Coronavirus
L'Italia in zona rossa
Dpcm #Iorestoacasa: un anno fa l'Italia entrava in lockdown
Poco dopo le 21.30 del 9 marzo 2020 il premier Conte annunciava con un messaggio trasmesso sui social e da tutte le tv l'Italia in zona rossa

"Abbiamo adottato una nuova decisione, come governo, su un presupposto, siamo ben consapevoli che sia difficile cambiare tutte le nostre abitudini, io lo stesso lo sto sperimentando. Capisco le famiglie, i giovani. Sono abitudini che ragionevolmente con il tempo, potranno essere adattata alle nuove esigenze, ma purtroppo tempo non ce n'è, i dati ci dicono che crescono i contagi, i ricoverati e ahimè i deceduti".
Così il premier, Giuseppe Conte, poco dopo le 21.30 del 9 marzo 2020 annunciava con un messaggio sui social trasmesso da tutte le tv l'Italia zona rossa, il primo Dpcm #Iorestoacasa che sarebbe entrato in vigore la mattina successiva.
"Non ci saranno più "zona rossa" o "zona 1 e zone 2" - disse Conte - ci sarà solo l'Italia zona protetta. Saranno quindi da evitare spostamenti su tutto il territorio nazionale a meno che non siano motivati da ragioni di lavoro, necessità o salute. Estenderemo tutte le misure già previste dal Dpcm dello scorso 8 marzo su tutto il territorio nazionale. Inoltre aggiungiamo anche un divieto degli assembramenti sia all'aperto che nei locali chiusi. Comprendiamo il bisogno di socialità, abbiamo visto tutti le immagini della movida ma non ci possiamo più permettere questi episodi di socialità che sono anche di contagio. Sono costretto ad intervenire in maniera decisa per tutelare la salute dei tutti e in particolare quella dei più fragili. Portiamo la sospensione delle attività didattiche fino al 3 aprile su tutta la penisola, isole comprese. Per quanto riguarda il resto ci manteniamo flessibili, per ora ci manteniamo alla durata già convenuta". E ancora: "Non c'è ragione per cui proseguano le manifestazioni e le gare, penso anche al campionato di calcio. I tifosi devono prenderne atto. Non consentiremo neppure che vengano utilizzate le palestre".
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Così il premier, Giuseppe Conte, poco dopo le 21.30 del 9 marzo 2020 annunciava con un messaggio sui social trasmesso da tutte le tv l'Italia zona rossa, il primo Dpcm #Iorestoacasa che sarebbe entrato in vigore la mattina successiva.
"Non ci saranno più "zona rossa" o "zona 1 e zone 2" - disse Conte - ci sarà solo l'Italia zona protetta. Saranno quindi da evitare spostamenti su tutto il territorio nazionale a meno che non siano motivati da ragioni di lavoro, necessità o salute. Estenderemo tutte le misure già previste dal Dpcm dello scorso 8 marzo su tutto il territorio nazionale. Inoltre aggiungiamo anche un divieto degli assembramenti sia all'aperto che nei locali chiusi. Comprendiamo il bisogno di socialità, abbiamo visto tutti le immagini della movida ma non ci possiamo più permettere questi episodi di socialità che sono anche di contagio. Sono costretto ad intervenire in maniera decisa per tutelare la salute dei tutti e in particolare quella dei più fragili. Portiamo la sospensione delle attività didattiche fino al 3 aprile su tutta la penisola, isole comprese. Per quanto riguarda il resto ci manteniamo flessibili, per ora ci manteniamo alla durata già convenuta". E ancora: "Non c'è ragione per cui proseguano le manifestazioni e le gare, penso anche al campionato di calcio. I tifosi devono prenderne atto. Non consentiremo neppure che vengano utilizzate le palestre".
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