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MONDO

La lotta alla pandemia

Dubbi e paura si diffondono nel continente americano per il vaccino di AstraZeneca

Il Venezuela vieta la somministrazione, dopo la sospensione cautelativa nei paesi europei. Ma per diversi Stati l'unica scelta è continuare con le vaccinazioni

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La notizia sulla sospensione momentanea del vaccino Covid-19 di AstraZeneca in Europa arriva come un fulmine anche in America Latina, creando dubbi che minacciano la vaccinazione di milioni di persone nel continente, soprattutto nei paesi con un portafoglio ridotto di vaccini e che sono totalmente dipendenti dalle dosi dell'azienda farmaceutica anglo-svedese.

In Venezuela stop al vaccino AstraZeneca
Il no secco arriva proprio dal vicepresidente esecutivo del Venezuela, Delcy Rodríguez. A conclusione di un incontro con il Direttore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Paolo Balladelli, ha riferito l’intenzione di non autorizzare l'uso del vaccino AstraZeneca a causa degli effetti provocati su alcuni cittadini.

Di parere contrario è il presidente messicano, Andrés Manuel López Obrador, che ha assicurato che specialisti del suo paese stanno già indagando sulla questione, "e che i rischi non sono considerati nella sua applicazione". Luis Abinader invece, presidente della Repubblica Dominicana, non ci ha ripensato due volte, e ha chiesto "urgentemente" al suo omologo, Joe Biden, di non bloccare le spedizioni della compagnia e di inviarle comunque ai paesi che lo hanno già approvato.
 
Non c’è altra scelta che continuare a vaccinare
L'Honduras è al secondo giorno di vaccinazioni, con un lotto Astrazeneca che conta 48mila dosi. Continuano a somministrare le dosi anche Messico, Argentina, Guatemala, El Salvador, Brasile, Nicaragua, e alcuni territori delle isole caraibiche.
Sono molti i paesi in cui non esiste "l'opzione di sospendere la vaccinazione come possono fare i paesi europei", ha dichiarato Johnattan García Ruiz, professore all'Università colombiana delle Ande ed esperto di salute pubblica, soprattutto in quegli stati che dipendono dal meccanismo Covax, promosso dall’OMS e dall’Alleanza Gavi per i vaccini. Ad oggi AstraZeneca intende fornire ai paesi a basso e medio reddito nel mondo, in una prima fase, quasi 337 milioni di dosi.

Esempio sono El Salvador, Guatemala, Nicaragua e Honduras, che hanno già ricevuto le prime rimesse tramite Covax. Anche il Nicaragua riceverà proprio questa settimana 135mila dosi.
 
Paura e dubbi per la vaccinazione
García avverte del pericolo di generare una situazione di "ansia" che accresce la paura da effetti collaterali da inoculazione del vaccino AstraZeneca, con "il rischio che avanzino i movimenti di sfiducia nei confronti del piano vaccinale e che i cittadini comincino a pensare di non vaccinarsi più”.

I presidenti latinoamericani hanno lanciato un appello alla calma; tra questi il Ministro della Sanità panamense Luis Francisco Sucre, affidandosi alle valutazioni e alle analisi degli scienziati di ogni paese. L’azienda farmaceutica deve spiegare ed essere chiara", ed informare la popolazione se effettivamente c'è qualche tipo di problema con il suo vaccino”. Tuttavia la situazione appare complessa, fermo restando l’obiettivo di vaccinare quante più persone nel minor tempo possibile".
 
I contratti non possono essere annullati
In ogni caso molti dei paesi dell'America Latina i contratti per la fornitura da parte di Astrazeneca sono stati già stipulati; il Brasile conferma l'acquisto di 224,4 milioni di dosi, la Colombia ne ha acquisite 10 milioni e il Messico 79,4 milioni. con l'impegno a produrre il vaccino anche nel loro Paese. 

Nel lungo elenco ci sono anche Perù (14 milioni), Repubblica Dominicana (10 milioni, più 110.000 prodotti dall'India), Nicaragua (200.000), Ecuador (5 milioni), Costa Rica (1 milione), Argentina (23,5 milioni) ma da cui Cuba resta fuori. 

Ma rimpiangere l'acquisto non è un'opzione: “Non è che il paese possa rifiutare l'acquisto o pentirsene – dichiara Garcia - quello che possiamo fare è ricevere il vaccino e tenerlo tranquillo per un pò, mentre si risolve la situazione e arrivino più informazioni". 

“La riservatezza dei patti tra governi e aziende farmaceutiche rende difficile conoscere in ogni dettaglio gli accordi – continua l’esperto – soprattutto esistono clausole che consentono ai paesi di cessare l'attività in caso di dubbi sulla sicurezza o efficacia del vaccino". Il pericolo che si insedia in ogni angolo del continente è la pressione mediatica, e la sfiducia che si accresce tra i cittadini, che ferma l’avanzata del primo step del piano vaccinale mondiale per debellare il Sars- Covid 19.