Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Ebola-100-persone-a-contatto-con-paziente-sospetto-Dallas-21f15b44-081f-4795-a0a1-f1c0e9ea2a99.html | rainews/live/ | true
MONDO

Allarme Onu, rischio diffusione via aerea

Ebola: 100 persone a contatto con l'uomo contagiato ricoverato a Dallas

Allarme anche alle Hawaii dove un uomo è stato messo in isolamento per motivi precauzionali. La direttrice dell'Fmi Lagarde: "Rischi significativi sul fronte economico e finanziario per il mondo intero"

Condividi
Dallas (Usa)
"Non c'è tempo per contrastare il diffondersi di Ebola". Lo ribadisce l'Onu paventando il rischio che il virus possa mutare e trasmettersi anche per via aerea e non più solo tramite il contatto di liquidi corporei. E la paura supera i confini del continente africano. Da Dallas in Texas dove si è registrato il primo caso americano, arriva la notizia che sarebbero circa 100 le persone sotto controllo perché entrate in contatto con il paziente contagiato o con la sua famiglia. Le autorità sanitarie spiegano che soltanto un gruppo ristretto di queste è stato messo in isolamento.

Paura anche alla Hawaii dove mercoledì un paziente è stato posto in isolamento al Queen's Medical Center di Honolulu. I medici non sono sicuri che abbia contratto il virus ma il paziente è stato sottoposto ad accertamenti che saranno inviati al dipartimento centrale degli Stati Uniti il solo titolato a confermare o smentire il sospetto contagio. 

Onu: rischio diffusione via aerea
"Il virus dell'Ebola potrebbe mutare e diffondersi per via aerea se l'epidemia non verrà tenuta sotto controllo velocemente" è quanto ha dichiarato al Telegraph Anthony Banbury, capo della missione Onu che in Africa Occidentale sta combattendo contro il virus.  Banbury ha affermato che gli operatori umanitari stanno "correndo contro il tempo" per tenere il virus sotto controllo, ma c'è la "possibilità da incubo" che Ebola possa diventare trasmissibile attraverso l'aria. Uno scenario che comunque per ora "rimane improbabile", secondo l'inviato Onu: ma "non puo' essere escluso".

Cameraman si ammala in Liberia
Un cameraman freelance americano impiegato dalla Nbc News in Liberia è risultato positivo al test dell'Ebola e sarà rimpatriato negli Usa per cure mediche con un volo privato. Lo rende noto la stessa Nbc, aggiungendo che il cameraman, di cui non riferisce il nome su richiesta della sua famiglia, ha 33 anni: ha avvertito i sintomi della malattia ieri ed è  risultato positivo al test poco più di 24 ore dopo. E' il quarto americano che contrae l'Ebola in Liberia. 

United Airlines contatta passeggeri a bordo con Duncan
United Airlines, la compagnia aerea su cui ha viaggiato Thomas Duncan su due dei tre voli che lo hanno portato negli Stati Uniti, sta cercando di contattare gli oltre 400 passeggeri dei due aerei su cui l'uomo al centro
del primo caso Ebola negli Stati Uniti ha viaggiato la scorsa settimana. United dice che nessun viaggiatore è a rischio, ma che stanno prendendo la misura per un eccesso di prudenza. Duncan non aveva sintomi nei giorni del volo. La linea aerea non parla dei passeggeri che hanno volato sui jet usati da Duncan dopo il suo approdo negli Usa. 

Toronto, test su paziente messo in isolamento
Un paziente in un ospedale di Toronto è stato messo in isolamento ed è sotto osservazione nel timore che sia una nuova vittima di Ebola. Il paziente, che non è stato identificato, si trova in un ospedale della University Health Network: "Aveva la febbre e si era recato di recente in Africa Occidentale", ha riferito il personale del centro di cura. "Improbabile che sia Ebola, ma sono stati ordinati test per un eccesso di prudenza", ha detto Gillian Howard, il portavoce della rete ospedaliera.

Lagarde, Ebola può pesare su economia mondo intero 
"Un'espansione dell'epidemia dell'Ebola in Africa, se non viene affrontata in maniera urgente e adeguata, pone rischi significativi sul fronte economico e finanziario non solo per quella regione, ma per il mondo intero" ha detto la direttrice del Fmi, Christine Lagarde, che mette in guardia anche da altri rischi geopolitici, come la crisi ucraina e quella del Medio Oriente.

Da Gran Bretagna 160 milioni di euro a Sierra Leone
La Gran Bretagna destinerà 160 milioni di euro per combattere l'epidemia in Sierra Leone, uno dei paesi più colpiti, ma la cifra non è sufficiente a far fronte all'emergenza e serve un impegno internazionale. Lo hanno affermato rappresentanti istituzionali di 20 paesi riuniti a Londra per una conferenza organizzata dal Foreign Office. ''Noi stiamo guidando e coordinando la risposta in Sierra Leone - ha affermato il ministro degli esteri britannico Philip Hammond, riporta la Bbc - ma abbiamo bisogno dell'aiuto internazionale''.