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MONDO

Il Paese è nel caos

Libia nel caos. NYTimes: "Egitto e Emirati bombardano gli islamisti" ma il Cairo smentisce

Il quotidiano americano svela a chi apparterrebbero i misteriosi caccia che hanno colpito le milizie che assediano Tripoli. Mentre il Paese è sempre più spaccato è stato nominato il nuovo premier,il  filo-islamista Omar al Hassi

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Gli Stati Uniti insistono nel considerare le forze degli Emirati Arabi Uniti responsabili, con l'aiuto dell'Egitto, dei raid compiuti segretamente in libia contro le postazioni di milizie islamico-radicali. Lo afferma all'Afp un responsabile americano coperto dall'anonimato, confermando e precisando informazioni già attribuite ieri a fonti Usa dal "New York Times". "Gli Emirati hanno compiuto quei raid" utilizzando basi egiziane messe a disposizione dal Cairo, ha tagliato corto il funzionario citato dall'Afp. 

Immediata la smentita dell'Egitto, che in un comunicato del ministero degli Esteri "denuncia con fermezza ogni tentativo di implicare il Paese negli affari interni della Libia", e bolla come "menzogne" le illazioni su un ruolo egiziano nei raid. 

Lo stupore dell'amministrazione Obama
Ma le indiscrezioni del "New York Times" sono dettagliate e fanno emergere anche tutta la sorpresa dell’amministrazione Obama. Le fonti americane citate dal giornale definiscono peraltro "controproducente" la presunta iniziativa congiunta dei due alleati, visto che le milizie islamiste dopo essere state colpite per la seconda volta dai raid hanno reagito attaccando e conquistando l'aeroporto di Tripoli.

La Libia nel caos
Nel frattempo la Libia sprofonda sempre più nel caos. Il Paese è spaccato in tre parti: Tripoli in mano ai filo-islamici di Misurata, Bengasi 'Califfato' di Ansar al Sharia e Tobruk luogo d' 'esilio' del Parlamento eletto due mesi fa.

Eletto nuovo premier
E il vecchio Congresso nazionale (il parlamento decaduto con le elezioni dello scorso giugno) si è riunito a Tripoli e ha eletto un suo premier, il professore universitario Omar al-Hassi. Il nuovo parlamento che, alla luce della precaria situazione di sicurezza, si riunisce a Tobruk. Il Congresso nazionale è dominato dalle forze islamiche, alle quali è vicino al-Hassi, incaricato di formare il nuovo governo. L'ex assemblea parlamentare, che è stata sciolta in seguito alle elezioni di giugno, non ha mai riconosciuto la nuova assemblea, chiamata Camera dei Rappresentanti e dominata dalle forze liberali e federaliste.