POLITICA
Il ricordo della strage
Eccidio di Fivizzano, Mattarella: "Impedire che torni una distorta idea di nazione"
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha ricordato il 75° anniversario dell'eccidio nazifascista a Fivizzano

Occorre "guardare con consapevolezza" agli orrori delle stragi nazifasciste. L'Unione Europea, "uno degli spazi di libertà più grandi al mondo" è nata in reazione a quella tragedia, la cui responsabilità va addossata a "chi aveva in spregio la democrazia", gente a cui fu permesso "di esercitare in potere assoluto". Bisogna "impedire che si creino le condizioni in cui questo possa riprodursi", ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricordando insieme all'omologo tedesco Frank Walter Steinmeier la strage di Fivizzano.
Tema molto delicato, in questa parte della Toscana, quello delle stragi naziste del '44. Il 12 agosto a Sant'Anna di Stazzema i morti furono 560. Dieci giorni dopo, nella zona di Fivizzano, 401. Tra Versilia e Lunigiana mille vittime in una decina di giorni: una vera e propria guerra nella guerra. Da anni quelle giornate vengono ricordate, insieme, dai capi di Stato di Italia e Germania.
Così oggi Mattarella percorre le strade di questa cittadina della Lunigiana a fianco di Steinmeier. Depongono insieme una corona di fiori al monumento che ricorda quei morti. La gente applaude con vera partecipazione. C'è chi grida lunga vita alla Costituzione. Steinmeier si gira a Mattarella, e nota: "Lei è davvero amato ...". Lui per rispondere aspetta l'intervento nella cerimonia che si svolge pochi minuti dopo nella piazza principale.
"La perdita di fiducia nei valori al centro della storia europea, come il rispetto della vita e della libertà individuale e collettiva, permisero a regimi che avevano in spregio la democrazia di giungere ad esercitare un potere assoluto", esordisce. Fu "la notte delle coscienze che condusse a immani tragedie", ed ora il ricordo ci "impone di guardare con consapevolezza mai attenuata a quei fatti". Ben sapendo, però, che è qui che ha avuto inizio "il percorso che ci ha portato alle nostre Costituzioni ed al successivo percorso di integrazione europea, che è la nostra comune prospettiva storica". A dimenticarsene si farebbe un danno senza precedenti o quasi.
Steinmeier non ha remore nel manifestare la sua "vergogna". Lo dice in un intervento in un bell'italiano, in cui ammette: "e' infinitamente difficile per un tedesco venire in questo luogo". Se la Germania non ha fatto nulla per molti anni per riconoscere le proprie responsabilità, i superstiti e le loro famiglie mantengono intatto "il diritto alla memoria". Perché "chi conosce il passato e' pronto per lo spirito europeo" mentre "chi dimentica è esposto ai pericoli dell'intolleranza e della violenza. E questo vale soprattutto "in un momento in cui il veleno del nazionalismo torna ad infiltrarsi in Europa". Dimenticare, gli fa eco Mattarella, equivarrebbe ad una "fuga da noi stessi, da quello che autenticamente e' la nostra Repubblica". Anche perché le cose hanno spesso la tendenza a ripetersi.quindi "è nostro dovere impedire che si creino le condizioni in cui tutto ciò possa riprodursi", soprattutto "nell'Unione Europea, uno dei più grandi spazi di libertà esistenti al mondo". E che, come tale, va difeso.
Tema molto delicato, in questa parte della Toscana, quello delle stragi naziste del '44. Il 12 agosto a Sant'Anna di Stazzema i morti furono 560. Dieci giorni dopo, nella zona di Fivizzano, 401. Tra Versilia e Lunigiana mille vittime in una decina di giorni: una vera e propria guerra nella guerra. Da anni quelle giornate vengono ricordate, insieme, dai capi di Stato di Italia e Germania.
Così oggi Mattarella percorre le strade di questa cittadina della Lunigiana a fianco di Steinmeier. Depongono insieme una corona di fiori al monumento che ricorda quei morti. La gente applaude con vera partecipazione. C'è chi grida lunga vita alla Costituzione. Steinmeier si gira a Mattarella, e nota: "Lei è davvero amato ...". Lui per rispondere aspetta l'intervento nella cerimonia che si svolge pochi minuti dopo nella piazza principale.
"La perdita di fiducia nei valori al centro della storia europea, come il rispetto della vita e della libertà individuale e collettiva, permisero a regimi che avevano in spregio la democrazia di giungere ad esercitare un potere assoluto", esordisce. Fu "la notte delle coscienze che condusse a immani tragedie", ed ora il ricordo ci "impone di guardare con consapevolezza mai attenuata a quei fatti". Ben sapendo, però, che è qui che ha avuto inizio "il percorso che ci ha portato alle nostre Costituzioni ed al successivo percorso di integrazione europea, che è la nostra comune prospettiva storica". A dimenticarsene si farebbe un danno senza precedenti o quasi.
Steinmeier non ha remore nel manifestare la sua "vergogna". Lo dice in un intervento in un bell'italiano, in cui ammette: "e' infinitamente difficile per un tedesco venire in questo luogo". Se la Germania non ha fatto nulla per molti anni per riconoscere le proprie responsabilità, i superstiti e le loro famiglie mantengono intatto "il diritto alla memoria". Perché "chi conosce il passato e' pronto per lo spirito europeo" mentre "chi dimentica è esposto ai pericoli dell'intolleranza e della violenza. E questo vale soprattutto "in un momento in cui il veleno del nazionalismo torna ad infiltrarsi in Europa". Dimenticare, gli fa eco Mattarella, equivarrebbe ad una "fuga da noi stessi, da quello che autenticamente e' la nostra Repubblica". Anche perché le cose hanno spesso la tendenza a ripetersi.quindi "è nostro dovere impedire che si creino le condizioni in cui tutto ciò possa riprodursi", soprattutto "nell'Unione Europea, uno dei più grandi spazi di libertà esistenti al mondo". E che, come tale, va difeso.