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ECONOMIA

Lo rivela una ricerca del Circular Economy Network e di Enea

Economia circolare: Italia prima in Ue per il terzo anno consecutivo

Sommando i punteggi di ogni settore dell'economia circolare, l'Italia è prima con 79 punti, seguita dalla Francia con 68, dalla Germania e Spagna con 65 e dalla Polonia con 54. ​Cingolani: "Italia leader, ma serve innovazione"

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L'Italia per il terzo anno consecutivo si conferma la prima in Europa nel campo del riciclo. Lo rivela il terzo "Rapporto nazionale sull'economia circolare in Italia 2021", preparato dal CEN-Circular EconomyNetwork  (la rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile assieme a un gruppo di aziende e associazioni di impresa) e da Enea, e presentato stamani. Sommando i punteggi di ogni settore dell'economia circolare, l'Italia è prima con 79 punti, seguita dalla Francia con 68, dalla Germania e Spagna con 65 e dalla Polonia con 54.

Nella produzione circolare il nostro Paese ottiene 26 punti, con un distacco di 5 punti dalla Francia. Per la produttività delle risorse siamo in testa alla classifica. Ogni kg di risorsa consumata genera in Italia 3,3 euro di Pil, contro una media europea di 1,98 euro.   In termini di quota di energia rinnovabile utilizzata rispetto al consumo totale di energia, l'Italia perde il suo primato: con il 18,2% scende al secondo posto, dietro alla Spagna (18,4%), ma davanti a Germania (17,4%), Francia (17,2%) e Polonia (12,2%).   Il riciclo dei rifiuti urbani nel 2019, secondo i dati Ispra,è stato del 46,9%, in linea con la media europea, posizionando l'Italia al secondo posto dopo la Germania. La percentuale di riciclo di tutti i rifiuti è invece al 68%, nettamente superiore alla media europea (57%), al primo posto fra le principali economie europee.   Il tasso di utilizzo circolare di materia in Italia nel 2019 è stato del 19,3%: superiore alla media dell'Ue27 (all'11,9%),inferiore a quello francese (20,1%), ma superiore a quello tedesco (12,2%).   Per quanto riguarda l'occupazione nei settori della riparazione, del riutilizzo e del riciclo, l'Italia è al secondo posto: dietro alla Polonia, davanti a Francia, Germania e Spagna. Nel 2018 nell'Ue 27 le persone occupate nei settori dell'economia circolare sono state oltre 3,5 milioni. Con 519.000 occupati l'Italia si è attestata al secondo posto dopo la Germania (680.000 occupati).   Per investimenti e occupazione l'Italia è al quarto posto,dopo la Spagna, la Polonia e la Germania, ma è ultima fra le grandi economie europee per numero di brevetti. Nel 2016 risultano depositati 14 brevetti italiani su un totale di 269 in UE (67 solo in Germania).   

Per quanto riguarda il noleggio e leasing di apparecchiature per uffici, compresi i computer, tra le 5 più grandi economie europee è il nostro Paese ad avere la presenza più numerosa di imprese, ma con un fatturato che rimane più basso rispetto ad altri Paesi.   Sul fronte della riparazione e riutilizzo, ci sono da registrare le oltre 25.000 aziende di riparazione di beni elettronici, ma anche di altri beni personali (vestiario,calzature, orologi, gioielli, mobilia, ecc.). Il nostro Paese in questo settore è al terzo posto tra le cinque economie più importanti d'Europa, dietro a Francia (oltre 33.000 imprese) e Spagna (oltre 28.600).

Cingolani: "Italia leader, ma serve innovazione"
"Nell'emergenza climatica che stiamo vivendo, con le organizzazioni internazionali che stanno spingendo su decarbonizzazione, per un veloce ripristino dei valori naturali del nostro ambiente, la circolarità diventa uno strumento essenziale. E devo dire che l'Italia è una nazione guida nella circolarità. Ricicliamo quasi il doppio del totale dei rifiuti rispetto alla Comunità europea, abbiamo un tasso di circolarità che è di circa il 30% maggiore del resto d'Europa. L'intera economia circolare muove numeri importanti: parliamo di più di 210 mila operatori del settore, 70 miliardi di fatturato all'anno. In parte questo è dovuto alla visione italiana, forse riciclare è proprio nelle nostre radici culturali e questo ci ha portato ad avere un ruolo di leadership. Ora dobbiamo potenziare questa nostra capacità. Il Recovery è uno degli strumenti che abbiamo per aumentare la nostra capacità, rimanere leader e diventare nazione guida anche a livello mondiale". Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani alla 3° conferenza nazionale sull'economia circolare in cui è stato presentato il Rapporto 2021 sull'economia circolare in Italia, realizzato dal Circular Economy Network in collaborazione con ENEA, giunto alla sua terza edizione."Se guardiamo al nostro sistema produttivo, - ha detto ancora Cingolani - l'industria metallurgica ha messo in atto delle capacità di processi circolari elevatissime. Abbiamo però dei settori dove possiamo fare di più e che potrebbero avere degli impatti estremamente positivi. Il settore della plastica in questo momento è uno dei settori che oltre a essere importante e necessario per la nostra economia, potrebbe diventare anche uno dei settori più attrattivi a livello globale.

Sappiamo tutti quanto sia complesso il ciclo di smaltimento della plastica tanto che abbiamo un problema enorme di microplastiche negli oceani, evidenze chiare che i grandi fiumi soprattutto nelle regioni est sono grandi vettori di plastiche che vengono trasportate in paesi che poi li riversano nei mari. E questo va a toccare la nostra alimentazione, la flora, la fauna marina, il benessere degli oceani che sono una parte fondamentale dell'ecosistema. Qui c'è da fare molta ricerca e innovazione, abbiamo eccellenti capacità nel nostro Paese sulla plastica, dobbiamo potenziare le nostre capacità, dobbiamo anche essere una nazione pioniera in termini di tecnologie nuove che ci consentano di adottare normative sempre più protettive nei confronti dell'ambiente senza mettere in ginocchio un settore che dà una quantità di lavoro enorme trasversale".