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CULTURA

Tecnologia e arte a braccetto

Digital Think-In: Cardboard per realtà virtuale e social network, ecco come innovano i musei

Al Maxxi si riflette su come i musei internazionali sfurttano le innovazioni digitali, tra piccoli e grandi cambiamenti

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Digital Think In - la voce digitale dei musei
di Paola Cutini
Mettono in mostra pezzi del passato, ma guardano al futuro. O almeno ci provano con piccole  e grandi innovazioni. I musei sono tra le prime istituzioni culturali a confrontarsi con le tecnologie digitali e tra nuovi dispositivi e la comunicazione sui social network cercano di raggiungere sempre nuovi pubblici, argomento affrontato nella giornata dedicata alla 'voce digitale dei musei - Digital Think-in' che si è tenuta al Maxxi di Roma.

Una mano gliela dà il progetto no profit "Google Art Project", ovvero una piattaforma gratuita che dà la possibilità di usufruire di migliaia d’opere d’arte presenti nei vari musei sparsi per il mondo con la tecnica dello Street View (la famosa tecnica per mappare le strade). Inoltre, spiega James Davis, Program Manager di Google Art Project, "è stato sviluppato il dispositivo Carboard all'interno del quale si inserisce il cellulare e attivando la app diventa una sorta di visore di realtà virtuale a basso costo" (si tratta infatti di una sorta di scatoletta di cartone). "La app Cartboard è stata sviluppata anche per l'ultima Biennale di Venezia che così potrà essere visitata anche da chi non la può raggiungere fisicamente o anche quando chiuderà a fine mese". 

Ma per andare incontro al futuro non sempre c'è bisogno di grandi cambiamenti. È l'opinione di Katy Price, responsabile Digital Media del Victoria & Albert Museum di Londra, che spiega: "Quando si parla di tecnologia si tende a pensare in grande, prevedendo grandi investimenti che non sempre i musei possono permettersi. Ma anche piccoli aggiustamenti fanno la differenza, per esempio apportando i giusti cambiamenti al sito internet rispetto al feedback degli utenti come migliorare l'accesso alle informazioni o l'acquisto dei biglietti".

Un altro modo di approcciarsi alle innovazioni digitali è imparare a comunicare sui social network e in questo settore i musei italiani non sfigurano, anzi. Per esempio Twitter, la piattaforma di microblogging, ha istituito l'iniziativa internazionale #museumweek per mettere in contatto i musei con il loro pubblico: "Nella seconda edizione dell'iniziativa - spiega Antonella Di Lazzaro Direttore Media Twitter Italia - tra i tre tweet più ritwittati in tutto il mondo ce n'erano due diffusi da musei italiani". Inoltre i siti internet di alcune istituzioni museali sono all'avanguardia, "quello del Maxxi, ha appena vinto un premio a Londra", dichiare Prisca Cupellini Responsabile Digital Fondazione Maxxi. Anche se "abbiamo dei gap storici da colmare, l'Italia è una grande potenza culturale", spiega Giovanna Melandri,  Presidente Fondazione Maxxi.

Ci sono poi istituzioni museali che più di altre riescono a sfruttare innovazioni digitali in maniera creativa, come il Cooper Hewitt di New York, dove con una penna particolare si possono prendere le informazioni sugli oggetti esposti e poi 'disegnarli' in 3d per poterli toccare. Oppure in altri istituti le stampanti 3d sono usate per riprodurre dipinti celebri 'in rilievo' in modo che anche i non vedenti possano apprezzarli. Al Science Museum di Londra, invece, stanno cercando di costruire un Digital Lab per far interagire i visitatori, come dichiara Dave Patten Capo dei New Media, il quale però chiarisce "che è un progetto ancora in evoluzione". 

Ma tutta questa tecnologia, gli oggetti stampati a casa, i tour virtuali dalla propria poltrona, non scoraggerà la gente a visitare i musei "di persona"? La risposta di James Davis, proprio dopo aver mostrato come funziona il Cartboard, è definitiva: "No, anzi. È esattamente il contrario. Questi progetti avvicinano le persone all'arte e ai musei. La gente sfrutta, ad esempio, i tour virtuali ma poi viene invogliata a visitare le mostre di persona. E nel caso della Biennale di Venezia c'è anche un altro vantaggio: l'esposizione chiuderà le porte il 22 novembre, ma virtualmente resteranno aperte proprio grazie a queste innovazioni".