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POLITICA

Decreto convertito in legge

Dl Carceri, il Senato conferma la fiducia al Governo. Lunedì riprende il voto sulle Riforme

Da Palazzo Madama 162 sì, 39 no ed un astenuto. Lunedì riprende l'esame del ddl riforme

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L'esecutivo di Matteo Renzi incassa la 17esima fiducia in Senato sul decreto legge Carceri. Il  provvedimento, che intende sfoltire il sovraffollamento negli istituti penitenziari, è legge con 162 sì, 39 no e nessun astenuto. Il decreto completa così il pacchetto normativo già approvato nei mesi scorsi in risposta alla 'sentenza Torreggiani' della corte europea dei diritti dell'uomo, che ha condannato l'Italia per la situazione delle carceri.

La protesta della Lega
Durante la votazione manifestazione dei senatori della Lega contro il dl. In Sala Maccari i senatori del Carroccio si sono presentati con uno striscione con su scritto "Renzi sta dalla parte dei criminali" e con delle finte banconote da 8 euro. "Noi stiamo dalla parte della gente. Non votiamo la fiducia a un governo che sta dalla parte di Caino", il capogruppo della Lega Gian Marco Centinaio. 

Riforme, domani niente seduta
L'esame sul ddl riforme riprenderà lunedì pomeriggio alle 14, con seduta notturna fino alle 24. Lo ha stabilito, a maggioranza, la conferenza dei capigruppo. Una decisione che ha provocato le proteste delle opposizioni che contrastano il ddl riforme, con Sel, Lega e 5 Stelle che hanno chiesto fosse mantenuto il calendario inzialmente previsto. L'Aula, però, si è espressa a favore del cambio di calendario proposto in capigruppo.

Lo strappo al calendario stakanovista che stabiliva sedute non stop dalle 9,30 alle 24 fino a venerdì 8 agosto è stato contestato in Aula soprattutto da M5S e Lega che hanno ironizzato sui trolley pronti per partire per il week end dopo aver votato la fiducia al decreto Carceri. In Aula i pentastellati hanno urlato "vergogna" e sulla pagina di facebook di Grillo è comparsa una foto di un bagaglio a mano ammassato nel guardaroba con il commento: "Questi sono i trolley dei senatori Pd e Fi". Anche la Lega ha protestato per la pausa domenicale e con il capogruppo Gian Marco Centinaio ha detto: "Non voglio passare per quello che non ha voglia di fare niente; non voglio che domani il signor Renzi vada a dire sulle pagine dei giornali che avevamo voglia di andare al mare. Io non ho voglia di andare al mare, Presidente, mi sono portato il cambio per tutta la settimana fino all'8". La capogruppo di Sel al Senato Loredana De Petris, bestia nera del Pd per la sua volontà di proseguire nell'ostruzionismo, ha invitato a mantenere il vecchio calendario per poter discutere anche del decreto anticorruzione, invece di "correre al mare". "I lavori del Senato si concluderanno comunque l'8 agosto. Un giorno di sospensione dopo una serie di sedute faticose mi sembra molto ragionevole", ha replicato il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda dopo che l'Aula ha maggioranza ha confermato la pausa domenicale.