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MONDO

Bilancio provvisorio a oltre 500 vittime

Ecuador: un'altra scossa mentre ancora si scava. La terra trema a magnitudo 6.2

Le autorità ritengono che vi siano ancora 1.700 persone disperse. I cani da soccorso e le pale meccaniche sono al lavoro per cercare di tirar fuori la gente dalle macerie a Pedernales e Manta, due località turistiche che erano piene di turisti

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A quattro giorni dal terremoto principale, poche le speranze di trovare sopravvissuti
Una nuova scossa di terremoto di 6,2 gradi di magnitudo ha fatto tremare la costa settentrionale dell'Ecuador, la stessa zona messa in ginocchio dal sistema di sabato scorso, che ha ucciso piu' di 500 persone. Secondo l'istituto di geofisica degli Stati Uniti, il movimento tellurico e' stato localizzato a 25 chilometri nella zona occidentale di Muisme, una localita' situata ad alcune centina di chilometri da Pedermales, l'epicentro del sisma di 7.8 gradi registrato sabato.

All'appello mancano ancora 1.700 persone
Il numero delle vittime cresce ora per ora e le famiglie delle persone intrappolate sotto le macerie sono sempre più inquiete man mano che vanno dissipandosi le prospettive di salvare i propri cari per la lentezza dei soccorsi. Sono tre giorni che sulla costa del Pacifico ecuadoregna è iniziata la corsa contro il tempo per salvare quanta più gente possibile. Finora il governo ha confermato 507 morti, ma le autorità ritengono che vi siano ancora 1.700 persone disperse. I cani da soccorso e le pale meccaniche sono al lavoro per cercare di tirar fuori la gent3e dalle macerie a Pedernales e Manta, due località turistiche che erano piene di turisti.

"Eravamo alla ricerca di 2mila persone, ma finora ne abbiamo trovate solo 300", ha detto il viceministro dell'Interno Diego Fuentes. Secondo gli ultimi dati forniti dal governo, i feriti sono 4.605.

I soccorsi non sono stati all'altezza della situazione, secondo molti residenti che, con la speranza di salvare i propri cari, stanno perdendo anche la pazienza. "I soccorsi sono stati lentissimi e sono state perse vite preziose. I miei parenti aspettano da sabato notte", dice Pedro Merro, i cui cugini sono sotto le macerie di un edificio di tre piani a Manta.

Luis Felipe Navarro dice di aver "ricevuto messaggi sul telefono: dicono di essere in 10 in una cavità". Ma, aggiunge sconsolato, "i soccorsi non mi stanno a sentire". Il presidente Rafael Correa, dal canto suo, cerca di tranquillizzare le voci critiche. "E' difficilissimo, ma stiamo facendo progressi", ha detto parlando a Manta, dove cibo e acqua scarseggiano.

Centinaia di operatori da Colombia, Messico, El Salvador e Spagna si sono precipitati per aiutare gli ecuadoregni. Migliaia di persone sono rimaste senza casa e si arrangiano come possono in contesto difficile, dove si temono malattie. L'Unicef ha avvertito che nelle aree colpite ci sono 150mila bambini.