ITALIA
In corso il processo a Pesaro
Donna sfigurata con l'acido, il pm chiede 20 anni per Varani
Il pm Monica Garulli ha chiesto 20 anni di carcere per Luca Varani nel processo in corso a Pesaro per l'aggressione con l'acido a Lucia Annibali. Ha chiesto invece 18 anni per Runin Talaban e Altistin Precetaj. Si tratta per i tre imputati del massimo previsto dal rito abbreviato

Il pm Monica Garulli ha chiesto 20 anni di carcere per Luca Varani nel processo in corso a Pesaro per l'aggressione con l'acido a Lucia Annibali. Ha chiesto invece 18 anni per Runin Talaban e Altistin Precetaj. Si tratta per i tre imputati del massimo previsto dal rito abbreviato.
Ieri è stata la seconda giornata del processo per direttissima a Luca Varani, Runin Talaban e Altistin Precetaj, accusati a vario titolo di aver ideato e realizzato l'agguato all'avvocatessa urbinate Lucia Annibali, il 16 aprile dello scorso anno.
Presenti in aula, di fronte al gip Maurizio Di Palma, due dei tre imputati (come ieri, infatti, Precetaj ha rinunciato ad assistere al dibattimento), Lucia e la sua famiglia, che anche ieri sono stati i primi ad arrivare al tribunale di Pesaro. L'udienza è ripartita da dove era stata sospesa venerdì sera, poco dopo le 20, mentre da oltre sei ore era in corso la requisitoria del pubblico ministero, Monica Garulli.
L'avvocato: Lucia ha ancora paura
"Lucia ha ancora terrore. Ce l'ha dai tempi in cui era ricoverata a Parma, e si svegliava di notte con l'incubo dell'agguato subito, rivedendo l'uomo che le aveva gettato l'acido in faccia". Lo ha ripetuto ieri l'avvocato di Lucia Annibali, Francesco Coli, parlando con i giornalisti a margine del processo in corso a Pesaro a carico di Luca Varani, ex della donna, e dei presunti sicari che secondo l'accusa avrebbe assoldato per sfregiarla. "Ha paura che lui voglia portare a termine quello che ha iniziato - ha aggiunto Coli -. Lei è presente al processo, ha voluto seguirlo, si contrappone, è a tre sedie di distanza da lui, ma ha ancora paura. Diciamo che vive in uno stato di apprensione permanente".
Lucia, uscita dall'aula per una pausa, non ha voluto fare commenti sulle richieste del pm. A sostenerla, come sempre, i genitori, e un gruppo di donne con cartelli appesi al collo, con la scritta: "Noi siamo con Lucia".
Ieri è stata la seconda giornata del processo per direttissima a Luca Varani, Runin Talaban e Altistin Precetaj, accusati a vario titolo di aver ideato e realizzato l'agguato all'avvocatessa urbinate Lucia Annibali, il 16 aprile dello scorso anno.
Presenti in aula, di fronte al gip Maurizio Di Palma, due dei tre imputati (come ieri, infatti, Precetaj ha rinunciato ad assistere al dibattimento), Lucia e la sua famiglia, che anche ieri sono stati i primi ad arrivare al tribunale di Pesaro. L'udienza è ripartita da dove era stata sospesa venerdì sera, poco dopo le 20, mentre da oltre sei ore era in corso la requisitoria del pubblico ministero, Monica Garulli.
L'avvocato: Lucia ha ancora paura
"Lucia ha ancora terrore. Ce l'ha dai tempi in cui era ricoverata a Parma, e si svegliava di notte con l'incubo dell'agguato subito, rivedendo l'uomo che le aveva gettato l'acido in faccia". Lo ha ripetuto ieri l'avvocato di Lucia Annibali, Francesco Coli, parlando con i giornalisti a margine del processo in corso a Pesaro a carico di Luca Varani, ex della donna, e dei presunti sicari che secondo l'accusa avrebbe assoldato per sfregiarla. "Ha paura che lui voglia portare a termine quello che ha iniziato - ha aggiunto Coli -. Lei è presente al processo, ha voluto seguirlo, si contrappone, è a tre sedie di distanza da lui, ma ha ancora paura. Diciamo che vive in uno stato di apprensione permanente".
Lucia, uscita dall'aula per una pausa, non ha voluto fare commenti sulle richieste del pm. A sostenerla, come sempre, i genitori, e un gruppo di donne con cartelli appesi al collo, con la scritta: "Noi siamo con Lucia".