Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Ebola-il-protocollo-del-ministero-per-prevenire-epidemia-3f9d1fec-2c52-40cd-84b1-f29d6ff2f891.html | rainews/live/ | true
SALUTE

Maggior vigilanza da parte degli operatori sanitari

Ebola, il protocollo del ministero della Salute per la prevenzione

"Anche se la probabilità di casi di Ebola importati nel nostro Paese è molto bassa - si legge nella circolare del ministero della Salute - la capacità di risposta del sistema sanitario nazionale è adeguata ad isolarli"

Condividi
Virus dell'Ebola (Ansa)
"E' altamente improbabile, ma non impossibile", che persone infettate da virus Ebola in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone possano arrivare in Italia e quindi sviluppare sintomi dopo il loro arrivo. Si apre così la circolare del ministero della Salute che lo scorso agosto ha stabilito il protocollo per affrontare il rischio Ebola nel nostro Paese.

Maggior vigilanza da parte degli operatori sanitari 
"Anche se la probabilità di casi importati nel nostro Paese è molto bassa - si legge nel documento - la capacità di risposta del sistema sanitario nazionale, nell'ipotesi del verificarsi di casi di Ebola sul nostro territorio, è adeguata ad individuarli e confermarli, e ad isolarli, per interrompere la possibile trasmissione anche di
questo agente patogeno altamente infettivo. Di conseguenza, è importante richiamare gli operatori sanitari ad essere vigili nei confronti di coloro che hanno visitato le zone colpite dalla febbre emorragica virale e sviluppano una malattia non altrimenti spiegabile". 

Potenziali fattori di rischio d'infezione
I pazienti devono ricevere rapidamente cure mediche e devono essere indagati i potenziali fattori di rischio di infezione e le modalità di un loro recente viaggio, considerando se:
- hanno recentemente visitato una delle aree affette 
- hanno manifestano i seguenti sintomi, soprattutto ad insorgenza improvvisa, entro 21 giorni dalla visita nelle zone colpite: febbre, mal di testa, mal di gola, diarrea profusa e vomito, malessere generale.
   
21 giorni: periodo massimo d'incubazione
Febbre emorragica virale deve essere sospettata in soggetti con febbre (>38C) o storia di febbre nelle ultime 24 ore:
- che hanno visitato una zona affetta da Ebola entro 21 giorni
- che hanno curato o sono entrati in contatto con i fluidi corporei o campioni clinici di un soggetto o di un animale, vivo o morto, malato o fortemente sospettato di avere la febbre emorragica virale. In caso si sospetti febbre emorragica virale, non devono essere trascurate diagnosi alternative, come la malaria.

Protocollo da seguire
Nell'eventualità di un possibile caso ai "soggetti residenti in/viaggiatori di ritorno da" aree affette, all'arrivo nel nostro Paese, sarà consegnato un foglio informativo nel quale sono invitati a rivolgersi al medico di fiducia o ai servizi sanitari, in caso manifestino determinati sintomi entro 21 giorni dal loro arrivo. Se il medico consultato valuterà un paziente come sospetto caso di Ebola, in base ai criteri clinici e ai criteri epidemiologici, si metterà in contatto con il reparto di malattie infettive di riferimento per la gestione del paziente. I medici del reparto di malattie infettive interessato faranno una prima valutazione per escludere o confermare il sospetto di Ebola. In questo secondo caso, contatteranno l'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive "Lazzaro Spallanzani", per confrontarsi sulla diagnosi e per l'eventuale gestione del paziente e per il prelievo e l'invio di campioni biologici al laboratorio a più elevato livello di biosicurezza (BSL4), sempre presso l'INMI "L.Spallanzani".