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MONDO

Il ricco di New York City e l'attivista di Chippenham

Donald Trump e Jeremy Corbyn, gemelli divisi alla nascita?

Cosa hanno in comune Donald Trump e Jeremy Corbyn? Nulla e tutto. Apparentemente agli antipodi, ma come due estremità di un cerchio si incontrano. E il messaggio che inviano abbraccia elettorati simili per motivazione e disperazione

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di Mariaceleste de Martino
Una certezza è che Jeremy Corbyn sa chi è Donald Trump, mentre il magnate Usa no: ha ‘retwittato’ una foto del nuovo leader del Partito laburista britannico pensando fosse il papà di un suo supporter. Non abbiamo ancora capito se il ‘Rockerduck’ di Manhattan vuole farci ridere o se vuole attirare l’attenzione su di sé in ogni modo. 

Cosa hanno in comune Donald Trump e Jeremy Corbyn? Nulla e tutto. Apparentemente agli antipodi, ma come due estremità di un cerchio si incontrano. Nonostante Trump e Corbyn provengano da pianeti politici differenti, offrono comunque rassicurazioni a chi è infuriato e si sente alienato. E ce ne sono tanti là fuori. Gli analisti potrebbero affermare che entrambi offrono soluzioni semplici a problemi spinosi. Gli elettori di questi due uomini non sono i soliti che vanno a votare con le solite ragioni, perché i candidati stessi non sono 'i soliti' affatto. Offrono speranza all’economia globale del loro Paese, al lavoro e alle famiglie. E per l'elettore disperato queste sono buone ragioni per puntare su di loro, anche se la gente è consapevole della complessità della situazione non ne può più di ricette incomprensibili. E tutto questo mette in una posizione scomoda la classica politica sia repubblicana sia laburista. Donald e Jeremy, insomma, possono essere considerati “gemelli”,  anche se apparentemente non sembrano avere nulla in comune.

Ma osservando più a fondo, Trump è il Corbyn americano e Corbyn è il Trump britannico. “La differenza, certo, è significante”. “Trump non vincerà la nomination repubblicana e Corbyn ha appena vinto l’elezione dei laburisti”. “La Trump-mania è una malattia che svanirà con il tempo, mentre la Corbyn-mania è destinata a restare per una generazione politica”.  “La vittoria di Corbyn è come una vittoria alle primarie del Gop in Iowa”. “I laburisti hanno scelto il loro Trump”. “La candidatura di Trump è come una performance artistica, mentre lo stile di Corbyn è abbastanza diverso seppur ispirato allo stesso modo”. “Corbyn ha attratto l’attenzione su di lui come la stessa carnevalata di Trump”. Queste alcune recenti analisi politiche apparse sulla stampa internazionale.   

Corbyn è marxista. Attacca le politiche “insostenibili” (economicamente e politicamente) delle austerity europee e sostiene la nazionalizzazione dei servizi per il pubblico (energia elettrica, poste, ferrovie) tutto questo nella "cool Britannia" che fu di Tony Blair ed ora è di David Cameron. E se Corbyn ha vinto potrebbe vincere anche Trump, “che i repubblicani non riescono a tenere a bada”, proprio come l'elite del labour non è riuscita “a gestire un vecchio aspirante professore di geografia di secondo livello a un Liceo periferico di terza categoria”.

Corbyn e Trump vivono geograficamente e politicamente in luoghi diversi, ma i loro supporter “tendono a cadere in uno dei due campi: ci sono le persone che credono profondamente nel loro uomo e si augurano che possa essere sempre vincente, e poi ci sono altri che non ci credono e ai quali non interessa proprio un bel nulla".

Gli elettori fanno la loro scelta che è una proiezione della loro personalità, che siano narcisisti-nichilisti o che sentano un forte disdegno verso l’élite. “La bolla di Trump scoppierà prima o poi, ma finché resta gonfia come lo è il suo ego, più grande sarà il danno che farà al Gop il prossimo novembre. E non avrà neanche bisogno di minacciare la creazione di un terzo partito per distruggere il partito repubblicano”. Quindi, in questo senso, si legge tra le righe, che Donald Trump, seppur capitalista, rappresenta un outsider rivale anche della destra conservatrice, talmente estremista da uscire dai ranghi e pertanto un ‘laburista’ indipendente che contrasta anche il mondo della Finanza, come Jeremy Corbyn. Il paragone potrebbe apparire stiracchiato. Ma entrambi hanno battuto i conservatori.

Non fa niente che al di fuori della “bolla Trump-Corbyn, il mondo sembri diverso. Non importa che la gente che voterà per Trump sia diversa dalla gente che ha votato per Corbyn. Quello che conta è il leader, chiunque esso sia. E ricordiamoci che nessuno dei due, né Trump né Corbyn hanno cominciato con l’intento di vincere. La loro ascesa è puramente accidentale, “una forza che va oltre le loro aspettattive, conoscenze e comprensioni. Ma sono i veicoli di due forme di disperazione, una fondata sull’ignoranza e l’altra sul cinismo”. Altre dure critiche che però sono utili per capire quanti siano simili questi due uomini. “C’è una qualità romana in entrambi, non nel buon senso della parola”, scrive la stampa anglosassone. “E lo scopo non è tanto vincere, ma inviare un messaggio”.

Qualche differenza
Uno barbuto e l’altro capelluto, uno trasandato e l’altro in tiro. Uno è ricco sfondato e non se ne vergogna, anzi se ne vanta, mentre l’altro vvie di poco, coltiva l'orto ed è stato il parlamentare britannico che ha presentato le note spese più morigerate. Pensate: se Trump diventa il 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America, cosa accadrà quando riceverà alla Casa Bianca Jeremy Corbyn? Che incontro sarà! Potranno sempre discutere del New England o di architettura coloniale. Chissa?