco mediatica non indifferente, dato che con buona probabilità la notizia - e gli effetti - sarebbero sulle prime pagine in tutto il mondo.

La ditta italiana: "Aspettiamo ancora di firmare il contratto"
"Non ci sono novità rilevanti da Baghdad circa la diga di Mosul: ufficialmente le cose sono rimaste ferme e noi restiamo in attesa di siglare il contratto con il Ministero delle Risorse Idriche". Così fonti vicine al gruppo Trevi confermano lo stallo nell'appalto per i lavori di consolidamento della diga di Mosul, nel nord dell'Iraq, assegnato a inizio mese alla società italiana. Il gruppo italiano - unica impresa qualificata in corsa per l'aggiudicazione della prima fase dei lavori di manutenzione della diga - aveva, al momento dell'annuncio, parlato di "una questione di poche settimane" per la firma ufficiale del contatto. Invece resta ancora tutto fermo, anche se i pericoli legati alla diga - si spiega - sono "un tema caldo, di cui (come si è visto oggi) anche il governo iracheno è pienamente consapevole". "Siamo in condizione per intervenire in tempi rapidi - spiegano le fonti - compatibilmente con le tempistiche necessarie per un cantiere di quel tipo". "Ci è chiaro quello che va fatto e sappiamo come farlo, ma al momento non possiamo dire di più" concludono dal gruppo.

Usa pronti a sostenere Baghdad per ripresa Mosul
Gli Usa intendono rafforzare il sostegno militare alle forze irachene contro l'Isis, in particolare per riconquistare Mosul, la seconda citta' piu' grande del Paese, nelle mani dei terroristi islamisti dal 2014. Lo ha reso annunciato il capo del Pentagono, Ashton Carter. Il segretario alla Difesa ha spiegato che Washington intende fornire un'assistenza analoga a quella per riprendere il controllo di Ramadi, ma "facendo di più, sia in termini di volume che di tipologia di attività militare", ad esempio anche sul fronte logistico.