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ECONOMIA

In vista del referendum del 5 luglio

Due sondaggi dicono sì all'accordo con i creditori

I sondaggi realizzati tra il 24 e il 25 giugno (prima della decisione di Tsipras di indire il referendum) erano favorevoli all'accordo con i creditori. L'ipotesi di una chiusura delle banche elleniche da domani, potrebbe ribaltare queste indicazioni.

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La maggioranza dei greci vorrebbe restare nell'Eurozona e quindi voterebbe sì all'accordo con i creditori. Lo dicono due sondaggi pubblicati oggi, ma entrambi realizzati prima che il premier Alexis Tsipras annunciasse l'intenzione di chiedere il referendum. La valenza di tali sondaggi, quindi, è solo indicativa di un stato d'animo che era prevalente quando c'era il diffuso sentore che in un modo o in un altro ci sarebbe stato un accordo. La scelta di Tsipras di indire un referendum (mossa tattica per far uscire il governo dal duplice impasse, quello con i creditori e quello con il suo elettorato che giudicavano l'accordo un'abiura a tutto ciò che Tsipras aveva promesso in campagna elettorale) e la possibile decisione del ministro delle Finanze greco , Varoufakis, di imporre già da domani controlli sui capitali e la chiusura delle banche, potrebbe far cambiare idea ai greci. E quindi rivesciare radicalmente i sondaggi.  

I sondaggi dicono sì all'accordo
Secondo le rilevazioni, il 57% è favorevole ad accettare l'ultima offerta dei creditori, mentre il 29% è contrario. Il primo sondaggio è stato realizzato da Alco per il domenicale Proto Tema. Secondo i risultati di una seconda rilevazione, realizzata da Kapa Research per il quotidiano To Vima, il 47,2% degli intervistati voterebbe a favore di un "nuovo ancorchè doloroso accordo, contro il 33% di no, mentre gli indecisi sono il 18,4%". Entrambi i sondaggi sono stati realizzati tra il 24 e il 26 giugno.