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POLITICA

Lunedì inizia l'iter in Parlamento

Dl sicurezza, tensioni M5s: quattro senatori pentastellati contro

Paola Nugnes, Mattia Mantero e Elena Fattori non fanno marcia indietro, Gregorio De Falco attende di "vedere come proseguiranno i lavori" in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Sul provvedimento aleggia la possibilità che il Governo si orienti a porre la questione di fiducia.  A Palazzo Madama i numeri sono molto stretti per la maggioranza

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"Voglio votare contro questo provvedimento, ma non contro la fiducia al governo". La senatrice M5s Paola Nugnes ha le idee chiare in merito al decreto sicurezza, ancora all'esame della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Fa parte dei quattro senatori pentastellati dissidenti e non intende fare marcia indietro per rientrare nella linea del governo: "Io sono portatrice di una visione iniziale del Movimento 5 Stelle e non condivido questa trasformazione alla quale stiamo assistendo".

In attesa che la commissione Bilancio di Palazzo Madama dia i suoi pareri sugli emendamenti che richiedono una copertura finanziaria, un altro dei "malpancisti" grillini, Gregorio De Falco, ha invece detto di apprezzare le modifiche che sono state apportate questa mattina al decreto: "Sono miglioramenti importanti, in particolare per quanto riguarda il tema dei migranti minorenni". Tuttavia, ha precisato De Falco, "dobbiamo vedere come proseguiranno i lavori". Ieri, Elena Fattori, altra dissidente, aveva lanciato un appello al capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, affinché "ci aiuti a essere quello che siamo sempre stati".

Ed è invece di oggi pomeriggio l'annuncio di Mattia Mantero di non votare il provvedimento in Aula: "Non lo voterò, se votare contro o non votarlo lo deciderò la notte prima", ha affermato in una intervista andata in onda su Rai Radio 1, nel corso del programma 'Un giorno da pecora'.

Ad ogni modo, il governo ha retto a tutte le votazioni fatte fin qui in commissione. Non ci sono stati incidenti di percorso. Le opposizioni hanno votato contro il testo del governo. Ovviamente, il Pd e Liberi e Uguali, che voteranno contro anche in Aula, dove il provvedimento inizierà il suo iter lunedì prossimo. Ma anche Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno espresso malumori. "Al momento il nostro voto e' contrario", ha spiegato il forzista Maurizio Gasparri, precisando che "l'impianto del provvedimento resta deludente" e che "mancano le coperture per le forze di sicurezza e di polizia". Sulla stessa linea Ignazio La Russa, di Fratelli d'Italia: "Se non c'e' confronto, e non c'e' perche' hanno dichiarato i nostri emendamenti inammissibili, allora, almeno per quanto mi riguarda, non credo che votero' a favore". La commissione, convocata alle 18 di oggi, proseguira' l'esame del decreto con gli emendamenti presentati dal governo e i relativi subemendamenti, presentati dai 5 Stelle dissidenti.

Ad ora prevale la linea di Di Maio
L'aria che si respira non e' quella da notte dei lunghi coltelli, ma certo, all'assemblea congiunta dei gruppi del Movimento 5 Stelle si parlera' anche del decreto sicurezza. Un provvedimento all'esame del Senato su cui aleggia la possibilita' che il Governo si orienti a porre la questione di fiducia. I mal di pancia nel Movimento esistono, nonostante l'appello del capo politico a essere uniti "come una testuggine romana". Ma cosi' sara' per la stragrande parte dei parlamentari, anche se restano le richieste di 4 senatori pentastellati che insistono affinche' il provvedimento venga modificato.

E' un provvedimento della Lega, spiegano a Montecitorio, certo non facciamo salti di gioia ma ricordiamoci che abbiamo firmato un contratto di Governo con un partito diversissimo da noi. E che, come loro hanno digerito alcune nostre battaglie (il dl Dignita', ndr) su cui non erano totalmente d'accordo, va rispettato per cambiare questo Paese.

Luigi Di Maio stasera con ogni probabilita' elenchera' il percorso fatto fino ad ora per arrivare a migliorare il testo in questione e ne spieghera' le ragioni. Sul tavolo, al momento, nessuna ipotesi di espulsione dei 'dissidenti', ma resta la volonta' di proseguire sulla strada del dialogo aperto in queste ore. Certo un conto, viene notato, e' non votare il provvedimento, un altro sarebbe votare contro la fiducia a Palazzo Madama, dove i numeri sono molto stretti per la maggioranza. Nel primo caso si porrebbe una questione interna al Movimento, nel secondo la riflessione su un eventuale allontanamento 'ci starebbe tutta', spiegano.

Sarebbero 10 i voti mancanti a Palazzo Madama
I 4 senatori M5s sono comunque intenzionati a non demordere, anche se alcuni di loro, non per polemica ma per motivi personali, non saranno presenti alla riunione ordierna. In Senato di scontenti per le norme del dl ce ne sono tanti, 'ma non e' detto che arrivino a non votare a favore', viene spiegato a chi chiede se sia vera la voce che sarebbero 10 i voti mancanti per approvare il provvedimento.

'Io almeno la faccia ce l'ho messa', avrebbe confidato ai suoi colleghi Elena Fattori, una dei cinque firmatari delle modifiche al testo, ed avrebbe sottolineato di aver giudicato deprimenti le modalita' usate verso chi vuole esprimere un voto etico. 'Immagino e spero che stasera si voglia fare della condivisione', si osserva ancora fra chi, in Senato, non vuole votare, a meno che non cambi nuovamente il decreto. 'E spero che i velati attacchi di questi giorni siano un modo per fare moral suasion. Non credo che si possa trattare di resa dei conti, anche perche' da parte di tutti non c'e' nessuna volonta' di fare una frangia dissidente, ma semplicemente di esprimere la propria posizione'.

A Montecitorio il testo arrivera' blindato, dicono in Transatlantico: 'noi ci siamo beccati il dl Genova, loro il dl Sicurezza', spiega un deputato 5 Stelle. In ogni caso, e' la linea Di Maio quella che al momento prevale. Emilio Carelli, considerato fra i dissidenti a Montecitorio, conversando con i suoi avrebbe confidato che anche lui sposa la posizione di Di Maio. 'Il che non significa che ognuno non possa pensare con la propria testa', avrebbe aggiunto.