MONDO
Gli attacchi nella zona di Sheikh Zuid
Egitto, 26 militari morti in tre attentati nel Sinai. Il Governo impone lo stato d'emergenza
Sono 7 le vittime del doppio attacco di questa mattina mentre altri 19 militari sono stati uccisi da un kamikaze in un terzo attentato. Dichiarati tre giorni di lutto nazionale

Giornata di sangue nel Sinai dove, in tre diversi attentati, sono stati uccisi 26 militari egiziani e almeno altrettanti sono rimasti feriti. In seguito agli attacchi il Consiglio di Difesa egiziano
ha imposto lo stato d'emergenza nella regione.
L'ultimo attacco, portato da un kamikaze a bordo di un'autobomba che è entrato in una postazione delle forze del Cairo nel nord della penisola facendosi esplodere, è stato quello con i l bilancio di vittime più alto con 19 militari uccisi.
Il bilanco degli altri due attacchi è intanto salito a 7 vittime. Da quando l’ex capo dell’esercito e attuale presidente Abdel Fattah al Sisi ha destituito l’islamista Mohamed Morsi nel luglio 2013, diversi gruppi jihadisti hanno intensificato gli attentati contro le forze dell’ordine, affermando di agire in rappresaglia alla sanguinosa scure della repressione che si è abbattuta sui sostenitori di Morsi.
Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha convocato il Consiglio di difesa nazionale per esaminare la situazione in Sinai dopo gli attentati di oggi contro le forze armate egiziane nella penisola. Lo riferisce la tv di Stato egiziana.
Sempre oggi, ma a Il Cairo, un bambino di 7 anni è morto, colpito da un proiettile alla testa, durante gli scontri tra i partecipanti ad un corteo di Fratelli musulmani e gli abitanti del quartiere di Matarya, a nordest della città, che si oppongono alla loro presenza. Lo si apprende da fonti della sicurezza.
Il gruppo jihadista Ajnad Misr infine ha rivendicato con un comunicato l'attentato di due giorni davanti all'università del Cairo, in cui sono rimaste ferite 11 persone, di cui 7 agenti delle forze dell'ordine e 4 passanti. Il gruppo ha affermato che l'attacco è una risposta al comportamento dei servizi di sicurezza nei confronti degli studenti universitari - che da giorni manifestano contro la loro presenza negli atenei - e ha spiegato che l'ordigno era di scarsa potenza per evitare vittime civili.
ha imposto lo stato d'emergenza nella regione.
L'ultimo attacco, portato da un kamikaze a bordo di un'autobomba che è entrato in una postazione delle forze del Cairo nel nord della penisola facendosi esplodere, è stato quello con i l bilancio di vittime più alto con 19 militari uccisi.
Il bilanco degli altri due attacchi è intanto salito a 7 vittime. Da quando l’ex capo dell’esercito e attuale presidente Abdel Fattah al Sisi ha destituito l’islamista Mohamed Morsi nel luglio 2013, diversi gruppi jihadisti hanno intensificato gli attentati contro le forze dell’ordine, affermando di agire in rappresaglia alla sanguinosa scure della repressione che si è abbattuta sui sostenitori di Morsi.
Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha convocato il Consiglio di difesa nazionale per esaminare la situazione in Sinai dopo gli attentati di oggi contro le forze armate egiziane nella penisola. Lo riferisce la tv di Stato egiziana.
Sempre oggi, ma a Il Cairo, un bambino di 7 anni è morto, colpito da un proiettile alla testa, durante gli scontri tra i partecipanti ad un corteo di Fratelli musulmani e gli abitanti del quartiere di Matarya, a nordest della città, che si oppongono alla loro presenza. Lo si apprende da fonti della sicurezza.
Il gruppo jihadista Ajnad Misr infine ha rivendicato con un comunicato l'attentato di due giorni davanti all'università del Cairo, in cui sono rimaste ferite 11 persone, di cui 7 agenti delle forze dell'ordine e 4 passanti. Il gruppo ha affermato che l'attacco è una risposta al comportamento dei servizi di sicurezza nei confronti degli studenti universitari - che da giorni manifestano contro la loro presenza negli atenei - e ha spiegato che l'ordigno era di scarsa potenza per evitare vittime civili.