MONDO
"Peggior emergenza da 40 anni"
Per l'Oms l'epidemia di Ebola è "un'emergenza sanitaria internazionale"
L'epidemia di Ebola in corso in Africa occidentale è una "emergenza di salute pubblica di livello internazionale". Lo ha deciso il comitato di emergenza istituito dall'Oms, che ha dato l'annuncio durante una conferenza stampa a Ginevra. Lo status prevede misure aggiuntive di contenimento

“Ebola in Africa occidentale è un'emergenza di salute pubblica di interesse internazionale". Ad anticipare l'annuncio del direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Margaret Chan, è un tweet dell’Oms.
La decisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è arrivata al termine di una 'due giorni' di riunione del comitato di emergenza riunito a Ginevra, in Svizzera.
L'epidemia di Ebola in corso è "la peggiore che si sia avuta in almeno 40 anni", ha dichiarato la Chan aprendo la conferenza stampa del Comitato di emergenza sulla malattia. "I paesi colpiti dall'epidemia - ha ricordato - vengono da un periodo di conflitti e difficoltà, e i loro sistemi sanitari sono deboli. La comunità internazionale deve aiutarli a reagire. In questi giorni ho ricevuto impegni molto generosi da parte di diversi paesi, spero che si traducano in fatti concreti".
L'organizzazione dell'Onu ha dunque raccomandato misure eccezionali per fermare la trasmissione. I paesi in cui si registra il contagio dovranno effettuare esami all'uscita degli aeroporti, nei porti marittimi e nei valichi di frontiera a tutte le persone con sintomi febbri associabili all'ebola.
"L'epidemia di Ebola in Africa Occidentale - hanno spiegato gli esperti del comitato dell’Oms - costituisce un evento straordinario, e un rischio di salute pubblica per gli altri Stati le possibili conseguenze di un'ulteriore espansione sono particolarmente serie e una risposta internazionale è necessaria. E' parere unanime del comitato che siano soddisfatti i criteri per dichiararla emergenza internazionale di salute pubblica".
Attualmente i paesi africani in cui il virus si sta diffondendo sono Guinea Conakry, Liberia e Sierra Leone, ma anche la Nigeria – il più popoloso stato africano, dove il contagio sarebbe pericolosissimo - segue con grande attenzione l'evoluzione del virus.
Durante la conferenza è stato ricordato che, al 4 agosto 2014, i Paesi interessati dall'epidemia di Ebola (Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone) hanno riportato 1.711 cases (1.070 confermati, 436 probabili, 205 sospetti) e 932 morti.
In passato lo status di “emergenza sanitaria internazionale” era stato utilizzato solo per la pandemia di influenza H1N1, la cosiddetta 'suina', e poche settimane fa per la polio.
Le indicazioni
Ebola "non è una malattia misteriosa, si può fermare", ha affermato Keiji Fukuda, vicesegretario dell'Oms, durante la conferenza stampa del Comitato di emergenza. "Abbiamo preparato raccomandazioni sia per gli stati affetti che per quelli che ancora non lo sono - ha spiegato -. La prima è che tutti i paesi in cui c'è trasmissione del virus dichiarino lo stato di emergenza nazionale".
Non sono necessarie restrizioni internazionali ai viaggi per evitare i contagi da Ebola, ma i paesi dove l'epidemia è presente devono fare test a tutti i passeggeri di porti e aeroporti in uscita. "Tutti i paesi - ha spiegato Keiji Fukuda, vicesegretario generale - devono essere pronti ad accogliere potenziali casi".
"I funerali e le pratiche di sepoltura delle persone morte per Ebola devono essere condotti da personale ben addestrato" per evitare il rischio di trasmissione del virus, ha spiegato ancora Fukuda.
Si valuta utilizzo farmaci sperimentali
Si terrà lunedì prossimo una riunione speciale dell'Oms sui farmaci non approvati contro l'Ebola. L'obiettivo, ha spiegato Fukuda: "è mettere a punto un quadro di riferimento e possibilmente delle indicazioni" su questo tema. Il problema dei medicinali non autorizzati contro l'Ebola, che finora non ha una cura, è che "ci sono prodotti che potrebbero servire e rappresentare una potenziale opzione importante per trattare alcuni dei pazienti, ma, oltre a non essere approvati, sono disponibili in piccole quantità".
Cosa significa in pratica “emergenza sanitaria di portata internazionale”
Alcuni gravi eventi di sanità pubblica che mettono in pericolo la salute pubblica - spiega l'Oms - possono essere definiti 'emergenze sanitarie di portata internazionale'. Il termine sta a significare un evento straordinario che costituisce un rischio per la salute pubblica in altri Stati membri attraverso la diffusione internazionale delle malattie, o che potrebbe richiedere una risposta internazionale coordinata. Questa definizione comporta che l'evento è grave, insolito o inaspettato, che le implicazioni per la salute pubblica vanno al di là delle frontiere nazionali dello Stato interessato e che potrebbe essere necessaria un'azione internazionale immediata.
La responsabilità di determinare se l'evento in questione deve essere definito emergenza internazionale è del direttore generale dell'Oms, Margaret Chan, e richiede la convocazione di una commissione di esperti, il comitato di emergenza, che fornisce consulenza sulle misure temporanee da raccomandare agli Stati coinvolti per prevenire o ridurre la diffusione internazionale della malattia. Fra gli esperti del comitato di emergenza ne viene nominato almeno uno per ogni Paese nel cui territorio si è sviluppata l'emergenza.
La decisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è arrivata al termine di una 'due giorni' di riunione del comitato di emergenza riunito a Ginevra, in Svizzera.
L'epidemia di Ebola in corso è "la peggiore che si sia avuta in almeno 40 anni", ha dichiarato la Chan aprendo la conferenza stampa del Comitato di emergenza sulla malattia. "I paesi colpiti dall'epidemia - ha ricordato - vengono da un periodo di conflitti e difficoltà, e i loro sistemi sanitari sono deboli. La comunità internazionale deve aiutarli a reagire. In questi giorni ho ricevuto impegni molto generosi da parte di diversi paesi, spero che si traducano in fatti concreti".
L'organizzazione dell'Onu ha dunque raccomandato misure eccezionali per fermare la trasmissione. I paesi in cui si registra il contagio dovranno effettuare esami all'uscita degli aeroporti, nei porti marittimi e nei valichi di frontiera a tutte le persone con sintomi febbri associabili all'ebola.
WHO Director-General, Dr Margaret Chan: #Ebola in West #Africa is a Public Health Emergency of Intl Concern #alert
— WHO (@WHO) August 8, 2014
"L'epidemia di Ebola in Africa Occidentale - hanno spiegato gli esperti del comitato dell’Oms - costituisce un evento straordinario, e un rischio di salute pubblica per gli altri Stati le possibili conseguenze di un'ulteriore espansione sono particolarmente serie e una risposta internazionale è necessaria. E' parere unanime del comitato che siano soddisfatti i criteri per dichiararla emergenza internazionale di salute pubblica".
Attualmente i paesi africani in cui il virus si sta diffondendo sono Guinea Conakry, Liberia e Sierra Leone, ma anche la Nigeria – il più popoloso stato africano, dove il contagio sarebbe pericolosissimo - segue con grande attenzione l'evoluzione del virus.
Durante la conferenza è stato ricordato che, al 4 agosto 2014, i Paesi interessati dall'epidemia di Ebola (Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone) hanno riportato 1.711 cases (1.070 confermati, 436 probabili, 205 sospetti) e 932 morti.
In passato lo status di “emergenza sanitaria internazionale” era stato utilizzato solo per la pandemia di influenza H1N1, la cosiddetta 'suina', e poche settimane fa per la polio.
Le indicazioni
Ebola "non è una malattia misteriosa, si può fermare", ha affermato Keiji Fukuda, vicesegretario dell'Oms, durante la conferenza stampa del Comitato di emergenza. "Abbiamo preparato raccomandazioni sia per gli stati affetti che per quelli che ancora non lo sono - ha spiegato -. La prima è che tutti i paesi in cui c'è trasmissione del virus dichiarino lo stato di emergenza nazionale".
Non sono necessarie restrizioni internazionali ai viaggi per evitare i contagi da Ebola, ma i paesi dove l'epidemia è presente devono fare test a tutti i passeggeri di porti e aeroporti in uscita. "Tutti i paesi - ha spiegato Keiji Fukuda, vicesegretario generale - devono essere pronti ad accogliere potenziali casi".
"I funerali e le pratiche di sepoltura delle persone morte per Ebola devono essere condotti da personale ben addestrato" per evitare il rischio di trasmissione del virus, ha spiegato ancora Fukuda.
Si valuta utilizzo farmaci sperimentali
Si terrà lunedì prossimo una riunione speciale dell'Oms sui farmaci non approvati contro l'Ebola. L'obiettivo, ha spiegato Fukuda: "è mettere a punto un quadro di riferimento e possibilmente delle indicazioni" su questo tema. Il problema dei medicinali non autorizzati contro l'Ebola, che finora non ha una cura, è che "ci sono prodotti che potrebbero servire e rappresentare una potenziale opzione importante per trattare alcuni dei pazienti, ma, oltre a non essere approvati, sono disponibili in piccole quantità".
Cosa significa in pratica “emergenza sanitaria di portata internazionale”
Alcuni gravi eventi di sanità pubblica che mettono in pericolo la salute pubblica - spiega l'Oms - possono essere definiti 'emergenze sanitarie di portata internazionale'. Il termine sta a significare un evento straordinario che costituisce un rischio per la salute pubblica in altri Stati membri attraverso la diffusione internazionale delle malattie, o che potrebbe richiedere una risposta internazionale coordinata. Questa definizione comporta che l'evento è grave, insolito o inaspettato, che le implicazioni per la salute pubblica vanno al di là delle frontiere nazionali dello Stato interessato e che potrebbe essere necessaria un'azione internazionale immediata.
La responsabilità di determinare se l'evento in questione deve essere definito emergenza internazionale è del direttore generale dell'Oms, Margaret Chan, e richiede la convocazione di una commissione di esperti, il comitato di emergenza, che fornisce consulenza sulle misure temporanee da raccomandare agli Stati coinvolti per prevenire o ridurre la diffusione internazionale della malattia. Fra gli esperti del comitato di emergenza ne viene nominato almeno uno per ogni Paese nel cui territorio si è sviluppata l'emergenza.