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ITALIA

La tempesta d'afa di Caronte

Domenica di fuoco, le temperature superano i 40°. E ci aspettano altri 6 giorni di tormento

La temperatura percepita arriva a toccare i 45°, allarme rosso in 23 città. La morsa di Caronte attanaglierà l'Italia fino al 25 luglio, poi qualche pioggia porterà un poco di tregua

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E'' una domenica di fuoco sulla Penisola, a causa della vera e propria "tempesta di afa" portata da Caronte. Secondo il bollettino sulle ondate di calore del ministero della Salute sono 23 le citta', da nord a sud, da "bollino rosso", il massimo livello di rischio che comporta pericoli per la salute anche di persone sane oltre che per i soggetti a rischio. Le citta' sono Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Verona e Viterbo. Le temperature sono torride: picchi di 38 gradi a Bari, Messina e Brescia, addirittura 40 a Bologna e Latina, 37 gradi a Milano, tra i 38 e i 39 a Napoli e Perugia, 38 gradi a Roma.

+10% di accessi ai pronto soccorso, picchi nel Lazio e in Emilia
L'emergenza caldo di questi giorni, dal nord al sud dell'Italia, sta facendo registrare un aumento degli accessi nei pronto soccorso degli ospedali: nelle prime due settimane di luglio si rileva, infatti, un aumento di circa il 10% degli arrivi in pronto soccorso rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L'aumento più importante si è verificato nelle grandi città, ma si evidenziano forti variazioni regionali: un accesso più contenuto ai pronto soccorso si è avuto in Piemonte e in Veneto, mentre picchi fino al 20% si sono registrati in alcune aree dell'Emilia Romagna e del Lazio. Il quadro arriva dai dati forniti dalla Società italiana di Medicina di emergenza urgenza (Simeu). Oltre all'incremento delle patologie imputabili al caldo, come disidratazione, colpo di calore e sincope, è stato anche riscontrato un aumento di scompensi di patologie pre-esistenti (cardiopolmonari, renali e metaboliche). In alcune regioni, come il Piemonte, si è avuto un aumento di mortalità che riguarda, come sempre in queste situazioni, in pazienti più fragili: anziani con varie patologie, malati cronici allettati e fasce più deboli per povertà e isolamento sociale