Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Discarica-di-Bussi-acqua-contaminata-per-700mila-persone-ab8795ae-7409-4e3c-993f-ba1e887aeb63.html | rainews/live/ | true
ITALIA

La relazione dell'Istituto Superiore di Sanità

Pescara, discarica di Bussi: acqua contaminata per 700mila persone

"L'acqua contaminata è stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700 mila persone senza controllo e persino a ospedali e scuole", è quanto emerge dalla relazione che documenta che interramenti di sostanze tossiche nella discarica abusiva di Bussi e sversamenti nel fiume Tirino avvenivano almeno già dal 1963

Condividi
Discarica di Bussi (Ansa)
Pescara
Le falde acquifere permeate dai veleni della discarica di Bussi sul Tirino, una bomba ecologica, la più grande d'Europa, avrebbero contaminato 700 mila consumatori. E' una relazione da brivido quella dell'Istituto superiore della sanità (Iss) che per la prima volta, dal sequestro del sito avvenuto nel 2007, ha messo nero su bianco, in una relazione di 70 pagine, i veleni di Bussi, circa 25 ettari di terreno analizzati scientificamente. "L'acqua contaminata è stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700 mila persone senza controllo e persino a ospedali e scuole", dice la relazione dell'Istituto Superiore di sanità . "La qualità dell'acqua è stata indiscutibilmente significativamente e persistentemente compromessa", prosegue la Relazione dell'ISS depositata agli atti del processo di Chieti dove sono sotto processo i vertici di Montedison e Solvay con oltre 20 indagati dopo l'inchiesta del Corpo Forestale. Il documento, redatto da Riccardo Crebelli e Luca Lucentini, consulenti tecnici dell'avvocatura dello Stato, parte dalla definizione generale di "pericolistà della salute", illustra i dati di riferimento, mettendo insieme quelli dell'Arta, della forestale, di campioni prelevati dai pozzi Sant'Angelo, dalle fontane pubbliche di Torre de' Passeri e in corso Umberto a Pescara, poi a Chieti, a Tocco, a Castiglione e a Popoli. 

250mila tonnellate di rifiuti tossici
Nel sito sono state interrate circa 250 mila tonnellate di rifiuti tossici e scarti industriali della produzione di cloro, soda, varechina, formaldeide, percolati, cloruro di vinile, tricloroetilene e cloruro di ammonio dell'ex Polo chimico Montecatini Edison. Il danno ambientale stimato è di circa  8 miliardi e mezzo mentre per la bonifica occorreranno 600 milioni. 


L'indagine della procura di Pescara
La Procura di Pescara ha chiuso le indagini sulla discarica di Bussi sul Tirino (Pescara) dove si trovava l’impianto scoperto nel 2007 e sequestrato di nuovo lo scorso febbraio. L'inchiesta dei pm Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini mira a far luce sulla mancata messa in sicurezza della discarica imposta dal ministero dell'ambiente e volta ad impedire il contatto fra le discariche inquinanti con le falde freatiche e le acque fluviali. La vicenda conta sette indagati tra i vertici delle due società che fanno capo alla Solvay. I terreni interessati dal provvedimento di sequestro eseguito nel febbraio scorso dalla Guardia di Finanza di Pescara e dal Corpo forestale dello Stato di Pescara e Tocco da Casauria, hanno un'estensione di circa 55.000 metri quadri e comprendono tre discariche già state sequestrate nel 2007 dalla forestale di Pescara e attualmente oggetto di un procedimento penale davanti alla Corte d'Assise di Chieti. Il procedimento vede coinvolte 19 persone, quasi tutte ex amministratori e vertici della Montedison, accusati di disastro ambientale e avvelenamento delle acque destinate ad uso potabile.

Pregiudicata possibilità rimozione veleni, pericolo per gente
La relazione dell'Istituto Superiore di Sanità punta il dito anche contro la mancata informazione. "La mancanza di qualsiasi informazione relativa alla contaminazione delle acque con una molteplicita' di sostanze pericolose e tossiche, solo una parte delle quali potra' essere tardivamente e discontinuamente oggetto di rilevazione nelle acque, ha pregiudicato la possibilità di effettuare nel tempo trattamenti adeguati alla rimozione delle stesse sostanze dalle acque". Così si legge nella relazione di 70 pagine che i consulenti tecnici dell'Avvocatura dello Stato.  "Del significativo rischio in essere non è stata data comunicazione ai consumatori che pertanto non sono stati in condizioni di conoscere la situazione ed effettuare scelte consapevoli", si legge tra le conclusioni.  Ci sono quindi "incontrovertibili elementi oggettivi coerenti e convergenti nel configurare un pericolo significativo e continuato per la salute della popolazione esposta agli inquinanti attraverso il consumo e l'utilizzo delle acque", chiude l'Istituto Superiore della Sanita'.

Interramenti e sversamenti dal 1963
Interramenti di sostanze tossiche nella discarica abusiva di Bussi e sversamenti nel fiume Tirino avvenivano almeno già dal 1963. E' quanto si legge in un passo della relazione dell'Istituto superiore della sanità. La notizia è venuta fuori ascoltando sommarie informazioni ex dipendenti Montedison, tra cui l'ex capo reparto dell'impianto Clorametani.  Alla forestale l'uomo aveva riferito che, fino al 1974, i sottoprodotti derivanti dal
processo di reazione tra cloro e metano, venivano "inizialmente scaricati nel fiume Tirino" e successivamente interrati nella megadiscarica abusiva. "Dai documenti agli atti - scrivono i consulenti - si evince che lo smaltimento prevedesse oltre all'interramento anche una successiva fase di copertura con materiale di riporto e conseguente preoccupazione dei diretti interessati per un 'probabile inquinamento del sottosuolo, per
infiltrazione della componente liquida'. La preoccupazione sull'interramento dei Clorometani pesanti, da quanto emerge da alcuni incontri avvenuti nel 1972 tra il responsabile delle Relazioni con amministrazioni pubbliche periferiche, il direttore dello stabilimento di Bussi e personalità dell'amministrazione pubblica pescarese, riguardavano il possibile inquinamento della falda freatica anche in considerazione della presenza dell'acquedotto di Pescara. Tale possibilità, risulta dagli atti, del tutto scongiurata visto l'insolubilità delle sostanze e l'inquadramento dell'acquedotto Giardino (Pescara) posto ad alta quota e soprattutto distante dalla megadiscarica. Tuttavia - osservano gli esperti - è doveroso sottolineare che i Clorometani pesanti pur pur non presentando un'elevata solubilità sono comunque solubili a tal punto da determinare una situazione di pesante contaminazione delle acque sotterranee, di cui sono i contaminanti più comuni ma anche i più difficili da rimuovere come sottolineato anche dalla documentazione visionata. Il 1972 - sostengono i consulenti dell'Istituto superiore di Sanità - è l'ultimo anno di cui ci sono riferimenti diretti o indiretti riguardo sia all'interramento dei Clorometani pesanti che alla megadiscarica abusiva. Bisognerà attendere il 2007 per riportare alla luce la megadiscarica attraverso gli accertamenti del Corpo forestale dello Stato".