SCIENZA
Archeologia
Due colpi alla testa 430mila anni fa: in Spagna le prove del più antico omicidio della storia
Scoperto un cranio con fratture mortali causate da colpi inferti con un corpo contundente. La vittima era un giovane appartenente al genere Homo

Lo hanno trovato nella grotta di Sima de los Huesos, nel nord della Spagna, sepolto in un terriccio rossastro. È il cranio di un giovane appartenente al genere Homo, un reperto che racconta una storia di violenza di 430mila anni fa, nel Pleistocene medio. Nella parte frontale, due fratture sono il chiaro segno che fu ucciso con un oggetto contundente. È il più antico omicidio mai documentato.
Due violenti colpi alla testa
La scoperta è stata effettuata da un gruppo di studiosi spagnoli e pubblicata su Plos One. Del movente non si sa ovviamente nulla, ma le modalità del delitto sembrano piuttosto chiare. Il cranio era diviso in più pezzi, ma una volta ricomposto è emerso che due punti di rottura risalgono chiaramente al momento della morte. La loro forma fa escludere che si tratti di fratture dovute a cause accidentali: la vittima è stata colpita frontalmente in due occasioni con lo stesso oggetto e le ferite sono così serie che con ogni probabilità hanno causato il decesso.
Spostato dopo l'omicidio
Non solo: i ricercatori hanno anche ricostruito un altro capitolo di quella vicenda così lontana nel tempo. Il luogo in cui è stato trovato il cranio, una cavità dove sono stati rinvenuti molti altri resti umani, fa escludere che l’omicidio si sia verificato lì. Quasi sicuramente degli altri ominidi hanno trasportato il suo corpo senza vita e poi lo hanno calato o gettato laggiù, in un luogo usato per le sepolture. Se così fosse, si tratterebbe anche del più antico caso di rituale funerario mai conosciuto.
Due violenti colpi alla testa
La scoperta è stata effettuata da un gruppo di studiosi spagnoli e pubblicata su Plos One. Del movente non si sa ovviamente nulla, ma le modalità del delitto sembrano piuttosto chiare. Il cranio era diviso in più pezzi, ma una volta ricomposto è emerso che due punti di rottura risalgono chiaramente al momento della morte. La loro forma fa escludere che si tratti di fratture dovute a cause accidentali: la vittima è stata colpita frontalmente in due occasioni con lo stesso oggetto e le ferite sono così serie che con ogni probabilità hanno causato il decesso.
Spostato dopo l'omicidio
Non solo: i ricercatori hanno anche ricostruito un altro capitolo di quella vicenda così lontana nel tempo. Il luogo in cui è stato trovato il cranio, una cavità dove sono stati rinvenuti molti altri resti umani, fa escludere che l’omicidio si sia verificato lì. Quasi sicuramente degli altri ominidi hanno trasportato il suo corpo senza vita e poi lo hanno calato o gettato laggiù, in un luogo usato per le sepolture. Se così fosse, si tratterebbe anche del più antico caso di rituale funerario mai conosciuto.