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ECONOMIA

Tokyo rialza la testa. Piazza Affari dimezza i guadagni in chiusura

Effetto Draghi sulle Borse: i mercati respirano

Effetto Draghi, dopo che ieri il presidente della Bce ha prospettato nuove misure di stimolo monetario dell'Eurotower a marzo: "La Bce pronta a tutto"

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Recupero stamane sui mercati, che hanno beneficiato dell'effetto Draghi, che ieri ha annunciato un possibile rafforzamento del piano di quantitative easing a marzo. E ha pronunciato parole rassicuranti sul nostro sistema creditizio: "Le banche italiahe non hanno bisogno di nuovi aumento di capitale" ha detto.

Piazza Affari ha aperto con un rialzo vicino al 2%, mentre Mps aveva volato verso un nuovo exploit. Poi però Piazza Affari ha dimezzato i guadagni, chiudendo comunque in positivo, mentre sono tornate le vendite su Mps e altri titoli bancari.
Le piazze cinesi avevano chiuso in rialzo. Shanghai ha chiuso la seduta con un rialzo dell'1,25%, mentre Tokyo ha registrato un indice Nikkei-225 del 5,88%, in scia alla positiva performance registrata dalle Borse europee e statunitensi. 

Accertamenti Consob su Mps
Consob ha avviato da lunedì accertamenti per ricostruire l'operatività in borsa su Mps e sugli altri titoli del settore bancario. Dalla commissione sono partite richieste agli operatori, italiani ed esteri, più attivi ed è stata avviata la cooperazione internazionale con altre autorità di mercato. le verifiche sono in corso per chiarire il quadro e accertare se ci sono stati abusi di mercato.

Draghi: "Abbiamo ancora tanti strumenti"
"Abbiamo molti strumenti di ulteriore intervento per favorire la risalita dell'inflazione e la determinazione e la volontà del Consiglio di usarli": così Mario Draghi, presidente della Bce, ribadendo quanto detto ieri nel suo intervento al World Economic Forum in corso a Davos. Il numero uno dell'Eurotower ha sottolineato che le prospettive inflazionistiche sono cambiate e "c'è meno da essere ottimisti", non solo per il forte calo dei prezzi petroliferi, ma anche per "la revisione al ribasso delle prospettive di crescita delle economie emergenti". La divergenza fra i tassi negli Usa fissati dalla Fed, che ha imboccato un percorso al rialzo, e la Bce che resta in una posizione espansiva, è "del tutto naturale" e l'Europa "si trova oggi in una situazione migliore rispetto a quella di giugno". Draghi ha parlato anche del nostro Paese: "In Italia c'è stata un'errata interpretazione della lettera inviata dalla Bce per avere chiarimenti su come i Paesi stanno gestendo i crediti in sofferenza. Non vi era nulla di più - ha detto - che conoscere le diverse pratiche nazionali in merito". Il presidente della Bce ha parlato anche della questione migranti: in Europa "non c'è altra scelta se non cooperare. Sono fiducioso che alla fine l'inevitabilità del fenomeno lo farà capire e penso che sui rifugiati si arriverà ad un accordo ragionevole". 




"Lasceremo i tassi di interesse fermi a lungo"
L'effetto Draghi sulle Borse è iniziato ieri, quando il governatore dell'Eurotower ha detto: "Non ci arrenderemo a fattori globali di incertezza" e ha annunciato che i tassi sono rimasti fermi e resteranno così per un lungo periodo di tempo. Con l'inizio dell'anno i rischi al ribasso sono aumentati di nuovo, c'e' volatilità ed in questo ambiente l'inflazione resta debole, ha detto ancora Draghi citando i paesi emergenti e i rischi geopolitici. Alla luce degli sviluppi di inizio anno la Bce rivedrà la propria politica monetaria a marzo.

Le aspettative per l'inflazione nel corso dell'anno si sono indebolite rispetto a dicembre, ha detto poi Draghi, spiegando che i tassi possono scivolare in territorio negativo nei prossimi mesi e risalire nella seconda parte dell'anno. La ripresa nell'eurozona deve essere sostenuta da riforme strutturali, che devono accompagnare la politica accomodante della Bce, ha ribadito il presidente Draghi, aggiungendo che tutti i paesi devono adottare una politica fiscale più pro-business. La Bce "è pronta ad agire" e a "mettere in campo tutti gli strumenti a sua disposizione entro il suo mandato" per raggiungere l'obiettivo di un tasso d'inflazione vicino ma sotto al 2%: ha ribadito il Draghi. La Banca Centrale Europea ha lasciato così il tasso principale di rifinanziamento al minimo storico dello 0,05%. Il tasso sui depositi bancari resta fermo a -0,30% e quello sui prestiti marginali allo 0,30%.