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MONDO

Dossier estradizione

Dopo vittoria di Bolsonaro Salvini accelera su Cesare Battisti: Non vedo l'ora di portarlo in galera

L'ex membro del gruppo Proletari Armati per il Comunismo condannato in contumacia all'ergastolo in Italia per quattro omicidi risalenti alla metà degli anni settanta dal 2004 si trova nel Paese sudamericano.  Il figlio di Bolsonaro: "Il regalo è in arrivo"

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All'indomani della vittoria di Jair Bolsonaro alle Presidenziali in Brasile accelera bruscamente l'annosa vicenda giudiziaria che vede protagonista Cesare Battisti,  l'ex membro del gruppo Proletari Armati per il Comunismo condannato in contumacia all'ergastolo in Italia per quattro omicidi risalenti alla metà degli anni settanta e che dal 2004 si trova nel Paese sudamericano. 

Salvini: "Non vedo l'ora di portarlo nelle patrie galere"
 "Non vedo l'ora di incontrare il neo-presidente Bolsonaro. Sarò lieto di recarmi personalmente in Brasile anche per andare a prendere il terrorista rosso Cesare Battisti e portarlo nelle patrie galere", dice oggi  il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

Il figlio di Bolsonaro: "Il regalo è in arrivo"
Poche ore prima era stato il figlio del neopresidente a promettere a Salvini una rapida estradizione. "Il regalo è in arrivo! Grazie per il supporto, la destra diventa più forte". Così su twitter, Eduardo Bolsonaro, figlio del nuovo presidente del Brasile e deputato federale,  in risposta al tweet del ministro dell'Interno Matteo Salvini che si era complimentato per la vittoria del Bolsonaro.



Anche nei giorni scorsi Eduardo Bolsonaro aveva parlato di Battisti. "Per essere rispettato a livello internazionale - si legge in un altro tweet del figlio del presidente - il Brasile deve rispettare gli altri paesi. Estradare il terrorista Cesare Battisti, condannato per 4 omicidi, significa salvare la credibilità del Brasile. Sarebbe un atto di giustizia vestito come una scusa per l'Italia".

Una questione giuridica complessa
L'estradizione di Battisti non è facile da realizzare. Il caso si presenta infatti come un rompicapo giuridico, al centro del quale vi è la questione se è possibile per un nuovo presidente annullare la decisione del suo predecessore Luiz Inacio Lula da Silva, che negò il permesso per l'estradizione alla fine del suo mandato, il 31 dicembre 2010.

Una lunga vicenda giudiziaria
Condannato in contumacia all'ergastolo in Italia, per quattro omicidi risalenti alla metà degli anni settanta, l'ex membro del gruppo Proletari Armati per il Comunismo si era inizialmente rifugiato in Francia, ma dal 2004 si trova in Brasile. Arrestato nel paese sudamericano nel 2007, è rimasto nel carcere brasiliano di Papuda, a Brasilia, fino al giugno 2011. Nel 2009 Il Tribunale Supremo Federale (Stf) aveva autorizzato la sua estradizione in Italia, ma la decisione fu bloccata dal pronunciamento di Lula. Dopo che l'Stf, ha respinto un ricorso dell'Italia, Battisti è stato scarcerato nel giugno 2011, ottenendo in agosto il permesso di residenza permanente. L'attuale presidente brasiliano Michel Temer, che si è insediato dopo l'impeachment della presidente Dilma Rousseff, erede politica di Lula, aveva manifestato l'anno scorso l'intenzione di estradare Battisti in Italia. In questo quadro, il 4 ottobre 2017 Battisti fu fermato alla frontiera con la Bolivia con una somma di denaro superiore al consentito. Accusato di voler fuggire dal Brasile, è stato privato del passaporto ed ha l'obbligo di residenza nello stato di San Paolo.

Il 13 ottobre 2017 una sentenza del giudice Luiz Fux dell'Stf ha stabilito che la magistratura non può revocare quanto deciso da Lula, a meno di una pronuncia della prima sezione dell'Stf. Ma da allora la prima sezione non è stata investita del caso. Nel frattempo il procuratore generale brasiliano della Repubblica, Raquel Dodge, ha argomentato che la decisione di estradare Battisti non può che essere politica. L'Stf, ha detto, si è già pronunciato per l'estradizione, ma questa decisione è stata bloccata da una decisione politica di Lula.

Cancellare la decisione di Lula?
Si tratta dunque di una questione che pertiene all'autorità del presidente della Repubblica. La difesa di Battisti sostiene tuttavia che è impossibile revocare la decisione di Lula, anche perché tale revoca, dopo tanto tempo, creerebbe una situazione di incertezza giuridica. A rendere più difficile l'estradizione c'è anche il fatto che Battisti ha un figlio brasiliano.