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SCIENZA

Tecnologie bio-ispirate

I droni del futuro saranno come insetti

L'evoluzione dei droni volanti - lo testimoniano gli innumerevoli esemplari venduti al dettaglio persino nelle grandi catene commerciali - è proiettata nel futuro: ne occorreranno di sempre più perfezionati 

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di Stefano Lamorgese
Insetti, pipistrelli, uccelli: a questi animali si ispirano i progetti più avanzati dei droni del futuro. Molti team di ricerca si sono recentemente cimentati nell'individuazione dei modelli più adatti per trarre ispirazione.

Certo è che i droni del futuro dovranno destreggiarsi tra innumerevoli ostacoli - il paesaggio urbano ne è l'esempio più evidente. Per questa ragione la qualità più importante sarà quella della "guidabilità", cioè il controllo dei loro più minuti movimenti.

In uno studio presentato dalla rivista "Bioinspiration and Biomimetics" vengono presentati alcuni interessanti risultati.

Lo stormo di "uccelli"
Un gruppo di ricerca ungherese ha studiato la possibilità di far lavorare i droni volanti in stretta correlazione l'uno con l'altro: come se fossero uno stormo di uccelli. Il piano teorico è stato quello di un'area molto vasta da esplorare; come base sperimentale si è scelto l'impianto nucleare di Fukushima, dove effettivamente sono stati utilizzati gruppi di droni per la ricognizione delle strutture all'indomani dell'incidente del Marzo 2011.

L'insetto
Un altro team - dall'Università di Harvard e dal Dipartimento di Ingegneria meccanica dell'Università di Washington - si è cimentato con l'estremo opposto: l'esplorazione remota di aree estremamente piccole e concentrate. Il drone utilizzato ha le dimensioni di una moneta da un centesimo di dollaro (poco meno di due centimetri di diametro) ed è capace di muoversi nell'aria proprio come una mosca. Chiaro che un simile "aggeggino" potrà dimostrarsi utilissimo per studiare l'ambiente e il comportamento degli stessi insetti, in futuro.

Le farfalle-sfinge
Uno dei più temibili avversari dei droni è poi il vento, le cui turbolenze possono inficiarne l'efficacia e inibirne l'utilizzazione. Per questa ragione un altro team - composto da ricercatori della University of North Caroline e dalla Johns Hopkins University - ha dedicato il proprio tempo allo studio del volo delle farfalle-sfinge, un gruppo di tozzi e robusti lepidotteri capaci di mantenere il controllo del volo anche nelle condizioni più avverse.

L'energia
Un altro tema indagato è stato quello del consumo di energia: le batterie dei droni non sono certo eterne e l'efficienza energetica nel loro utilizzo spesso si scontra con l'esigenza del controllo del mezzo.

Un team composto da ricercatori della Université de Sherbrooke e della Stanford University ha preso in esame i comportamenti di animali molto diversi tra loro: lo scoiattolo volante, il pesce volante e il serpente volante. Si tratta di specie animali che uniscono alla forma aerodinamica del corpo la capacità di spiccare prodigiosi salti. Ne è venuta fuori una curiosa generazione di robot volanti, a metà tra il deltaplano e il grillo. Sarebbero capaci di muoversi in terreni irti di ostacoli spendendo molta meno energia di altri mezzi volanti o striscianti.