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MONDO

"Se necessario sosterremo le autorità italiane"

Egitto, Ue: "Seguiamo il caso di Patrick Zaki, verifiche in corso al Cairo"

"Se sarà necessaria un'iniziativa l'Unione sosterrà in pieno le autorità italiane. Decideremo sulla base della valutazione dei fatti che cosa è successo", ha detto il portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna (Seae). L'avvocato della famiglia Regeni: "Sono gli stessi aguzzini". A Bologna studenti in presidio

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Il Servizio europeo di azione esterna è "al corrente" del caso di Patrick George Zaki, il giovane egiziano che studia in Italia arrestato al Cairo, ed è pronto a "sostenere" le autorità italiane. Lo ha detto il portavoce del Servizio europeo di azione esterna, Peter Stano. "Siamo al corrente di questo caso. Lo stiamo verificando con i nostri funzionari al Cairo", ha spiegato il portavoce. 

"L'Ue sta cercando di stabilire tutti i fatti, e se sarà necessaria un'iniziativa l'Unione sosterrà in pieno le autorità italiane. Decideremo sulla base della valutazione dei fatti che cosa è successo", ha affermato Stano. "In generale - ha aggiunto il portavoce - posso dire che l'Ue segue le questioni che riguardano i diritti umani molto da vicino, e continuiamo a sollevarle con i nostri partner egiziani, e appena avremo abbastanza informazioni solleveremo anche questa".

L'avvocato della famiglia Regeni: "Sono gli stessi aguzzini"
"Patrick è stato arrestato per i suoi studi in Italia. Chissà che paranoia si sono costruiti. A prenderlo è stata la Sicurezza nazionale, il servizio segreto civile, lo stesso coinvolto nel sequestro, tortura e omicidio di Giulio, e che ha cinque ufficiali indagati per questo dalla procura di Roma. Lo hanno interrogato con metodi che, purtroppo, conosciamo bene. Le torture. E gli chiedono il perché del suo viaggio in Italia, perché studiasse da voi e che cosa facesse nel vostro Paese". Così Mohamed Lotfy, avvocato della famiglia Regeni, in un'intervista a Repubblica sul caso di Patrick Zaky.   "L'omicidio di Giulio continua a essere un'inaccettabile spina nel fianco per il nostro governo e, in qualche modo, ci sono anche delle analogie con l'arresto di Patrick: sono studenti in un Paese in cui la cultura fa molta paura", dice Lotfy.

"Noi abbiamo bisogno che questa persona sia liberata". Lo afferma Virginio Merola, sindaco di Bologna, in merito allo studente egiziano dell'Alma Mater Patrick George Zaki arrestato nel suo paese di origine per svariate accuse tra cui quella di essere un terrorista. "Non riteniamo possibile, noi che siamo uno Stato di diritto, che delle persone siano detenute e torturate perche' hanno idee diverse dal regime attualmente al potere. E' una battaglia di civilta'  - prosegue il primo cittadino - e poi e' un nostro studente. Giu' le mani da Bologna, qui siamo per la dignita' delle persone e cerchiamo di farla rispettare ovunque. Non possiamo assistere passivamente al fatto che i diritti umani vengano sistematicamente calpestati", ha concluso.

A Bologna presidio degli studenti per Zaky
Un presidio di solidarietà per Patrick Zaky studente all'Università di Bologna, arrestato giovedì a Il Cairo, in Egitto. Dopo la mobilitazione di ieri in piazza Maggiore promossa da Amnesty International, questa volta sono gli studenti dell'Alma Mater ad organizzarsi, in un presidio alle 18 in piazza Scaravilli. "Crediamo che, alla luce di questo contesto, sia oggi necessario che la comunità accademica dell'Università di Bologna, in primis, e di tutti gli altri Atenei d'Italia, si unisca al fine di rivendicare e ottenere verità e giustizia per Zaky", scrive Link, il collettivo studentesco promotore dell'iniziativa. L'invito alla mobilitazione è aperto a tutta la comunità accademica: ricercatori, dottorandi, docenti e personale tecnico e amministrativo. L'obiettivo è chiedere l'attivazione del ministero degli Esteri, al fine di ottenere la liberazione immediata da parte del governo egiziano di Patrick Zaky, il ritiro degli ambasciatori italiani in Egitto, l'interruzione da parte del Governo italiano di ogni rapporto economico e militare con l'Egitto, la presa di posizione del ministero dell'Università "contro questo attacco alla libertà della ricerca".

Il sindaco Merola: "Zaki sia liberato,è battaglia di civiltà"
"Noi abbiamo bisogno che questa persona sia liberata". Lo afferma Virginio Merola, sindaco di Bologna, in merito allo studente egiziano dell'Alma Mater arrestato nel suo paese di origine per svariate accuse tra cui quella di essere un terrorista. "Non riteniamo possibile, noi che siamo uno Stato di diritto, che delle persone siano detenute e torturate perché hanno idee diverse dal regime attualmente al potere. E' una battaglia di civiltà  - prosegue il primo cittadino - e poi è un nostro studente. Non possiamo assistere passivamente al fatto che i diritti umani vengano sistematicamente calpestati", ha concluso.