MONDO
L'uomo è in isolamento
Ebola. Peggiora il paziente zero ricoverato a Dallas; le sue condizioni sono "critiche"
Duncan è il primo malato di Ebola negli Stati Uniti, considerato il paziente zero di una possibile epidemia. Le 9 persone entrate in contatto con lui non mostrano sinotmi del virus, altre 40 persone sono costantemente monitorate

Sono peggiorate le condizioni del liberiano Thomas Eric Duncan, ricoverato a Dallas in Texas. Le sue condizioni, dice il personale medico che lo sta seguendo, sono passate da "gravi" a "critiche.
Duncan è il primo malato di ebola negli Stati Uniti dove è arrivato il 20 settembre da Monrovia, capitale della Liberia, ed è anche considerato il paziente zero di una possibile epidemia in America perchè prima di essere ricoverato ha circolato liberamente nel Paese nonostante fosse già malato e quindi contagioso.
Duncan ha mostrato i primi sintomi il 24 settembre e si è recato in ospedale solo il 26 ma il nosocomio, il Texas Health Presbyterian Hospital, lo ha rispedito a casa non riconoscendo i sintomi del virus letale. Due giorni dopo l'uomo è tornato in ambulanza nella struttura ed è in isolamento. Ed è proccupazione per le persone entrate in contatto con lui mentre era già malato: ha avuto contatti accertati con 9 persone ma nessuna di queste mostra sintomi del virus. Altre 40 persone che potrebbero essere venute in contatto con l'uomo sono monitorate costantemente mentre in totale in 114 potrebbero aver avvicinato Duncan.
A Dallas intanto, una squadra per lo smaltimento di materiali pericolosi ha iniziato le operazioni nell'appartamento in cui quattro familiari di Duncan sono in quarantena sino al 19 ottobre. Lenzuola, vestiti e asciugamani usati dall'uomo vanno eliminati, perché il virus può resistere ed essere contagioso su questo tipo di materiali per ore o giorni.
Duncan è il primo malato di ebola negli Stati Uniti dove è arrivato il 20 settembre da Monrovia, capitale della Liberia, ed è anche considerato il paziente zero di una possibile epidemia in America perchè prima di essere ricoverato ha circolato liberamente nel Paese nonostante fosse già malato e quindi contagioso.
Duncan ha mostrato i primi sintomi il 24 settembre e si è recato in ospedale solo il 26 ma il nosocomio, il Texas Health Presbyterian Hospital, lo ha rispedito a casa non riconoscendo i sintomi del virus letale. Due giorni dopo l'uomo è tornato in ambulanza nella struttura ed è in isolamento. Ed è proccupazione per le persone entrate in contatto con lui mentre era già malato: ha avuto contatti accertati con 9 persone ma nessuna di queste mostra sintomi del virus. Altre 40 persone che potrebbero essere venute in contatto con l'uomo sono monitorate costantemente mentre in totale in 114 potrebbero aver avvicinato Duncan.
A Dallas intanto, una squadra per lo smaltimento di materiali pericolosi ha iniziato le operazioni nell'appartamento in cui quattro familiari di Duncan sono in quarantena sino al 19 ottobre. Lenzuola, vestiti e asciugamani usati dall'uomo vanno eliminati, perché il virus può resistere ed essere contagioso su questo tipo di materiali per ore o giorni.