MONDO
Gli 'Eagles of Death Metal' tornano a Parigi tre mesi dopo la strage al Bataclan
Il cantante Hughes: "Tutti dovrebbero avere un'arma per difendersi"
Tre mesi dopo gli attentati a Parigi e la strage al Bataclan, gli Eagles of Death Metal tornano nella capitale francese per un concerto che si preannuncia carico di emozione. A differenza della tragica sera del 13 novembre, il chitarrista e cantante del gruppo Jesse Hughes sarà affiancato dall'amico Josh Homme. "Sarà una terapia per me. Voglio vedere tutti sorridere. Ho davvero bisogno di vedere tutti con il sorriso", ha commentato.
La polizia ha annunciato che sarà allestito un perimetro di sicurezza attorno all'Olympia, dove avrà luogo il concerto. Qui è attesa anche Anne Hidalgom, sindaco di Parigi, che ha in programma un incontro con i musicisti, prima di rivolgere un saluto agli spettatori presenti.
La rock band californiana si stava esibendo davanti a una folla di circa 1.500 persone la notte del 13 novembre, quando tre terroristi armati di kalashnikov entrarono al Bataclan e iniziarono a sparare, facendo 90 morti, tra cui l'italiana Valeria Solesin. Quello che è accaduto non ha cambiato e anzi ha rafforzato la posizione di Hughes, da sempre strenuo difensore del secondo emendamento americano, sul controllo delle armi. "Penso che tutti prima o poi debbano avere un'arma: questa è l'unica cosa su cui ho cambiato idea", ha detto, spiegando che vietare l'uso di pistole e fucili non ha nulla a che fare con il terrorismo.
La polizia ha annunciato che sarà allestito un perimetro di sicurezza attorno all'Olympia, dove avrà luogo il concerto. Qui è attesa anche Anne Hidalgom, sindaco di Parigi, che ha in programma un incontro con i musicisti, prima di rivolgere un saluto agli spettatori presenti.
La rock band californiana si stava esibendo davanti a una folla di circa 1.500 persone la notte del 13 novembre, quando tre terroristi armati di kalashnikov entrarono al Bataclan e iniziarono a sparare, facendo 90 morti, tra cui l'italiana Valeria Solesin. Quello che è accaduto non ha cambiato e anzi ha rafforzato la posizione di Hughes, da sempre strenuo difensore del secondo emendamento americano, sul controllo delle armi. "Penso che tutti prima o poi debbano avere un'arma: questa è l'unica cosa su cui ho cambiato idea", ha detto, spiegando che vietare l'uso di pistole e fucili non ha nulla a che fare con il terrorismo.