Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Egitto-forte-esplosione-Cairo-colpito-consolato-italiano-bc65f64c-0754-4232-8192-43e3343c004b.html | rainews/live/ | true
MONDO

Egitto. L'esplosione alle 6.30 nel cuore della città

Cairo, autobomba al consolato italiano. Almeno 1 morto. Gentiloni: "Italia non si fa intimidire"

Nessun connazionale tra le vittime. Sventrato il lato sinistro su El Galaa Street. Quattro giornalisti, tra cui un italiano, accorsi per monitorare la situazione sarebbero stati fermati e poi rilasciati solo successivamente. Al momento nessuna rivendicazione

Condividi

Una fortissima bomba è esplosa questa mattina intorno alle 6,30 contro il consolato italiano al Cairo. Una persona è morta e ci sarebbero almeno sette feriti, due agenti di polizia e alcuni passanti, tra cui tre componenti di una stessa famiglia. Nessun italiano sarebbe rimasto coinvolto. L'Italia non si fa intimidire, scrive il ministro degli Esteri Gentiloni, che si dice vicino alle persone colpite e al personale.

La carica esplosiva, secondo quanto riferisce una fonte di sicurezza, sarebbe stata posta sotto una vettura ed azionata con un telecomando. Oltre alla facciata esterna del Consolato sarebbero state danneggiate anche alcune abitazioni limitrofe.

L'unita di crisi della Farnesina fa sapere si essere al lavoro e di essere in costante contatto con le autorità locali. Il console italiano al Cairo è giunto nell'edificio sventrato dall'esplosione e non ha rilasciato alcun commento ai giornalisti. Alcuni diplomatici hanno detto alla France Presse che mesi fa la polizia egiziana aveva allertato su possibili attacchi alle ambasciate. Una garritta in legno della polizia, accanto al consolato, è rimasta completamente distrutta.


 La polizia ha transennato la zona dell'esplosione dove sono anche giunti artificieri ed esperti per chiarire la dinamica di quanto accaduto, mentre una folla di curiosi è accorsa sul posto. L'esplosione ha inoltre danneggiato le condutture idriche e pezzi della vettura sono disseminati intorno al consolato.


 Quattro giornalisti, tra cui l'italiano Alessandro Accorsi, arrivati con tempismo sul posto sarebbe stati fermati dalla polizia. Come scrive uno di loro, sarebbero stati "trattenuti perché arrivati troppo presto sul posto". Sono stati rilasciati solo successivamente.