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SALUTE

donne e procreazione

Mamma in provetta. Costi e problemi della procreazione medicalmente assistita

Malgrado siano venute meno molte difficoltá imposte dalla legge alla procreazione medicalmente assistita non è ancora agevole, in Italia, avere un bambino con la PMA. Colloquio con Eleonora Porcu responsabile Centro Procreazione medicalmente assistita - Policlinico di Sant’Orsola e vicepresidente Consiglio Superiore di Sanità

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Professoressa quanto costa fisicamente e psicologicamente ad una donna doversi sottoporre alla procreazione medicalmente assistita?
Per una donna è un percorso complesso che si articola in diverse tappe distribuite in alcune settimane di terapia. Nel caso della fecondazione extra-corporea, il trattamento include un intervento chirurgico in anestesia per un il prelievo di ovociti. Si tratta quindi di un “percorso ad ostacoli” che per alcune donne può essere logorante più sul piano psicologico che su quello fisico e che, nel caso alla fine non ci sia gravidanza, espone la paziente ad una frustrazione da fronteggiare talvolta con l’ aiuto dello psicologo. Anche per questo è fondamentale affidarsi a Centri di comprovata esperienza, capaci di mettere davvero al centro della propria azione il bene del paziente e quindi, in questo caso, della coppia e del figlio o della figlia che nascerà.

Molti dei divieti della legge 40 sono caduti, con le sentenze della magistratura e della Corte Costituzionale. L'ultimo, quello sulla cosiddetta eterologa. Ma non riesce a prendere ancora piede, da noi mancano i donatori. Come se ne esce?
Nel nostro Centro proprio in questi giorni abbiamo avuto la prima gravidanza da fecondazione eterologa avvenuta grazie a un donatore che si è offerto spontaneamente gratuitamente come prevede la sentenza della Consulta 162/2014. Per il nostro Paese, a differenza di quel che accade ad esempio nel Nord Europa, quello dell’eterologa è un fronte recente ed è normale non esista ancora una sensibilità alla donazione, più semplice per gli uomini, molto più complessa per le donne. Per questo dobbiamo lavorare molto su questo fronte. In Emilia-Romagna da settembre avvieremo una campagna di comunicazione mirata proprio a diffondere anche in questo ambito la cultura della donazione.

Si tratta però di un percorso lungo. Nel frattempo come rispondere alle tante coppie in lista di attesa?
Alcune regioni e centri PMA si stanno muovendo per acquisire gameti dalle banche estere di donatori. Anche l’ Emilia-Romagna sta considerando anche questa opportunità, senza però disinvestire sul fronte della donazione. Far crescere una nuova cultura anche nel nostro Paese, fondata sulla gratuità del dono, credo sia la soluzione che deve vedere il massimo impegno da parte della Sanità pubblica.

In Italia i centri privati per la PMA sono più di quelli pubblici, e in generale ce ne sono di meno al sud. Negli ospedali solitamente le liste di attesa sono abbastanza lunghe. Quale potrebbe essere la soluzione, visto che sempre più donne hanno bisogno di una assistenza, avviandosi alla maternità in età avanzata?
Il Piano Nazionale per la Fertilità presentato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin il 27 maggio 2015 affronta globalmente queste tematiche e prospetta soluzioni operative che includono formazione ed informazione dei cittadini sulle reali potenzialità di avere un bambino che cala rapidamente dopo l’ età femminile di 35 anni. Il Piano prevede interventi di ampliamento e supporto dell’ offerta di terapie per l’ infertilità inclusa la PMA omologa ed eterologa. Al Sant’Orsola in 25 anni di attività abbiamo visto nascere 3.185 bambini da percorsi di fecondazione assistita. È un’attività in crescita, sulla quale tanto è stato investito e ancor più occorrerà investire in futuro. Le liste d’attesa dipendono dalle risorse disponibili en nel caso della fecondazione eterologa, dalla carenza di donatori e dalle difficoltà oggettive che nascono dalla compatibilità che deve essere accertata tra la coppia e il donatore. Vorrei ricordare però che il nostro Paese è però uno dei pochi ad offrire alle coppie questo percorso, sia per l’omologa sia per l’eterologa, in modo completamente gratuito, a parte il pagamento dei ticket per visite ed analisi quando dovuto.