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MONDO

Stati Uniti

Ebola, a Dallas 10 persone considerate ad alto rischio

In Texas, oltre ai 4 familiari del primo paziente contagiato, ci sarebbero altre persone che potrebbero aver contratto il virus

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Sarebbero 10 le persone considerate ad alto rischio rischio di contagio del virus ebola. Sono entrate in contatto con il liberiano Thomas Eric Duncan, primo paziente diagnosticato negli Usa. A Dallas intanto, una squadra per lo smaltimento di materiali pericolosi ha iniziato le operazioni nell'appartamento in cui quattro familiari di Duncan sono in quarantena sino al 19 ottobre. Lenzuola, vestiti e asciugamani usati dall'uomo vanno eliminati, perché il virus può resistere ed essere contagioso su questo tipo di materiali per ore o giorni. 

Duncan resta in isolamento in ospedale mentre altre 40 persone sono sotto controllo, ma considerate a basso rischio. Nessuno ha presentato sintomi. Il caso di Dallas ha destato clamore anche perché è stato diagnosticato in ritardo a causa di un errore nella gestione delle procedure ospedaliere.

Arriverà invece domenica notte negli Stati Uniti il giornalista americano freelance cui in Liberia è stato diagnosticato l'ebola. Sarà ricoverato in isolamento al Nebraska Medical Center di Omaha. Il Wall Street Journal riferisce che con il reporter, Ashoka Mukpo, viaggeranno i colleghi di Nbc News che hanno lavorato con lui. Le condizioni di Mukpo, dicono dalla testata, fanno essere ottimisti "perché ha un basso livello di virus". Tutto il team, anche chi non ha presentato sintomi, sarà messo in quarantena per i 21 giorni necessari a escludere il contagio.

La Casa Bianca ha intanto tenuto una conferenza stampa per rispondere alla paura dell'epidemia. "Gli Stati Uniti hanno le migliori infrastrutture sanitarie e i migliori medici del mondo", ha detto l'assistente del presidente per la Sicurezza interna, Lisa Monaco. "Siamo preparati a gestire questa crisi, nel nostro Paese e nella regione" africana, ha aggiunto, dicendo che tutte le epidemie passate sono state fermate e lo sarà anche questa. Monaco ha poi escluso che sia imposto il blocco ai voli che collegano gli Usa ai Paesi africani colpiti dall'epidemia, perché "impedirebbe di rispondere alla minaccia dell'Ebola". Varie pressioni in proposito sono arrivate alla Casa Bianca, ancora ieri da Bobby Jindal, governatore repubblicano della Louisiana. Tuttavia, ha sottolineato Monaco, i passeggeri sono sottoposti a controlli. Anthony Fauci, direttore dell'Istituto nazionale della Salute (Nih), ha sottolineato che "si sta lavorando senza sosta a creare vaccini per prevenire e terapie per curare" l'Ebola.

L'ammiraglio John Kirby, portavoce del Pentagono, ha poi annunciato che il numero di soldati inviati in Africa occidentale supererà i 3.000 ipotizzati settimane fa dal presidente Barack Obama, potendo arrivare fino a 4.000. In Africa Occidentale i morti sono oltre 3.300, ma secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il numero è sottostimato. Negli Stati Uniti i contagiati sinora sono cinque, quattro diagnosticati in Africa, due curati con il farmaco sperimentale ZMapp.