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MONDO

"Il personale medico? Sono eroici"

Ebola, il racconto di un sopravvissuto: "Mai stato peggio"

Il cameraman della Nbc Ashoka Mukpo, intervistato dalla Cnn, parla della sua esperienza: "Non hai energie, ero spaventatissimo"

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Ashoka Mukpo
“Quando hai Ebola, non hai assolutamente energie. Fare un metro è faticoso come fare una maratona”. Uscito dall’incubo, il cameraman freelance della Nbc Ashoka Mukpo racconta la sua esperienza alla Cnn. I dolori, i brividi, la febbre a 40 capitano anche con l’influenza, ma “i sintomi erano molto più intensi di qualunque cosa si possa provare con l’influenza”, spiega.

Alcune settimane di sofferenze
Contagiato in Liberia, il 33enne statunitense aveva iniziato a sentirsi male il primo ottobre. Dopo la diagnosi, era stato trasferito negli Stati Uniti ed era stato ricoverato in un ospedale specializzato in Nebraska. Dopo alcune settimane di sofferenze, il 21 ottobre ha scritto su Twitter di essere risultato negativo all’Ebola per tre giorni di fila e di poter quindi tornare a casa.
 
"Il personale medico è coraggioso ed eroico"
Nell’intervista alla Cnn, il cameraman della Nbc riserva moltissimi elogi al personale medico che lo ha accudito. “Sono coraggiosi ed eroici”, dice. “Mi rendevo conto che avevano paura – racconta – ma che volevano correre il rischio per aiutarmi a sopravvivere”.

"Avevo bisogno di tutte le mie forze" 
L’isolamento totale in ospedale, spiega, non gli è pesato più di tanto. Mukpo racconta che non sa cosa avrebbe potuto fare per lui un maggiore contatto umano. “Avevo bisogno di tutte le mie forze e non so nemmeno se avrei voluto esser toccato ed accudito – continua – Ero così spaventato e malato che penso di aver avuto bisogno di stare come all’interno di una bolla”.

Aiutato da una trasfusione
Mukpo ha iniziato a sentirsi meglio dopo aver ricevuto una trasfusione di sangue da Kent Bradley, un medico statunitense che a sua volta era stato contagiato in Liberia ed era guarito. Ora il 33enne vorrebbe aiutare altre persone allo stesso modo prima possibile. “Penso di non poter donare il sangue per altre due settimane – dice – Ma spero, quando mi chiameranno, di avere lo stesso coraggio del dottor Bradley”.