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POLITICA

Ospite a Porta a Porta

Dl fisco, Di Maio: "Su pace fiscale giunto al Quirinale testo manipolato". Il Colle: "Mai arrivato"

"Io non ho ragione di dubitare della Lega perché ci siamo stretti la mano", ha detto il vicepremier incalzato da Bruno Vespa che gli chiedeva se secondo lui la 'manina' fosse quella di Giorgetti. La replica del Carroccio: "Noi gente seria, non sappiamo nulla di decreti truccati". Fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che il premier Conte ha bloccato l'invio ufficiale del testo al Quirinale e che rivedrà personalmente il decreto fisco

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"Non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato" che riguarda la pace fiscale. Domani sarà depositata una denuncia alla procura della Repubblica". Così il vicepremier, Luigi Di Maio, ospite di Porta a Porta in onda stasera.

Ma, dopo poco, arriva la smentita del Colle. L'ufficio stampa del Quirinale precisa, infatti, che il testo del decreto legge in materia fiscale per la firma del Presidente della Repubblica non è ancora pervenuto.

Incalzato da Bruno Vespa, che gli chiedeva se la "manina" che ha manipolato il testo potesse essere Giorgetti, Di Maio ha risposto: "Confermo la mia fiducia a tutto il Governo. Non mi permetterei mai di dubitare". "Se ci facciamo passare sotto al naso provvedimenti così allora cominciano i problemi grossi" ha aggiunto.

"Io non ho ragione di dubitare della Lega perché ci siamo stretti la mano", ha detto ancora Di Maio, rispondendo a Bruno Vespa che gli chiedeva se aveva qualche dubbio sulla "manina" che aveva apportato le variazioni sul testo del decreto fiscale. "Tendo a escludere responsabilità politica perché abbiamo raggiunto un accordo politico e perché mi fido delle persone che sono al governo" ha poi aggiunto in un altro passaggio.



La pace fiscale sopra i 100 mila non si può fare
Non la faremo passare. Così fonti parlamentari del M5S riassumono la loro posizione in contrarietà alla misura contenuta nell'ultima bozza del decreto fiscale, dicendo che il dibattito interno al Movimento è tuttora in corso.

Il limite di 100mila euro da sanare attraverso la 'dichiarazione integrativa speciale' va inteso "per singola imposta e per periodo d'imposta, e comunque non oltre il 30% di quanto già dichiarato". Lo prevede l'ultima bozza del decreto fiscale collegato alla manovra. Si potranno correggere le dichiarazioni presentate entro il 31 ottobre 2017 ai fini delle imposte sui redditi e relative addizionali, delle imposte sostitutive, delle ritenute e dei contributi previdenziali, dell'imposta sul valore degli immobili all'estero e delle attività finanziare all'estero, dell'Irap e dell'Iva.

Per chiedere di fare la 'pace' col fisco i contribuenti che potranno "correggere errori od omissioni" presentando una apposita "dichiarazione integrativa speciale" fino al "31 maggio 2019". Nel testo per questo condono è confermato il limite di 100mila euro per anno d'imposta e la possibilità di sanare al massimo il 30% di quanto già dichiarato. Si pagherà in una unica soluzione entro fine luglio o a rate per 5 anni a partire da settembre 2019.

Carcere fino a sei anni per chi, scegliendo di aderire alla pace fiscale, fornisce atti falsi e comunicazione di dati non rispondenti al vero. Lo prevede l'articolo dedicato alla "dichiarazione integrativa speciale" del dl fisco secondo quanto si legge in una bozza recente successiva al Consiglio dei ministri che ha approvato il provvedimento. La norma mira a punire i 'furbetti' che provino a utilizzare la dichiarazione integrativa per sanare proventi illeciti.

Lega: "Noi gente seria, non sappiamo nulla di decreti truccati"
"Noi siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati, stiamo lavorando giorno e notte sulla riduzione delle tasse, sulla legge Fornero e sulla chiusura delle liti fra cittadini ed Equitalia". Cosi' fanno sapere alcuni esponenti dei vertici della Lega dopo le parole del vicepremier e ministro Luigi Di Maio.

Fonti Palazzo Chigi: Conte blocca invio ufficiale al Colle, rivedrà personalmente il decreto
Fonti di Palazzo Chigi rendono noto che il Presidente Conte - informato mentre è a Bruxelles delle criticità emerse nel decreto legge sul tema della pace fiscale - ha bloccato l'invio ufficiale del testo al Quirinale. Conte, inoltre, intende rivedere personalmente il testo articolo per articolo. Il decreto fiscale, si apprende ancora, è stato anticipato al Quirinale in via meramente informale come è consuetudine fare in questi casi.