ITALIA
Milano
Ebreo accoltellato, al vaglio diverse ipotesi su movente
Gli inquirenti per ora non escludono alcuna ipotesi, compresa quella di un'aggressione dal movente razziale o politico

Prosegue la caccia all'uomo che giovedì sera ha accoltellato Nathan Graff, israeliano di 40 anni, in via San Gimignano a Milano. Gli inquirenti per ora non escludono alcuna ipotesi, compresa quella di un'aggressione dal movente razziale o politico. Finora, però, non ci sono state rivendicazioni e gli inquirenti stanno cercando elementi concreti a riscontro dell'ipotesi di un attacco a sfondo antisemita. Sono al vaglio degli agenti della Digos di Milano, quindi, le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona, un quartiere dove abitano numerosi ebrei.
Gli investigatori hanno raccolto anche le testimonianze di alcune persone presenti quando è avvenuta l'aggressione compiuta, secondo le descrizioni, da un uomo con capelli e carnagione chiara. Ha sorpreso l'uomo alle spalle e, dopo averlo accoltellato senza pronunciare alcuna frase, si è allontanato a piedi. Intanto il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli, che coordina il pool anti-terrorismo della Procura di Milano e ieri ha aperto un'inchiesta con l'ipotesi di reato di tentato omicidio volontario, resta in costante contatto con la Digos.
Graff, cittadino israeliano residente a Milano da tre anni, è stato ascoltato dalla Digos. Resta ricoverato all'ospedale Niguarda di Milano e non è in pericolo di vita. Graff intanto, intervistato da Repubblica, ha dichiarato che l'aggressione "non era una rapina ma un tentativo di uccidermi". Graff dice di non aver visto niente del suo aggressore, e di aver "cercato solo di schivare le coltellate. Non voglio e non posso accusare nessuno", aggiunge, "ma credo che quell'uomo aveva un solo obiettivo: ammazzare un ebreo ortodosso. Colpire la nostra comunità qui a Milano. Spaventarci".
Una comunità che, nel primo shabbat (giorno di riposo per la religione ebraica) dopo l'accoltellamento, si ritrova nella sinagoga principale di Milano, in via della Guastalla, parla di "un momento triste" ma "andiamo avanti".
Gli investigatori hanno raccolto anche le testimonianze di alcune persone presenti quando è avvenuta l'aggressione compiuta, secondo le descrizioni, da un uomo con capelli e carnagione chiara. Ha sorpreso l'uomo alle spalle e, dopo averlo accoltellato senza pronunciare alcuna frase, si è allontanato a piedi. Intanto il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli, che coordina il pool anti-terrorismo della Procura di Milano e ieri ha aperto un'inchiesta con l'ipotesi di reato di tentato omicidio volontario, resta in costante contatto con la Digos.
Graff, cittadino israeliano residente a Milano da tre anni, è stato ascoltato dalla Digos. Resta ricoverato all'ospedale Niguarda di Milano e non è in pericolo di vita. Graff intanto, intervistato da Repubblica, ha dichiarato che l'aggressione "non era una rapina ma un tentativo di uccidermi". Graff dice di non aver visto niente del suo aggressore, e di aver "cercato solo di schivare le coltellate. Non voglio e non posso accusare nessuno", aggiunge, "ma credo che quell'uomo aveva un solo obiettivo: ammazzare un ebreo ortodosso. Colpire la nostra comunità qui a Milano. Spaventarci".
Una comunità che, nel primo shabbat (giorno di riposo per la religione ebraica) dopo l'accoltellamento, si ritrova nella sinagoga principale di Milano, in via della Guastalla, parla di "un momento triste" ma "andiamo avanti".