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Coronavirus

La pandemia

Lotta al Coronavirus, l'Egitto riapre al turismo

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di Leonardo Sgura
Alla fine del ramadan mancano poco più di due settimane. E, per la prima volta, l'emergenza Covid19 costringe gli egiziani a celebrarlo con le moschee chiuse e una serie di restrizioni sulle attività pubbliche che stanno segnando pesantemente vita sociale ed economia del paese.

Dalla fine di marzo è fermo soprattutto il turismo, una delle risorse più importanti. Vuote le spiagge di Sharm el Sheik, Marsa Alam e Hurgada, semideserti i siti archeologici di Giza, Luxor, Saqquara e della Valle dei Re. Chiusi i musei.

E' il momento più difficile, che ricorda la profonda crisi seguita alla rivoluzione del 2011 e a una lunga stagione di attentati terroristici contro chiese e moschee.

Questa emergenza prospetta infatti per l'industria culturale e delle vacanze un altro duro passo indietro, che rischia di cancellare i numeri da record degli ultimi due anni, che avevano portato ai 13,6 milioni di visitatori nel 2019, con ricavi per 12,6 miliardi di dollari, la cifra più alta di sempre.

Un settore che vale il 12% del pil del paese, strategico al punto da spingere il governo a decidere di rimetterlo in moto, nonostante la pandemia.

Il governo consente alle strutture di riaprire, per il momento al turismo interno, a patto che si adeguino a una serie di prescrizioni sanitarie contro la diffusione del virus, che ad oggi conta circa 8000 contagiati e 500 morti, su una popolazione vicina ai 100 milioni di persone.

Le strutture alberghiere possono già aprire accogliendo gli ospiti al 25% della capacità ricettiva, limite che a giugno sarà  portato al 50%. Hanno però l'obbligo di predisporre un'area interna in cui isolare clienti affetti o sospetti Covid, seguiti da un medico interno dedicato. Negli spazi comuni, al ristorante e sulle spiagge dovranno essere adottate misure di distanziamento sociale. La sanificazione dovrà  avvenire più volte al giorno, nelle parti comuni ogni ora. Vietati animazione, feste, spettacoli e ogni altra attività  che possa generare assembramenti.

Sarà un "certificato di idoneità ", rilasciato dal ministero della Sanità, ad attestare il rispetto delle nuove norme e consentire la riapertura.

Voci ancora senza riscontri ufficiali, dicono che l'Egitto sta valutando la riapertura dei suoi aeroporti già  a giugno, nella speranza di riattivare un flusso sia pure minimo di visitatori stranieri. Piano che però dovrà  fare i conti con la situazione dei collegamenti aerei internazionali, sostanzialmente paralizzati dall'emergenza Covid19. In ogni caso, il governo sta progettando misure straordinarie per la gestione degli scali, mirate ad evitare assembramenti e garantire il distanziamento sociale tra i viaggiatori, e l'introduzione di precauzioni sanitarie necessarie a ottenere l'ingresso nel paese.

Nelle scorse settimane il governo ha deciso una serie di misure per impedire il collasso delle imprese turistiche: congelati debiti bancari, imposte immobiliari, bollette di elettricità , acqua e gas, a condizione che non vi fossero licenziamenti. Sospesi anche gli affitti per le attività che gestiscono bar, bazar e altri servizi nelle aree archeologiche. La Banca Centrale ha messo a disposizione del turismo finanziamenti pari a 3 miliardi di euro per garantire gli stipendi.
 
Aspettando che l'emergenza si spenga, l'Egitto non rinuncia a mantenere vivo l'interesse degli appassionati, con una campagna online dal titolo “Experience Egypt from Home”. Basta un click per partecipare,  virtualmente s’intende, a visite guidate nei più famosi siti archeologici e musei del Paese.