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ITALIA

Don Chizzolini ieri aveva assicurato al vescovo di aver benedetto il feretro

Il parroco di Arnasco al fratello di Aicha: "Sono stato minacciato con lettera anonima"

Il fratello di Aicha ha spiegato di avere ricevuto una telefonata di scuse da don Angelo Chizzolini, il parroco di Arnasco, che ieri non aveva benedetto la salma della sorella: "Il sacerdote mi ha detto di essere stato minacciato con una lettera anonima".

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don Angelo Chizzolini, parroco di Arnasco ANSA
Arnasco (Ge)
"Il sacerdote mi ha detto di essere stato minacciato, di avere ricevuto una lettera anonima. Se davvero fosse andata così doveva denunciarlo davanti alle autorità presenti ieri alla cerimonia funebre e non aver alcuna paura". Queste le parole di Moustapha Bellamoudden, fratello di Aicha, dopo aver parlato al telefono con don Angelo Chizzolini. La donna marocchina era morta nel crollo di una palazzina nel paesino del savonese di cui don Angelo è parroco. Ieri nel corso della cerimonia funebre, don Chizzolini si era rifiutato di benedire la salma scatenando feroci polemiche.

Bellamoudden riferisce che il parroco gli ha telefonato per scusarsi: "Purtroppo questa storia sta alimentando odio e gli estremisti ora sono capaci di strumentalizzare questa storia sostenendo che i cristiani non rispettano i musulmani. E questo io non lo voglio - ha detto Bellamoudden - Quel prete ha aggiunto dolore ad altro dolore. Non sono amareggiato per la benedizione, ma per il fatto che non ha nominato mia sorella. Aicha era musulmana, ma rispettava anche la fede cristiana. Era stata a Lourdes, rispettava i santi e la chiesa". Poi ha concluso: "Io posso anche perdonarlo, come lo perdona la mia famiglia, ma il suo atteggiamento ha complicato le cose".

Il comportamento del sacerdote non è stato perdonato dal sindaco Alfredino Gallizia. "Al cimitero ieri ho fatto un intervento istituzionale un po' per riparare, ma soprattutto per dire che Arnasco ha sentimenti diversi e l'atteggiamento del parroco non rappresenta il sentire di Arnasco".

Ieri don Chizzolini ha telefonato al vescovo coadiutore della diocesi di Albenga mons.Guglielmo Borghetti, rassicurandolo:"Ho fatto tutto ciò che dovevo fare non è vero che non ho ricordato Aicha e che non ho benedetto il feretro". Mons. Borghetti aveva detto stamane ai giornalisti che "un incontro chiarificatore col parroco sarà necessario, ma non vi saranno provvedimenti di alcun tipo".

Poi Borghetti ha sottolineato che "don Angelo non ha commesso un delitto, ma devo capire il motivo del suo comportamento, dopo che io stesso il giorno prima avevo benedetto le salme all'obitorio dell'ospedale. Dopo il mio gesto pensavo che fosse tutto chiaro. La nostra deve essere sempre una chiesa accogliente e invece questo gesto ha sciupato una occasione importante". Il vescovo infine ha mandato un segnale chiaro a tutta la sua diocesi. "Se qualcuno fa fatica a stare al passo bisogna intervenire e cercare di far capire che il mondo è cambiato e anche la Chiesa. Ci sono formule del passato che sono scadute. Forse c'è ancora qualcuno che pensa che quelle forme di
tradizionalismo possano essere ancora attuali, ma non è così".