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POLITICA

La riunione

Direzione Pd, alla Consulta i dem proporranno il nome di Augusto Barbera. Scontro sulle primarie

Nell'incontro dedicato alla discussione sulla situazione internazionale, Speranza della minoranza dem avverte: "Sulle primarie no a raggiri burocratici". Il premier: "Moratoria fino a gennaio". Gentiloni: "Il 13 novembre si è girata una pagina di storia"

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Direzione dem dedicata alla situazione internazionale ma dominata dal tema primarie, con la minoranza che chiede non vengano cambiate le regole e il premier Matteo Renzi che, nel suo intervento conclusivo, propone una "moratoria sino a gennaio, quando la direzione deciderà".

Premier che sul tema sicurezza ha invece detto: "A mio giudizio se c'è un elemento nuovo è che le semplificazioni esasperate di chi dice 'si deve rispondere così o cosà' lasciano il tempo che trovano se non c'è una risposta strategica. Vediamo di essere all'altezza della sfida". Renzi ha quindi annunciato che "domani (martedì ndr) alle 17 in Campidoglio, in un luogo simbolico, nella sala dove si è firmato il trattato di Roma, il governo formulerà una proposta a tutte le forze politiche per una risposta al terrore. Con due criteri di fondo: la prima è la grande questione della sicurezza che è cruciale, fondamentale, perché c'è una questione che riguarda le forze dell'ordine, l'intelligence. La seconda, ugualmente importante, è la risposta culturale". "L'Italia - ha concluso Renzi - non è un Paese che si tira indietro, ma lo fa in uno scenario in cui non ci possiamo permettere una Libia bis perché le conseguenze che dovremmo pagare sono superiori a quelle che è lecito attendersi".

La polemica sulla primarie
E mentre la minoranza dem, per bocca di Roberto Speranza avverte: "I problemi politici si affrontano con la politica, non cambiando le regole", chiaro riferimento alle primarie e alle polemiche nate dalla decisione di Antonio Bassolino di candidarsi, Nico Stumpo aggiunge che il no alle primarie per gli ex sindaci rischia di essere "una decurtazione delle libertà personali". "Quando si cambiano le regole ad personam non fa mai bene", aggiunge Gianni Cuperlo, prima di entrare al Nazareno per la direzione Pd. Ma Matteo Orfini, aprendo la riunione dei vertici dem, ha specificato che si "parlerà solo di politica estera e questioni internazionali. Nelle prossime settimane o mesi ci sarà la discussione sulla vicenda politica interna e sulla campagna elettorale delle amministrative".

"Se si voleva cambiare le regole bisognava farlo prima, non ora che il treno è già partito", è invece il commento di Bassolino nel primo incontro pubblico della sua campagna elettorale. "Renzi stesso è figlio delle primarie", ha sottolineato.

Gentiloni: "Il 13 novembre si è girata una pagina di storia"
"Per il governo e per il profilo politico-culturale del Pd si apre una sfida decisiva", ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni alla Direzione nazionale del Pd riferendosi alla strage di Parigi. "Non nascondere il pericolo - ha continuato Gentiloni -, ma governarlo senza rinunciare ai nostri valori, non ignorare la paure e la rabbia ma decidere che vanno governate e non alimentate". E' una, ha spiegato ancora il ministro, "sfida che cominciamo rivolgendo un pensiero ai nostri fratelli francesi e ricordando l'esempio di dignità civile di Valeria Solesin e della sua famiglia". Dobbiamo dire che siamo sotto attacco da parte del terrorismo e dobbiamo reagire combattendo il terrorismo", ma non parliamo di "guerra". "In Siria *- ha concluso Gentiloni - avevamo ragione noi sostenendo da tempo la necessità di una soluzione politica che accompagnasse Assad all'uscita attraverso una transizione e che l'intervento della Russia era un'opportunità".

I nomi per la Consulta
Intanto sarà quello del professor Augusto Barbera il nome che il Pd proporrà quale nuovo giudice della Consulta nella seduta comune di Camera e il Senato convocata per mercoledì 25 alle ore 13 per l'elezione di tre giudici della Corte Costituzionale da sostituire, e cioè Luigi Mazzella, Sergio Mattarella e Paolo Maria Napolitano, il primo e il terzo all'epoca indicati dal centrodestra, il secondo dal centrosinistra. I tre sono cessati dal mandato in periodi diversi, rispettivamente, nel giugno del 2014, alla fine di gennaio e all'inizio di luglio di quest'anno.

Forza Italia avrebbe individuato in Francesco Paolo Sisto il suo candidato, tuttavia per chiudere l'accordo mancherebbe l'intesa con il Movimento 5 stelle, che sarebbe pronto a indicare Felice Besostri, promotore dei ricorsi contro l'Italicum presso diverse Corti d'Appello.